Guerra in Israele

Le tre mosse di Israele su Gaza: bulldozer, caccia ai mujaheddin e avamposti provvisori

L'assedio a Gaza city e alle roccaforti di Hamas seguirà tre direttrcii secondo le mosse dell'Idf: avanzata dei bulldozer, caccia ai mujaheddin e creazione di avamposti sicuri

Le tre mosse di Israele su Gaza: bulldozer, caccia ai mujaheddin e avamposti provvisori

Nella giornata di sabato 4 novembre il capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, Herzi Halevi, per la prima volta ha tenuto una riunione operativa all'interno della Striscia di Gaza, mentre prosegue la caccia ai leader di Hamas, con l'aviazione israeliana che ha annunciato di aver colpito con un missile l'abitazione di Ismail Haniyeh, il capo dell'ufficio politico del movimento terroristico. La ratio dell'incontro è stata quella di comunicare le tre direttrici attraverso cui condurre l'operazione tattica contro Gaza e i miliziani di Hamas: aprire i corridoi, eliminare "nidi" di resistenza, creare avamposti provvisori. Una mossa sul campo che vedrà le operazioni concentrate nel settore nord di Israele, nell'area costiera e in una striscia centrale che volge sino alla costa. Intanto, nella giornata di ieri i tank israeliani, avanzando, hanno raggiunto il sud di Gaza City, scontrandosi pesantemente con i miliziani palestinesi.

Le tre direttrici delle forze israeliane per assediare Gaza city

Tecnicamente ad avanzare sono i bulldozer, che hanno il compito di fare tabula rasa di tutto ciò che incontrano: ostacoli, ordigni, macerie. I carri armati assicurano sostegno ai blindati attraverso la fanteria. La logica è quella di evitare aree con eccessivi intoppi, prediligendo vie di terra scarsamente edificate, il che diventa sempre più raro man mano che l'operazione dell'Idf si avvicina al cuore di Gaza city. L'avanzata ha anche un obiettivo parallelo a quello della mera "invasione": quello di solleticare la risposta dei mujaheddin, vere talpe che si avvantaggiano di macerie, cunicoli, tunnel in cui hanno fatto "nido" per nascondersi, garantendosi un'altissima mobilità. Questo permette loro di avere nel mirino i blindati israeliani, da colpire con i razzi Rpg in grado di danneggiare le colonne del nemico che avanzano.

Il terzo punto dell'operazione è in mano ai genieri: a loro il compito di creare dei quadrati irregolari, bastioni di terra che hanno il compito di custodire mezzi, armi e soldati, protetti da muraglioni. Si tratta di almeno due piccoli quartier generali operativi, attraverso cui effettuare pit stop e far crescere l'operazione. Un collegamento sicuro tra questi due quadrati consentirebbe di isolare completamente Gaza city, per poi sferrare l'attacco finale alla "metropolitana", spostando l'operazione quasi completamente nei tunnel e contro i miliziani al-Qassam.

La Striscia di Gaza in queste ore

Le forze di difesa israeliane, in queste ore, hanno annunciato su X di aver attaccato più di 2.500 obiettivi nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto contro Hamas. "Le forze dell'Idf continuano ad eliminare i terroristi in scontri frontali e a dirigere gli aerei sulle infrastrutture terroristiche, i depositi di armi, i posti di osservazione e i quartier generali operativi dell'organizzazione terroristica Hamas nella Striscia di Gaza". Nello stesso messaggio le Idf hanno annunciato di aver diretto la notte scorsa un aereo per attaccare "un complesso militare dell'organizzazione terroristica Hamas che comprende quartier generali operativi, posti di osservazione e altre infrastrutture terroristiche". "Nelle attività combinate delle forze terrestri e aeree nella Striscia di Gaza, finora sono stati attaccati più di 2.500 obiettivi", hanno concluso.

A riprova del potenziamento delle operazioni sul campo secondo le sopracitate direttrici, l'esercito israeliano ha, inoltre, annunciato una finestra temporale tra le 10 e le 14 di oggi per consentire il traffico di civili in direzione sud lungo la strada Salah al Din che porta verso la parte meridionale della Striscia di Gaza. A scriverlo su X è stato un portavoce dell'esercito, che ha pubblicato una mappa sulla quale figura la strada. "Se avete a cuore voi stessi e i vostri cari, andate a sud secondo le nostre istruzioni", era scritto nel post, in arabo.

Perché le operazioni Gaza rischiano di protrarsi a lungo

Il problema principale in questa fase è costituito dalla grande esperienza che entrambe le parti hanno acquisito nel tempo, imparando da errori tattici precedenti e potenziando gli attacchi con tutti gli strumenti a disposizione. Una guerra mentale, anche, da cui apprendere le debolezze del nemico che rischia di trasformare quella che sembrava essere l'ennesima blitzkrieg in una lunga guerra d'assedio e di logoramento. Soprattutto perché Hamas, il lato "irregolare" dei due nemici in campo, ha acquisito una capacità di fuoco ad alta tecnologia grazie all'aiuto di accoliti e ai grandi flussi di denaro senza precedenti di cui ormai dispone.

Notizia di sabato, i miliziani di Hamas hanno sferrato un attacco con missile a lungo raggio Ayyash 259 verso la città di Eliat (già presa di mira dagli Houthi yemeniti), nel sud di Israele, facendo scattare le sirene d'allarme in città: sarebbe la terza volta dall'inizio del conflitto che il particolare missile verrebbe usato dal lato palestinese. L'Aeronautica israeliana ha confermato che il razzo è stato intercettato dal sistema "Hetz", al suo secondo utilizzo da quando anche lo Yemen è divenuto pista di lancio di missili sparati contro Israele.

Il sistema Hetz è una componente di Iron Dome, ed è stato realizzato per intercettare prevalentemente missili balistici.

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