
Si è intensificata la presenza della Cina nel Mar Giallo, la porzione dell'Oceano Pacifico incastonata tra la costa cinese e la penisola coreana. Negli ultimi mesi Pechino sembrerebbe aver adottato una strategia caratterizzata da frequenti incursioni non annunciate nella zona economica esclusiva (ZEE) della Corea del Sud. Nel 2024 le navi da guerra del Dragone hanno attraversato la ZEE di Seoul oltre 330 volte. Attenzione però, perché i media sudcoreani hanno spiegato che la presenza cinese non si è limitata alla cosiddetta zona di misura provvisoria (PMZ), dove cioè si sovrappongono le ZEE di Cina e Sud Corea, ma si è estesa anche in aree che fanno parte della citata ZEE della stessa Corea. E così, dopo aver perfezionato la tattica della "zona grigia" nel Mar Cinese Meridionale, i mezzi cinesi stanno prendendo di mira il Mar Giallo per rafforzare le loro rivendicazioni in quest'area altamente strategica.
La Cina nel Mar Giallo
Il Mar Giallo ha una grande importanza militare per la Cina. Fin dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, ha sottolineato il sito Eurasiantimes, Pechino ha considerato l'area marittima un corridoio strategico per collegare il Golfo di Bohai alla capitale. Ma cosa ha fatto il Dragone in sostanza? Ha fortificato le proprie isole e ampliato la presenza della guardia costiera e delle milizie marittime in loco, esercitando pressione su entrambe le Coree. Il prosieguo della contesa avrebbe ripercussioni su molte potenze, visto che la base cinese per sottomarini nucleari si trova proprio nel Mar Giallo. E che nei paraggi hanno anche sede la Seconda Flotta della Marina sudcoreana e il Camp Humphreys dell'esercito statunitense.
Il quotidiano sudcoreano Chosun Daily è stato chiarissimo: "I frequenti attraversamenti (cinesi ndr) sembrano riflettere la strategia più ampia della Cina di trasformare il Mar Giallo in quella che considera una zona marittima interna, espandendo le sue attività nelle acque sudcoreane come parte di tale sforzo, compresa la costruzione di strutture permanenti al largo delle coste". Le Guardie Costiere di Cina e Corea del Sud, tra l'altro, si sono recentemente scontrate dopo che alcune navi coreane volevano ispezionare una struttura petrolifera in acciaio chiamata Shen Lan 2 Hao (o Deep Blue 2) installata da Pechino nella zona di pesca protetta (PMZ) per l'acquacoltura del salmone.
Un'area strategica
L'assenza di un confine marittimo nello stretto Mar Giallo, dove le coste opposte distano meno di 400 miglia nautiche, è stata causa di controversie marittime tra Cina e Corea del Sud. I documenti militari di Seoul sono emblematici: alla fine del 2024 il numero di navi da guerra cinesi entrate nella ZEE sudcoreana era pari a 330, mentre a metà aprile 2025 il dato ha già superato quota 100. Ebbene, negli ultimi anni il numero di attraversamenti navali cinesi è aumentato notevolmente.
Nel 2017, si contavano circa 110 ingressi di questo tipo, ma il numero è più che raddoppiato, raggiungendo quota 230 nel 2018, con l'aggravarsi delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e la crescente preoccupazione per Taiwan. Il numero è salito a 290 nel 2019, si è mantenuto a circa 200 all'anno fino al 2022, per poi schizzare a 360 nel 2023.
Secondo i funzionari militari sudcoreani, Pechino considera il Mar Giallo non solo un "teatro strategico" per le emergenze che coinvolgono la penisola coreana, ma anche un'area chiave qualora dovesse esplodere una crisi nello Stretto di
Taiwan. Ricordiamo che la Cina possiede diverse basi vicine a questa porzione marittima. Un esempio? La prima base sottomarina di Qingdao ha accesso diretto al Mar Cinese Orientale, al Mar Giallo e al Mar del Giappone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.