Droni, caccia stealth e portaerei: cosa c'è dietro l'allarme degli 007 Usa sulle armi cinesi

La Cina accelera la modernizzazione militare con nuove armi e tecnologie, sollevando dubbi sulla capacità dell’intelligence Usa di monitorare e valutare efficacemente questi rapidi sviluppi

Droni, caccia stealth e portaerei: cosa c'è dietro l'allarme degli 007 Usa sulle armi cinesi
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La Cina continua a modernizzare il proprio esercito svelando continuamente nuove armi, nuovi veicoli militari, nuovi equipaggiamenti. Negli ultimi mesi, per esempio, Pechino ha messo in mostra droni da combattimento autonomi di ogni tipo, jet tattici senza coda J-XDS e J-36, caccia stealth e pure la sua nuova portaerei. Certo, non sappiamo quale sia lo stato di questi programmi né quanti siano reali e quanti pensati solo per confondere i rivali. In un simile contesto, e nel bel mezzo di tante altre crisi globali, gli analisti hanno iniziato a sollevare una domanda cruciale: l'apparato di intelligence statunitense è in grado di monitorare così tanti cambiamenti tecnologici contemporaneamente? Gli 007 degli Usa hanno le capacità per gestire la situazione, sia nel presente che nel futuro?

La rincorsa dell'intelligence Usa

Come ha spiegato The War Zone, era dai tempi della Guerra Fredda che non emergevano così tanti progressi militari e programmi di armamento da parte di un rivale degli Usa. È dunque giusto chiedersi se la comunità di intelligence statunitense sia davvero in grado di elaborare e monitorare questa crescente ondata di novità e di fornire analisi adeguate alla Casa Bianca, al Pentagono e al Congresso.

Per Timothy Heath, ricercatore senior presso RAND Corporation, le capacità di intelligence degli Stati Uniti ''sono piuttosto sofisticate e possono raccogliere dati considerevoli sui sistemi una volta che sono stati implementati''. Tuttavia, data la natura segreta dei programmi di armamento cinesi, Washington corre ''il rischio di essere sorpresa dall'emergere di nuovi sistemi d'arma''. Bisogna poi fare un distinguo: le navi da guerra sono difficili da nascondere e vengono costruite solo in pochi luoghi, mentre per missili e sistemi ad alta tecnologia le cose si complicano considerevolmente.

Altra ipotesi da non trascurare: è possibile che Pechino sia felice di inondare la comunità di intelligence statunitense con un'enorme quantità di sistemi e munizioni da esaminare. In ogni caso, se la Cina sta presentando capacità militari più avanzate di quelle effettivamente possedute, non sarebbe il primo Paese a farlo. ''Non dovremmo né esagerare né sminuire ciò che stiamo vedendo dalla Cina. Dovremmo cercare di comprendere le effettive capacità di ciascun sistema e poi renderci conto che tali capacità possono cambiare rapidamente'', ha spiegato Brad Bowman, direttore senior presso il Centro sul potere militare e politico della Foundation for Defense of Democracies (FDD).

Le capacità degli Usa

Gli Stati Uniti dispongono di diverse agenzie di intelligence con una profonda competenza in materia di sistemi d'arma. ''In fin dei conti, stiamo parlando solo di una manciata di sistemi veramente nuovi, quindi l'entità della sfida è probabilmente sostenibile, anche se richiederà una notevole quantità di tempo e attenzione alla DIA e altrove'', ha aggiunto Zack Cooper, ricercatore presso l'American Enterprise Institute. Christopher Miller, ex segretario alla Difesa ad interim da novembre 2020 a gennaio 2021 durante la prima amministrazione Trump, ha inoltre ricordato quanto accaduto mentre era in carica: "Non credo che ci siano mai state preoccupazioni sulla capacità di tracciare e analizzare i programmi di armamento cinesi. Era un requisito di raccolta dati piuttosto standard''.

Altri esperti ritengono che non è chiaro quanti dei nuovi sistemi cinesi siano reali e quanti siano dei modelli, ma soprattutto è difficile parlare in merito alla loro efficacia.

Certo, gli Usa non devono sottovalutare la Cina visto che il Dragone può produrre (e in tempo rapidi) ingenti armamenti e possono concentrare la loro potenza di combattimento su un teatro specifico vicino al loro cortile di casa. Una sfida in più per Washington.

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