
Sul sito del ministero dell'Istruzione e della Scienza della Repubblica popolare di Lugansk, ente statuale proclamatosi indipendente ad aprile del 2014 a seguito della destabilizzazione del Donbass operata dalla Russia e di fatto facente parte della Federazione russa insieme alla Repubblica popolare di Donetsk e alle altre provincie ucraine occupate durante l'attuale conflitto, è presente una sezione in cui è possibile scegliere gli orfani di guerra ucraini esprimendo anche le proprie preferenze riguardanti alcune caratteristiche fisiche.
Nella sezione “banca dati”, presente sulla destra della pagina web e caratterizzata da un accattivante logo in cui si vedono una donna e un uomo stilizzati col braccio alzato verso un piccolo cuore rosso, a formare idealmente una “casa” per un bambino, si può accedere a un database che comprende i nominativi e le descrizioni approssimative di 294 bambini e adolescenti – da zero a 17 anni – rimasti senza genitori.
Nella pagina si può leggere, in apertura, che “al fine di tutelare i diritti e gli interessi degli orfani e dei bambini rimasti senza cure parentali, il ministero dell'Istruzione e della Scienza della Repubblica Popolare di Lugansk effettua l'accoglienza personale dei cittadini all'indirizzo: Repubblica Popolare di Lugansk, distretto urbano della città di Lugansk, Lugansk, via Eroe della Russia Denis Ivanov, 29, ufficio 26”.
La scelta, come accennato, può essere mirata: la pagina ha infatti delle caselle in cui, dopo aver inserito il proprio nominativo, si può scegliere il sesso, l'età, il colore degli occhi e quello dei capelli, la presenza o meno di fratelli/sorelle, nonché la tipologia di affidamento, ovvero se tutela o vera e propria adozione.
Le descrizioni dei minorenni, posizionate di fianco alla relativa foto (che non è presente per tutti), sono piuttosto approssimative ma tutte hanno in comune i tratti caratteriali più salienti e, per alcuni, le inclinazioni personali dei ragazzi come la passione per qualche sport o le abilità sociali sviluppate. Capita anche che si possa trovare una descrizione più dettagliata, che sfocia nella distopia di un ipotetico “mercato dei bambini” orwelliano: per Sofia, ragazza di 16 anni, viene ad esempio detto che “ha buone prestazioni mentali e un buon ritmo di apprendimento”, mentre per Stanislao, di 15 anni, che il suo “sviluppo fisico corrisponde all'età” e che “le capacità di autonomia sono sviluppate a un livello sufficiente”. Tutte caratteristiche che, in una normale adozione, potrebbero essere tranquillamente conosciute dopo un colloquio con un assistente sociale o figura di riferimento simile.
Per nessuno, tra i bambini e ragazzi, viene detto il motivo della mancanza delle cure parentali della madre e del padre, sebbene cliccando sul collegamento che apre la pagina del singolo individuo si possa notare la presenza dell'apposita sezione in basso. Quest'ultimo aspetto è difficilmente imputabile alla privacy, in quanto la descrizione dei bambini e dei ragazzi già travalica il minimo rispetto della tutela di un minore, e forse – sottolineiamo forse – ha molto a che vedere col fatto che si possa trattare di “orfani” strappati alle famiglie ucraine per “russificarli”.
Sappiamo che la Federazione russa ha in atto un processo di russificazione delle regioni occupate nel 2014 e nel 2022: sappiamo, ad esempio, che ad alcuni ucraini dell'ondata di sfollati in Russia è stato tolto il passaporto e offerta la possibilità di ottenere la cittadinanza russa. A volte, venivano spinti a firmare documenti di denuncia contro il governo e l'esercito ucraino. Quelli senza soldi o contatti in Russia – la maggioranza, secondo la maggior parte delle testimonianze – hanno potuto solamente andare dove indicato dalle autorità russe, verso est, persino nella regione sub-artica. Più di mille persone si trovano in luoghi lontani come Khabarovsk e Vladivostok. Questo nel tentativo di diluire la presenza di profughi ucraini in Russia, senza creare enclave, e così assorbirli nel tessuto sociale e culturale russo.
Esiste anche il rapporto di una commissione di inchiesta delle Nazioni Unite, di marzo 2023, che ha stabilito che “le autorità russe hanno commesso un'ampia gamma di violazioni del diritto internazionale, dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in molte regioni dell'Ucraina e della Federazione russa. Molte di queste violazioni costituiscono crimini di guerra e includono esecuzioni volontarie, attacchi contro civili, sequestri illegali, torture, stupri e trasferimenti forzati e deportazioni di minori”.
Insomma, il sito in questione è alquanto controverso in quanto non è possibile affermare con sicurezza che gli orfani minorenni presenti in quel database siano stati a tutti gli effetti sottratti alle loro famiglie ucraine nel tentativo di creare una nuova generazione di ucraini russificati, anche se tutte le evidenze raccolte in questi 11 anni di conflitto, dapprima in
Donbass e poi in Ucraina, sembrano portare alla conclusione che effettivamente si tratti di deportazioni di minori come certificato anche dall'Onu, e come disse qualcuno “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina”.