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Xi invia le navi da guerra a Okinawa: altre scintille Cina-Giappone

Tensione altissima tra Cina e Giappone, con esercitazioni navali e aeree aggressive e forti scontri diplomatici. Le navi di Pechino nei pressi di Okinawa

Xi invia le navi da guerra a Okinawa: altre scintille Cina-Giappone
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Il Giappone sta monitorando con estrema attenzione quattro navi da guerra della Marina di Pechino che si stanno muovendo in zone delicatissime. La portaerei cinese Liaoning ha infatti proseguito le sue esercitazioni militari nelle acque vicino a Okinawa, in seguito a un raro confronto militare andato in scena tra i caccia del Dragone e quelli giapponesi. Insieme alla Liaoning ci sono anche tre cacciatorpediniere lanciamissili: il gruppo di imbarcazioni sta navigando verso nord-est tra la richiamata Okinawa e le isole Minami-Daito, e in un'area a circa 190 km a est dell'isola Kikai. Il ministero della Difesa di Tokyo ha inoltre registrato circa 50 decolli e atterraggi di caccia ed elicotteri imbarcati, aggiungendo che il Giappone, in tutta risposta, ha fatto decollare i propri velivoli militari.

Navi cinesi in azione

Cosa sta succedendo tra Cina e Giappone? Le tensioni vanno avanti da giorni, da quando la premier nipponica Takaichi Sanae ha dichiarato che, in caso di un conflitto a Taiwan, Tokyo interverrebbe per tutelare la propria sicurezza nazionale. Queste parole hanno irritato Pechino e portato le relazioni tra i due Paesi ai minimi termini, tra accuse, contro repliche e provocazioni militari. In uno degli ultimi episodi noti, il governo giapponese ha denunciato un'azione sconsiderata effettuata da alcuni caccia cinesi, responsabili di aver puntato a intermittenza radar di controllo del tiro – una fase tattica preliminare al lancio di missili – contro gli F-15 nipponici.

Il ministro della Difesa giapponese Shinjiro Koizumi ha definito l’azione "pericolosa" e al di fuori delle norme di sicurezza, e ha affermato che Tokyo ha presentato una formale protesta a Pechino. La Cina ha a sua volta respinto le accuse definendole "esagerazioni" e "incoerenti con i fatti". Un portavoce della Marina cinese ha affermato che Pechino stava conducendo "normali addestramenti di volo in aree marittime e aeree designate" precedentemente annunciate, e che le forze giapponesi avrebbero interferito con le normali attività mettendo a rischio la sicurezza del volo. Adesso nel mirino del Giappone ci sono le suddette navi rivali che si stanno spostando in aree strategiche.

Cosa succede tra Tokyo e Pechino

Negli ultimi giorni, i media statali cinesi hanno criticato le intenzioni del Giappone e minimizzato le sue capacità militari. La televisione di Stato CCTV ha dichiarato che il dispiegamento nipponico di equipaggiamento militare sull'isola di Yonaguni – che Tokyo il mese scorso aveva affermato avrebbe "ridotto la probabilità di un attacco armato sul Giappone" – era poco più che un tentativo inutile. "L’arsenale cinese di lanciarazzi a lunga gittata, missili ipersonici e altre armi avanzate rende queste difese altamente vulnerabili. Le nostre capacità in operazioni di combattimento a lunga distanza e senza pilota possono neutralizzare qualsiasi minaccia con precisione", ha detto un commentatore alla China Central Television.

In un editoriale sul sito ufficiale China Military Online si legge invece che se il Giappone volesse abbandonare il suo impegno per la pace e tornare a un'espansione militarista, "affronterebbe inevitabilmente la propria rovina". "La Cina ama la pace e mantiene i suoi impegni. Tuttavia, su questioni riguardanti la sovranità nazionale e l’integrità territoriale, chiunque osi sfidare la linea di fondo del popolo cinese affronterà senza dubbio una risposta risoluta e potente da parte della Cina", si legge nello stesso pezzo.

In un contesto del genere la Cina ha sospeso le importazioni di prodotti ittici giapponesi, sconsigliato ai propri cittadini di viaggiare o studiare in Giappone, interrotto scambi intergovernativi e culturali e cancellato film e spettacoli giapponesi in Cina.

Takaichi ha cercato di ridurre le tensioni, dicendo al parlamento nipponico che la posizione di Tokyo su Taiwan non è cambiata - facendo riferimento all’impegno del 1972 che aveva portato alla normalizzazione dei rapporti tra Cina e Giappone – ma Pechino ha definito le sue parole una "prevaricazione", avvertendo che "non accetta assolutamente" il suo continuo rifiuto di ritrattare le dichiarazioni fatte a inizio novembre.

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