
Avrebbero inscenato “apparizioni” e “trasudazioni da una statuetta della Madonna e da un quadro raffigurante il Cristo”, con il solo scopo di “trarre l'ingiusto profitto costituito sia dalla raccolta di denaro dai fedeli sia dall'acquisizione di una forte visibilità mediatica, con artifizi e raggiri”. La procura di Civitavecchia ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, per Giuseppa Maria Scarpulla, vero nome di Gisella Cardia, e il marito Gianni Cardia, con l’accusa di truffa aggravata per il caso della Madonna di Trevignano. Secondo i pm, come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini appena notificato agli avvocati Giuseppe Marazzita e Solange Marchignoli, avrebbero fatto comparire “scritte in aramaico contenenti messaggi mariani, comunicazioni ricevute dalla Madonna nel corso delle apparizioni che venivano poi trascritte sul web”.
Ancora, per l’accusa, avrebbero trasformato “il loro domicilio e, successivamente, il terreno sito in Trevignano Romano, località “Campo le rose", in luogo di culto, cosi favorendo l'afflusso e l'adesione di numerosi fedeli”. Peraltro, “nel paventare ai fedeli l'avverarsi di futuri cataclismi e sciagure (come terremoti e carestie) che avrebbero potuto evitare abbracciando il culto della Madonna di Trevignano, inducevano in errore questi ultimi, che si determinavano a effiettuare offerte e donazioni per sostenere la Madonna di Trevignano”. In particolare, per i pm avrebbero organizzato una raccolta fondi per finanziare l'associazione "Madonna di Trevignano", nel frattempo costituita e deputata alla gestione dell'opera pseudoreligiosa”.
Opera che avrebbe indotto in errore taluni che, confidando nella genuinità delle apparizioni, si determinavano a offrire somme di danaro in favore dell’associazione e, in una occasione, dello stesso Cardia, somme che venivano poi impiegate per l'abbellimento e l'ingrandimento del terreno di culto sito in località "Campo le Rose".
L’avvocata Solange Marchignoli ha commentato: “Non mi sorprende l’avviso di conclusione delle indagini preliminari: è il naturale epilogo di un’indagine condotta in un clima inquinato da pregiudizi e preconcetti. Sarà il processo, nel rispetto del contraddittorio e delle regole, il luogo di verità e giustizia”.