Cronaca internazionale

"Provocazione di Putin". Gli arresti, l'Isis e le accuse di Kiev: cosa è successo a Mosca

Per l'intelligence Usa dietro l'attentato che ha scosso Mosca ci sarebbe l'ombra dell'Isis. Kiev parla di "provocazione" di Putin. L'Fsb ha intanto arrestato diverse persone

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Aveva appena vinto le elezioni presidenziali ottenendo una sorta di plebiscito. L’ottenimento del quinto mandato alla guida della Russia doveva consentire a Vladimir Putin di inaugurare una nuova stagione politica, senza ostacoli o problemi di alcun tipo. E invece, pochi giorni dopo il successo elettorale, il capo del Cremlino si è ritrovato a fare i conti con un sanguinoso attentato nel cuore di Mosca. Non una città qualunque ma il cuore della nazione russa, sede del potere e delle istituzioni.

Le tre ricostruzioni delle intelligence

I responsabili dell’assalto alla Crocus City Hall, a Krasnogorsk, hanno compiuto una strage. L'Fsb ha informato Putin di 11 arresti, compresi i quattro terroristi che sarebbero stati direttamente coinvolti nell'attacco. Per l’intelligence statunitense si è trattato di un attentato dell’Isis-K, il ramo del gruppo con sede in Afghanistan, mentre per la direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino il raid nella regione di Mosca è una deliberata provocazione di Putin.

Sul tavolo, al momento, ci sono tre ipotesi frutto di altrettante ricostruzioni di tre intelligence differenti. L’ultima, in ordine cronologico, è quella arrivata da Kiev. La direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino, come detto, sostiene che l'attacco terroristico nella regione di Mosca sia una deliberata provocazione della Federazione Russa. Il rappresentante della direzione principale dell'intelligence, Andrey Yusov, non ha usato mezzi termini e ha commentato così l’accaduto sulla Pravda ucraina. "Si tratta di una provocazione deliberata dei servizi speciali di Putin, da cui la comunità internazionale ha messo in guardia. Il tiranno del Cremlino ha iniziato la sua carriera con questo e vuole finirla con gli stessi crimini contro i suoi stessi cittadini".

Gli Stati Uniti "dispongono di informazioni di intelligence che confermano le affermazioni di responsabilità dello Stato Islamico" nell'attentato a Mosca e "che non hanno motivo di dubitare di tali affermazioni", ha invece riferito un funzionario americano a Cbs News. Fonti Usa hanno dunque confermato la pista del terrorismo islamico e ribadito la presenza di un flusso costante di informazioni, risalenti a novembre, sull'intenzione dell'Isis di colpire in Russia. Alcune informazioni molto specifiche sarebbero addirittura state poi trasmesse anche al governo russo, nonostante i gelidi rapporti tra Washington e Mosca. Ricordiamo che agli inizi di marzo, gli Stati Uniti avevano avvertito gli americani a Mosca di evitare grandi assembramenti e specificatamente i concerti.

La mossa dell’Fsb e (i prossimi passi di Putin)

Accanto alla versione ucraina e alla ricostruzione degli 007 americani troviamo l’intensa attività dell’Fsb russo, intento a ricostruire quanto accaduto. Nelle ultime ore quattro uomini sono stati fermati nella regione russa di Bryansk, vicino al confine con l'Ucraina, e gli inquirenti sono al lavoro per individuare i complici (altri arresti erano stati effettuati in precedenza). "I criminali (le persone arrestate nella regione di Bryansk, ndr) intendevano attraversare il confine tra la Federazione Russa e l'Ucraina" e comunque "avevano contatti rilevanti" con la parte ucraina: è quanto sostengono i servizi di sicurezza russi, ha fatto sapere l’agenzia Ria Novosti.

Putin ha dunque di fronte a sé tre versioni differenti, ciascuna delle quali portatrice di soluzioni e reazioni distinte. Nel caso in cui, come sostiene l’Fsb, gli autori della strage di Mosca avessero veramente contatti rilevanti con Kiev, in quel caso è lecito attendersi un inasprimento delle tensioni della Russia in Ucraina (come spiegato qui). Qualora, invece, prendesse piede l’ipotesi Isis-K, il Cremlino potrebbe adottare il pugno di ferro per sradicare l’eventuale minaccia annidiata nel Paese (o negli immediati dintorni). Infine, se dovesse prevalere la versione di Kiev, a quel punto è lecito supporre che Mosca possa approfittarne per restituire l’accusa al governo ucraino.

In vista di un’eventuale regolamento dei conti finale.

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