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Jammer mobili e reti killer: così Pechino si prepara alla guerra elettromagnetica

La Cina ha rafforzato le sue basi nelle Spratly, creando una rete di guerra elettronica capace di sorvegliare, disturbare e limitare le operazioni militari statunitensi nel Mar Cinese Meridionale

Jammer mobili e reti killer: così Pechino si prepara alla guerra elettromagnetica
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La Cina sta trasformando il Mar Cinese Meridionale in uno spazio adibito a scatenare una guerra elettronica contro i suoi rivali. L'Asia Maritime Transparency Initiative (AMTI) ha riferito che Pechino ha silenziosamente ampliato la sua infrastruttura di guerra elettronica e sorveglianza nelle sue basi artificiali nelle contese isole Spratly. Gli aggiornamenti, implementati tra il 2023 e il 2025, rafforzano così la capacità del Dragone di monitorare e contrastare le attività nella regione marittima sempre più strategica. Ecco che cosa è emerso nelle ultime settimane.

Le mosse della Cina

Le immagini satellitari mostrano nuovi array di antenne e veicoli mobili per la guerra elettronica dispiegati sulle barriere coralline di Fiery Cross, Mischief e Subi. Come ha spiegato il portale Asia Times, sono inoltre stati installati almeno sei siti pavimentati con antenne monopolari, ciascuno orientato verso il mare. Le strutture sembrano collegate a sistemi di disturbo montati su veicoli, progettati per colpire specifiche bande elettromagnetiche. A Subi Reef, nel 2025 è stato costruito un rifugio coperto per ospitare le unità, mentre Mischief Reef ospita cinque veicoli collegati a array fissi.

Ulteriori aggiornamenti includono una piattaforma circolare in cemento a Mischief Reef, per un rapido dispiegamento delle antenne, e due nuovi radome a Subi Reef, che rispecchiano le precedenti installazioni su Fiery Cross e Mischief. Questi radome forniscono una copertura sovrapposta di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR). La Cina ha anche costruito postazioni costiere fortificate a Mischief Reef, in grado di ospitare artiglieria o armi mobili.

Ebbene, la Commissione di revisione economica e di sicurezza USA-Cina (USCC) sostiene che queste capacità prendano di mira le reti che costituiscono il “sistema nervoso” delle operazioni militari statunitensi. Nello specifico, l'Esercito Popolare di Liberazione (PLA) cinese ha migliorato la sua capacità di interrompere o paralizzare i sistemi di ricognizione, comunicazione e puntamento degli Stati Uniti, minando la connettività dalla quale dipendono le moderne forze armate statunitensi.

Guerra elettronica

Gli analisti statunitensi ritengono che le risorse di guerra elettronica della Cina potrebbero compromettere l'accesso degli Stati Uniti ai satelliti e ai sensori in rete sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Non solo: questi progressi costituiscono un elemento fondamentale della strategia di contro-intervento di Pechino volta a limitare l'efficacia militare degli Usa nell'Indo-Pacifico. Gli esperti della Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (JHAPL) hanno, per esempio, ipotizzato che il Dragone possa utilizzare i suoi avamposti nel Mar Cinese Meridionale come potenti centri di guerra elettronica e di intelligence, consentendo al PLA di disturbare le comunicazioni, interrompere i radar e geolocalizzare le forze straniere nella regione.

I jammer mobili schierati da Pechino, insieme ai sistemi di radiogoniometria ad alta frequenza, alle strutture di intercettazione delle comunicazioni satellitari e alle capacità di intelligence elettronica installate sugli avamposti di Fiery Cross, Mischief e Subi Reef, consentono alle forze cinesi di individuare i bersagli e disorientare i sensori avversari. Integrati in un’unica rete, questi apparati permettono alla Cina di esercitare un controllo sempre più esteso sullo spettro elettromagnetico, monitorando i movimenti di navi e velivoli e interferendo con le operazioni militari straniere nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale.

Secondo quanto riportato dal South China Morning Post nel dicembre 2024, questa architettura di guerra elettronica è pensata in particolare per uno scenario di confronto con gli Stati Uniti.

L'obiettivo sarebbe quello di mettere fuori uso i gruppi d'attacco delle portaerei americane, colpendone i punti più vulnerabili: i sensori, le reti di comunicazione e i sistemi di condivisione dei dati da cui dipende il coordinamento delle operazioni navali e aeree.

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