
Una nuova, importante svolta nell’inchiesta bis sull’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco. La Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, ha nominato la professoressa Cristina Cattaneo, medico legale di fama internazionale, come super consulente per chiarire i punti ancora oscuri dell’indagine.
Secondo Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, unico indagato nelle nuove indagini insieme ad "altre persone da identificare", la scelta della Cattaneo apre la strada a una possibile riesumazione del corpo di Chiara Poggi: "Non vedo alternative operative – ha detto – se non quella di procedere con una nuova autopsia. Sarebbe l’unico modo concreto per svolgere il lavoro richiesto".
Gli interrogativi sul delitto e l’arma mai trovata
La professoressa Cattaneo dovrà analizzare una serie di elementi fondamentali: in primis la compatibilità tra le lesioni sul corpo di Chiara e alcuni attrezzi metallici ritrovati nella roggia di Tromello, tra cui una mazzetta da muratore, un pezzo di ascia e una pinza da camino, che potrebbero essere l’arma del delitto. Finora nessun oggetto è mai stato identificato con certezza come compatibile.
Una delle lesioni craniche presentava una frattura “a scalino”, particolare che suggerisce l’uso di un oggetto con massa e uno spigolo tagliente. I nuovi accertamenti si avvarranno anche della ricostruzione 3D realizzata dai Ris di Cagliari, che hanno mappato la scena del crimine con laser scanner e droni.
Chi è Cristina Cattaneo
Docente di Medicina Legale e Antropologia all’Università Statale di Milano, Cattaneo è direttrice del LABANOF e del MUSA, oltre a essere stata consulente in alcuni tra i casi di cronaca più noti in Italia, come il delitto di Yara Gambirasio. La sua nomina viene interpretata come un segnale della volontà della Procura di usare tecniche forensi avanzate per fare piena luce sul caso.
I dubbi della difesa
Ma l’avvocato Lovati non nasconde le sue perplessità: "La Cattaneo non è una genetista, né una specialista della dinamica processuale: quello è il compito dei Ris". E aggiunge: "Non si può chiedere alla super consulente di rileggere semplicemente la vecchia relazione del medico legale Ballardin. Se si vuole davvero fare un nuovo accertamento, la riesumazione appare inevitabile".
Lovati critica anche l’intero impianto dell’indagine bis: "Si cerca di costruire un concorso di persone senza avere un vero impianto accusatorio nei confronti del mio assistito. Si indagano presunti complici di un indagato su cui non ci sono elementi concreti. È un modo curioso di fare giustizia".
I prossimi passi
La nuova relazione dei Ris, che hanno ricostruito digitalmente la scena del crimine, è attesa a breve. Gli inquirenti stanno anche attendendo i risultati dell’incidente probatorio sulle analisi genetiche, affidate alla perita Denise Albani, il cui esito è previsto per il 10 ottobre.
Un passaggio che potrebbe fornire ulteriori risposte, o sollevare nuovi interrogativi, sulle presenze nella villetta quel giorno.Intanto, l’inchiesta prosegue, mentre l’ipotesi di una nuova autopsia si fa sempre più concreta. Dopo 18 anni, il caso Garlasco potrebbe essere ancora lontano dalla sua conclusione definitiva.