Cronaca internazionale

"Gli americani lascino subito la Russia": l'appello Usa. Sale la tensione con Mosca

L'arresto del giornalista del WSJ Evan Gershkovich ha fatto schizzare alle stelle la tensione tra Washington e Mosca. Gli Usa: "Siamo profondamente preoccupati". La replica del Cremlino: "Colto in flagrante"

"Gli americani lascino subito il Paese": gli Usa contro il Cremlino
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Gli Stati Uniti sono "profondamente preoccupati" per l'arresto di Evan Gershkovich, corrispondente dalla Russia del Wall Street Journal, fermato dai servizi d'intelligence interni russi (Fsb) nella città di Ekaterinburg, dove si era recato per realizzare un articolo d'inchiesta sul Gruppo Wagner. Il giornalista, un cittadino statunitense, è stato accusato di spionaggio. Il tribunale Lefortovo di Mosca ha convalidato l'arresto del 31enne, che resterà agli arresti fino al 29 maggio. Gershkovich è accusato di spionaggio sulla base dell'articolo 276 del Codice penale, che prevede condanne fino a 20 anni di reclusione.

La reazione degli Stati Uniti

La vicenda di Gershkovich ha fatto schizzare alle stelle la tensione tra Washington e Mosca. Era dal 1986 che un giornalista americano non veniva fermato in Russia. Il 2 settembre di quell'anno, ricordiamolo, il capo dell'ufficio di corrispondenza di Mosca di News and World Report, Nick Daniloff, era stato arrestato con l'accusa di spionaggio formalizzata cinque giorni dopo mentre era detenuto alla prigione Lefortovo di Mosca. Le lancette dell'orologio sembrano essere tornate ai tempi della Guerra Fredda, con l'aggravante che adesso è in corso una guerra caldissima sul fronte ucraino.

"Siamo profondamente preoccupati per la detenzione, ampiamente coperta dalla stampa, di un giornalista, cittadino americano", ha dichiarato Antony Blinken ricordando che "ogni volta che un cittadino americano è detenuto all'estero, noi immediatamente chiediamo accesso consolare e cerchiamo di fornire tutto il sostegno appropriato".

Il segretario di Stato Usa ha quindi condannato "nel modo più forte possibile i continui tentativi del Cremlino di intimidire, reprimere e punire giornalisti e voci della società civile". Blinken ha quindi assicurato di essere in contatto con il Wall Street Journal sulla situazione.

"La massima priorità del dipartimento di Stato è la sicurezza dei cittadini americani all'estero" ha concluso Blinken ribadendo "il nostro più forte avviso sui pericoli per i cittadini americani nella Russia" e tornando ad invitare "cittadini americani che risiedono o viaggiano in Russia a partire immediatamente".

Il WSJ chiede il rilascio immediato del giornalista

Gershkovich è stato trasferito da Ekaterinburg a Mosca, dove è apparso nel tribunale di Lefortovo, dichiarandosi non colpevole. In aula era assente il suo avvocato, Daniil Berman, che ha riferito di non aver potuto partecipare all'udienza. I giudici hanno convalidato l'arresto e decratato la detenzione fino al 29 maggio.

Immediata la condanna del quotidiano americano, che ha negato "con veemenza le accuse dell'Fsb" e ha chiesto "l'immediato rilascio del suo fidato e scrupoloso reporter". "Siamo solidali con Evan e la sua famiglia", si legge nel comunicato del WSJ. Forte "preoccupazione" è stata espressa anche dalla Francia che ha ribadito la condanna dell' "atteggiamento repressivo della Russia", sia nei confronti della stampa nazionale sia di quella estera.

La versione del Cremlino

Per l'intelligence di Mosca, invece, il reporter "su istruzione degli Stati Uniti, stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso militare-industriale russo, che rappresentano un segreto di Stato".

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha attaccato il giornalista, sostenendo che quello che "stava facendo a Ekaterinburg non ha nulla a che fare con il giornalismo". "Purtroppo non è la prima volta che lo status di corrispondente estero, il visto giornalistico e l'accreditamento vengono utilizzati da stranieri nel nostro Paese per coprire attività che non sono giornalismo. Questo non è il primo noto occidentale ad essere preso con le mani nel sacco", ha aggiunto.

Anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha messo l'accento sul fatto che Gershkovich sia "stato colto in flagrante", sottolineando tuttavia di non conoscere i dettagli dell'arresto. Per il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, non ci sono problemi "nel proseguimento del lavoro in Russia degli altri dipendenti del Wall Street Journal", che svolgano "normali attività giornalistiche".

L'ipotesi dello scambio di prigionieri

Non è da escludere la possibilità che la Russia possa usare Gershkovich come pedina per uno scambio di prigionieri, come quello che lo scorso dicembre ha portato alla liberazione della cestista americana Brittney Griner in cambio del rilascio del trafficante di armi russo Victor Bout. La questione di un possibile scambio che coinvolga anche il giornalista del Wall Street Journal "non è ancora stata discussa", ha chiarito il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov.

"Non ho alcuna informazione, non ho nulla da dire in proposito", ha risposto da parte sua Peskov a un giornalista che gli chiedeva se fosse possibile uno scambio con Serghei Cherkasov, un russo detenuto in Brasile e incriminato nei giorni scorsi negli Usa con l'accusa di essere una spia dei servizi segreti russi.

Cherkasov è accusato di aver vissuto dal 2018 al 2022 sotto falsa identità brasiliana negli Usa e di avere raccolto attraverso i suoi contatti - anche con un dipendente del Dipartimento di Stato - informazioni di vario tipo, fra cui la possibile risposta di Washington ad un attacco russo all'Ucraina.

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