
Lo scorso Capodanno Luciano Masini, maresciallo dei carabinieri della stazione di Villa Verucchio, aveva ucciso a colpi di pistola Mohamed Sitta, un uomo di 23 anni originario dell'Egitto che quella notte stava a quanto sembra seminando il panico a Rimini ed aveva accoltellato già quattro persone. Secondo la procura di Rimini però, il militare dell'Arma non avrebbe avuto altra scelta per tutelare la propria incolumità e quella dei cittadini presenti. Per questo il sostituto procuratore Sara Posa, che insieme al procuratore capo Elisabetta Melotti ha coordinato l'indagine, ha chiesto l'archiviazione per Masini, indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Lo riporta oggi la stampa romagnola, tornando su un caso che nei mesi scorsi era arrivato alla ribalta nazionale: il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle ore immediatamente successive all'episodio aveva esternaro l'intenzione di chiedere al generale capo dei carabinieri conferire a Masini un riconoscimento al valore. Perché l'accusa, un atto dovuto per consentire le indagini, aveva insomma sollevato una lunga serie di polemiche politiche.
Secondo quanto riportato da RiminiToday, l'intero paese di Verucchio si era stretto intorno al proprio comandante ed avviato una raccolta fondi che aveva fruttato 40mila euro per le spese legali. Ed alcuni video relativi a quella note girati da dei passanti hanno a quanto pare influito sulla richiesta della procura di archiviare il caso. Nei filmati in questione si vedrebbe l'extracomunitario in evidente stato di alterazione che, dopo aver già ferito quattro persone, si aggira per strada brandendo un coltello. Il sottufficiale era intervenuto per cercare di bloccare il ventitreenne straniero , ma Sitta non sembrava avere intenzione di fermarsi e continuava ad frasi in arabo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Masini gli aveva più volte urlato di gettare il coltello ma, per tutta risposta, il giovane aveva continuato ad avvicinarsi al maresciallo.
Il quale, alla fine, aveva aperto il fuoco: dodici i colpi esplosi con la Beretta d'ordinanza. I primi quattro colpi avrebbero colpito volutamente l'asfalto, in quanto Masini avrebbe sparato in funzione di deterrenza (per cercare di spaventare il giovane straniero e convincerlo a calmarsi, senza ferirlo). Solo a quel punto, il militare avrebbe mirato ad altezza uomo: degli altri proiettili, cinque hanno colpito Sitta alla spalla destra e poi tra il torace e la testa. Molto si discusse inoltre, sulle condizioni psicologiche dell'egiziano che, nel pomeriggio del 31 dicembre scorso, era stato a quanto pare notato in stato confusionale nei pressi del centro islamico di via Gambalunga a Rimini. Lo sguardo perso nel vuoto e il fatto che non rispondesse alle sollecitazioni esterne ha fatto sì che gli inquirenti ipotizzassero una crisi psicotica.
E il successivo ritrovamento di uno psicofarmaco nelle disponibilità del ragazzo straniero avvalorerebbe l'ipotesi secondo cui Sitta possa aver agito in preda a un raptus. Tenendo conto di tutto ciò quindi, secondo la procura, Masini ha agito correttamente.