Chi è Karen McDougal, la seconda donna che rischia di inguaiare Trump

Karen McDougal, oggi 52enne, è l'ex Playmate con la quale Donald Trump avrebbe avuto una relazione nel 2006: l'anno prima si era sposato con Melania

Chi è Karen McDougal, la seconda donna che rischia di inguaiare Trump

Non solo Stormy Daniels. Secondo i 34 capi d'accusa resi noti ieri, l'ex presidente Donald Trump avrebbe comprato il silenzio di una seconda donna, l'ex playmate Karen McDougal, oggi 52enne, con il quale il tycoon avrebbe avuto una relazione. Nata a Gary, Indiana, prima di trasferirsi nel Michigan da bambina, McDougal ha iniziato a fare la modella quando aveva 20 anni. Successivamente la sua carriera è decollata con l'ingresso nelle "conigliette" di Playboy: tanto che nel 1998 ha vinto il premio "Playmate of the Year" ed è stata votata "Playmate of the 90s", seconda solo a un'icona come Pamela Anderson. In seguito si è dedicata al mondo del fitness, diventando la prima donna ad apparire sulla copertina della rivista Men's Fitness nel 1999. È apparsa anche in alcuni spot televisivi e al cinema, in ruolo minori, come nel cameo nel film del 2000 Charlie's Angels.

L'incontro tra Karen McDougal e Donald Trump

Karen McDougal conosce Trump nel 2006, lo stesso in cui The Donald fa il suo primo incontro con Stormy Daniels, l'altra donna con cui avrebbe avuto una relazione. L'incontro, secondo quanto ricostruito dal New Yorker, avviene alla Playboy Mansion di Los Angeles, dove il tycoon stava registrando un episodio della serie The Apprentice. Al tempo il magnate non era single ma si era da poco sposato con la terza e attuale moglie Melania (gennaio 2005).

McDougal racconta che Trump l'ha presa subito in simpatia ("Ha continuato a parlarmi, dicendomi quanto ero bella") e da lì è nata la scintilla. Secondo l'ex playmate, i due hanno avuto una relazione di 10 mesi e si sono visti "almeno cinque volte al mese". Una relazione che lei stessa ha descritto come "amorevole" e "consesuale". Come Stormy Daniels, anche McDougal avrebbe ricevuto un'importante somma di denaro per non rendere pubblica la loro relazione.

Lo schema Catch and Kill

Le accuse mosse dal procuratore distrettuale Alvin Bragg nei confronti dell'ex presidente riguardano appunto anche i soldi che Donald Trump avrebbe versato all'ex modella di Playboy. Ed è qui che entra in gioco David Pecker, ex Ceo del colosso American Media, dal momento che il National Enquirer - di proprietà di American Media - avrebbe versato a McDougal 150mila dollari per la sua storia in un accordo orchestrato, ancora una volta, dall'allora faccendiere di Trump, Michael Cohen.

La pratica è quella del "Catch and kill", letteralmente "acchiappa e uccidi", che prevede l'acquisto di uno scoop o di una rivelazione scottante su una figura pubblica - in questo caso Trump - per fare in modo che venga tolta dal mercato e non venga diffusa da altri. Uno schema consolidato che riguardava Trump, Cohen e Pecker.

Bragg lo chiama proprio "Catch and kill scheme", messo a punto dai tre al fine di "catturare ed insabbiare" rivelazioni e notizie che avrebbero potuto danneggiare la candidatura di Trump. In particolare, si cita un incontro svoltosi alla Trump Tower nel 2015 in cui erano presenti i tre. Durante l'incontro, sostiene l'accusa, "Pecker accettò di aiutare l'imputato, dicendo che avrebbe agito come 'occhi e orecchie' cercando storie negative sull'imputato stesso e allertando l'avvocato Cohen prima che le storie fossero pubblicate", si legge. "L'amministratore delegato di Ami (Pecker) accettò inoltre di pubblicare storie negative sugli avversari dell'imputato".

Circa cinque mesi prima delle elezioni presidenziali, intorno al giugno 2016, si legge ancora, il redattore capo del National Enquirer e Chief Content Officer dell'Ami contattò "Cohen riguardo una donna

che affermava di aver avuto una relazione sessuale con l'imputato mentre era sposato", afferma il documento. Quella donna era proprio l'ex playmate, Karen McDougal. Un passato che ora torna a galla, tanti anni dopo.

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