"Acquistò l'auto del killer per farlo apparire nullatenente": condannata la cognata di Impagnatiello

Due mesi dopo il delitto, alla donna venne intestata l'auto con cui l'ex barman trasportò il cadavere dell'ex compagna. I giudici del Tribunale civile di Milano: "Mossa per ridurre il patrimonio dell'imputato"

"Acquistò l'auto del killer per farlo apparire nullatenente": condannata la cognata di Impagnatiello
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La cognata di Alessandro Impagnatiello è stata condannata dal Tribunale civile di Milano a risarcire di circa 25mila euro, tra danni e spese legali, la famiglia di Giulia Tramontano. Due mesi dopo il delitto, avvenuto a Senago il 27 maggio del 2023, alla donna venne intestata l'auto con cui l'ex barman trasportò il cadavere della compagna mentre era incinta al settimo mese. Come anticipa il Corriere della Sera, secondo i giudici l'obiettivo sarebbe stato quello di "diminuire la consistenza patrimoniale" dell'imputato in vista degli eventuali risarcimenti ai familiari della vittima. "Alla famiglia di Giulia ciò che interessava era che questa macchina, sulla quale era stato nascosto e trasportato il corpo, non circolasse più liberamente, dato che non era stata sequestrata dalla Procura", ha dichiarato all'Ansa l'avvocato Giovanni Cacciapuoti, che assiste i coniugi Tramontano.

La vicenda giudiziaria

Secondo quanto ricostruito dal giornale di via Solferino, la cognata dell'ex barman, sarebbe stata al centro di un passaggio di proprietà dell'auto, una T-Roc Volkswagen, mediata dal marito Omar, il fratello di Impagnatiello. Dopo l'arresto del killer reo confesso di Giulia, l'uomo era stato incaricato di gestire i conti e la vettura del familiare. L'utilitaria risulta venduta alla moglie del fratello di Impagnatiello ad agosto del 2023 per 10 mila euro ma, in realtà, ne valeva 20 mila. Motivo per il quale i giudici del Tribunale civile di Milano ritengono che il veicolo sia stato ceduto alla cognata dell'imputato "all'esclusivo fine di sottrarre il predetto bene alle ragioni creditorie dei familiari di Giulia Tramontano". Nella sentenza con cui la donna è stata condannata a risarcire la famiglia Tramontano, depositata presso il tribunale civile del capoluogo lombardo l'11 agosto del 2025, si legge che "la vendita per cui è causa è avvenuta tra parenti/affini, ben consapevoli tutti delle ragioni risarcitorie degli odierni istanti e della diminuzione della garanzia generica a favore di questi per la riduzione (azzeramento) della consistenza patrimoniale del debitore". In buona sostanza, secondo i giudici, la compravendita della vettura sarebbe servita a far risultare Alessandro Impagnatiello nullatenente.

L'auto rubata

Lo scorso 12 di novembre, 24 ore dopo l'udienza del processo di secondo grado che ha confermato l'ergastolo per l'ex barman, c'era stata l'udienza civile promossa dai legali dei familiari di Giulia Tramontano, gli avvocati Giovanni Cacciapuoti e Rosario Santella, che chiedevano la confisca e la distruzione della vettura incriminata. Dopo il delitto, infatti, la Procura di Milano sequestrò solo il pianale del portabagagli in cui era stato occultato il cadavere della 29enne. Sta di fatto che, ad ottobre del 2024, la famiglia Impagnatiello aveva denunciato il furto della vettura. Come riporta ancora il Corriere della Sera, l'assicurazione non ha riconosciuto il risarcimento del danno. "Si conferma di non poter formulare alcuna offerta perché sono emersi elementi contradditori e anomali tali da ritenere che i danni lamentati in relazione all’evento occorso il 28/10/2024 non appaiono riconducibili alla dinamica denunciata", si legge nella dichiarazione della compagnia assicurativa acquisita agli atti del processo. Tuttavia per i giudici del Tribunale civile di Milano suddetta circostanza non implicherebbe un mancato risarcimento alla famiglia Tramontano.

Il processo a Impagnatiello

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all'ergastolo nei primi due gradi di giudizio. Entro il prossimo 15 settembre la Corte d'assise d'appello di Milano dovrà depositare le motivazioni della condanna in secondo grado, che ha escluso l'aggravante della premeditazione, accogliendo parzialmente il ricorso dell'avvocata Giulia Geradini, legale dell'imputato.

Quanto alla questione legata ai risarcimenti, in sede penale i giudici hanno stabilito due provvisionali di 200 mila euro a testa per i genitori della vittima, e 150 mila per il fratello e la sorella. Tuttavia l'ex barman risulta nullatenente.

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