Cronaca giudiziaria

"La uccido". Gli appunti choc sul cellulare dell'ex di Alessandra

Un mese e mezzo prima di uccidere la ex fidanzata, Giovanni Padovani aveva scritto un appunto sul cellulare: "La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente"

"La uccido". Gli appunti choc sul cellulare dell'ex di Alessandra
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"La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente". Sono le parole emerse da alcuni appunti trovati sul cellulare di Giovanni Padovani, il calciatore dilettantistico ora in carcere con l'accusa di aver ucciso a martellate l'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi. Secondo quanto apprende l'Ansa, nelle note del telefono analizzate dal consulente tecnico nominato dalla Procura, Angelo Musella, il 27enne accusava la donna di "averlo tradito" precisando che sarebbe "finito in galera".

Gli appunti sul telefono

Giovanni Padovani si trova recluso nel carcere della Dozza con l'accusa di omicidio aggravato dallo stalking. Un altro stralcio di verità, compatibile con la ricostruzione del delitto, sembra emergere da uno dei due smartphone in uso all'indagato. Verosimilmente potrebbe trattarsi del secondo cellulare ritrovato nel corso delle indagini e su cui la Procura, nei mesi scorsi, aveva disposto una serie di accertamenti tecnici. Proprio sul cellulare, Padovani avrebbe segnato una nota: "La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente", avrebbe scritto il presunto killer. C'è di più: il messaggio risalirebbe al 2 luglio 2022, un mese e mezzo prima dell'aggressione mortale e violenta alla ex fidanzata.

L'omicidio di Alessandra

Alessandra Matteuzzi, 56 anni, fu uccisa brutalmente la sera del 23 agosto scorso. Giovanni Padovani, l'ex compagno, l'aveva raggiunta sotto casa, in Via di Corticella, a Bologna. Alla vista dell'uomo, armato di martello, la donna si era ritratta - "Fermati ti prego", furono le sue parole - salvo poi essere colpita con violenza e trascinata sotto il porticato del condomio, già esanime, con numerose ferite al corpo. Stando a quanto ha evidenziato l'autopsia, ad Alessandra furono inferti "almeno 20 colpi" al volto e alla testa. "Un escalation di atteggiamenti violenti - si legge nel referto -cominciato con pugni e calci" e poi culminato con l'utilizzo di oggetti contundenti.

L'ossessione del presunto killer

Alessandra e Giovanni Padovani si erano conosciuti sui social. Tra loro era nata una relazione che, tra alti e bassi, era andata avanti per quasi un anno. Qualche mese prima di essere uccisa, la 56enne aveva denunciato l'ex compagno per stalking ottenendo un provvedimento restrittivo. Pare, infatti, che il 27enne la tampinasse, controllasse i suoi profili social chiedendole di inviarle dei video, da inviare su Whatsapp, per monitorare i suoi spostamenti.

Stando a quanto emerso dalle indagini, Padovani sarebbe stato ossessionato dall'idea di un possibile tradimento. Al punto da molestare la ex con messaggi, telefonate e appostamenti sotto casa. Poi l'agguato mortale, la sera del 23 agosto,

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