
Nelle ultime ore Donald Trump ha affermato che inizierà a parlare con le autorità cinesi per un possibile accordo su TikTok, un'intesa - a dire del presidente statunitense - che sarebbe "praticamente" raggiunta. Stati Uniti e Cina sono tuttavia ancora alle prese con il complesso rebus commerciale: le due superpotenze devono trovare un accordo, o per lo meno raggiungere una tregua, per sciogliere il nodo dei dazi. In attesa di capire cosa succederà, il Wall Street Journal ha messo in contrapposizione le diverse strategie adottate da Washington e Pechino. Da un lato, infatti, Trump che starebbe conducendo un attacco economico contro il Dragone mentre il leader cinese Xi Jinping starebbe combattendo una Guerra Fredda a tutto campo contro la Casa Bianca.
Alla ricerca dello ''stallo strategico''
Non è una differenza trascurabile, visto che Xi sta affrontando i negoziati commerciali fedele ad una strategia preparata da anni; una strategia che, secondo i consulenti politici di Pechino, trarrebbe ispirazione dalla comprensione degli errori commessi dall'Unione Sovietica durante la prima Guerra Fredda. Il Wsj ha scritto che Pechino punterebbe a raggiungere quello che Mao Zedong chiamava ''stallo strategico'', ovvero un equilibrio duraturo nel quale la pressione americana apparirebbe gestibile e Pechino guadagnerebbe tempo per raggiungere lo stesso livello degli Usa.
Un pilastro fondamentale delle lezioni che Xi ha tratto dal crollo sovietico è di natura economica: i sovietici hanno puntato tutto sull'industria pesante, concentrandosi su energia e armamenti. Pechino, al contrario, sta cercando di produrre tutto, rafforzando l'economia cinese contro le restrizioni commerciali e tecnologiche degli Stati Uniti, pur continuando a sfruttare l'appetito dei mercati mondiali per i suoi beni.
Un altro pilastro è prettamente geopolitico: da questo punto di vista l'obiettivo consiste nell'evitare un isolamento di stampo sovietico. Questop implica l'indebolimento delle alleanze statunitensi e la promozione di quello che Pechino chiama "multiallineamento", una dimensione nella quale i Paesi interagiscono con più potenze globali anziché schierarsi da una sola parte.
La strategia della Cina
Fondamentale per la strategia cinese sarebbe anche il proseguimento del potenziamento militare, senza però intraprendere una costosa corsa agli armamenti con gli Stati Uniti. Il pilastro principale, ha aggiunto ancora il Wsj, riguarderebbe però l'ulteriore rafforzamento del controllo del Partito Comunista Cinese su tutti gli aspetti della società nazionale. Xi parla spesso della caduta dell'Unione Sovietica come di una lezione per la Cina. "Perché l'Unione Sovietica si è disintegrata? Perché il Partito Comunista dell'Unione Sovietica è andato in pezzi?", chiese Xi in un discorso a porte chiuse agli alti funzionari del partito nel gennaio 2013, poco dopo aver assunto la guida del partito.
La guerra commerciale del primo mandato di Trump con la Cina nel 2018 e nel 2019 avrebbe aperto gli occhi della Cina. Il motto "Make America Great Again" avrebbe dimostrato a Xi la determinazione degli Stati Uniti a mantenere la propria supremazia mondiale. Spesso colta di sorpresa dalle tattiche di pressione di Trump, la leadership cinese ha quindi avviato una rivalutazione della vecchia Guerra Fredda.
Il nuovo obiettivo del Dragone? Combattere e, in definitiva, vincere la nuova Guerra Fredda contro gli stessi Usa.
In tutto questo Xi consiglia all'apparato del Partito di essere paziente, convinto che l'equilibrio di potere globale inevitabilmente si sposterà a favore della Cina. Basterà per vincere il braccio di ferro con gli Usa?