Mezzo miliardo di dollari: è questa la richiesta fatta dai legali di Donald Trump all'ex avvocato del presidente, Michael Cohen, denunciato dal tycoon. La sua colpa? Aver rivelato false informazioni e violato il vincolo di riservatezza con il suo cliente. I 500 milioni che Cohen dovrebbe restituire costituirebbero il risarcimento per i "vasti danni" arrecati alla reputazione del politico repubblicano.
"Tale condotta impropria, continua e crescente da parte di Cohen ha raggiunto un proverbiale crescendo e ha lasciato Trump senza altra alternativa che cercare un risarcimento legale", si legge nel documento presentato dal team di avvocati che ha fatto causa in un tribunale di Miami in Florida, dove potrebbe tenersi il processo dinnanzi a una giuria popolare. Non si è fatta attendere la replica: "Ancora una volta Trump usa il sistema giudiziario come forma di intimidazione", ha detto Lanny Davis, il quale difenderà Cohen dalle accuse del magnate. "È terrorizzato dai suoi problemi legali e sta tentando di inviare un messaggio ad altri potenziali testimoni che stanno collaborando con i procuratori", ha proseguito Davis.
Il caso Stormy Daniels e il ruolo di Michael Cohen
Michael Cohen, 56 anni, è stato per anni il principale faccendiere di Donald Trump. Il pagamento di 280mila dollari, versati per il silenzio della modella Karen McDougal (destinataria di 150mila dollari) e della pornostar Stormy Daniels (beneficiaria di 130mila dollari), per conto del suo assistito gli sono valsi una condanna a tre anni di carcere nel 2018 per uso illecito di fondi elettorali.
Trump, servitosi della strategia "catch & kill" tramite l'editore David Pecker del National Enquirer, ha rimborsato il suo allora avvocato con un onorario dilazionato, classificato come "spese legali". Il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, sostiene che attraverso queste "tangenti" Trump abbia organizzato una cospirazione, acquistando in maniera illecita delle informazioni su di lui che avrebbero potuto influenzare le elezioni presidenziali nel 2016.
L'uscita di prigione e la rivalità con Trump
Scontata la pena (per cui ha ricevuto una riduzione del periodo in carcere grazie alle sue rivelazioni rilasciate alle procure che hanno indagato su Trump), Cohen ha ricominciato a parlare negli scorsi mesi, diventando uno dei super-testimoni che avrebbero convinto il Gran giurì di New York a incriminare e arrestare l'ex presidente, su cui pendono 34 capi d'imputazione. Del suo vecchio cliente Cohen disse, nel corso di un'audizione al Congresso nel 2019: "È un razzista. È un truffatore. È un imbroglione".
Trump ha puntato il dito anche contro la partecipazione di Cohen a podcast e programmi televisivi, oltre ai libri Revenge e Disloyal pubblicati nel 2020 e nel 2022, in cui avrebbe rilasciato dichiarazioni compromettenti e illecite su di lui.
Ciò rappresenterebbe, secondo gli avvocati di The Donald, una prova della violazione dell'accordo di riservatezza. Il 5 aprile scorso un giudice della California ha obbligato Stormy Daniels a restituire 122mila dollari di spese legali all'ex presidente. Daniels aveva querelato senza successo Trump per diffamazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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