Cronaca nera

"La Orlandi è una cosa grave": le chat e i misteri vaticani

Cosa c'è scritto nelle chat relative al caso di Emanuela Orlandi? Quarto Grado ha provato una possibile ricostruzione, e potrebbe spuntare un dossier

Pietro Orlandi nel 2012 con il manifesto della sorella scomparsa Emanuela
Pietro Orlandi nel 2012 con il manifesto della sorella scomparsa Emanuela

C’è grande attesa per sapere se i nuovi elementi restituiranno finalmente verità alla scomparsa di Emanuela Orlandi. Ieri era l’anniversario della sua nascita e Quarto Grado ha operato una possibile ricostruzione delle chat consegnate al promotore di giustizia, per cui è stata aperta un’inchiesta che il conduttore Gianluigi Nuzzi ha definito un “passo avanti clamoroso”, aggiungendo che “le verità sono nei cassetti”.

I nuovi elementi consistono in una cinquantina di screenshot tratti da chat su WhatsApp avvenute tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 su un presunto dossier Vaticano su Emanuela. Sono stati consegnati al nuovo promotore di giustizia vaticano dal fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, e dal suo avvocato Laura Sgrò a metà del 2021, su consiglio di Papa Francesco. Qui di seguito la ricostruzione: Abril cui si fa riferimento è il cardinale Abril, mentre Giani è Domenico Giani, ex comandante della Gendarmeria Vaticana.

“Mi raccomando, dobbiamo fare delle fotocopie di tutti questi documenti di Emanuela”

“Papa Francesco ci dice che dobbiamo andare avanti, però poi siamo noi che dobbiamo fare le cose, che facciamo?”

“Però a questo punto i tombaroli chi li deve pagare, visto che li dobbiamo pagare di nascosto?”

“Abril ci dice che dobbiamo andare avanti, che poi a settembre dobbiamo fare l’inventario delle cose che abbiamo trovato”

“Di questa cosa dobbiamo avvisare Giani?”

“No, no! Ma che, scherzi? Lascia perdere, la Orlandi è una cosa grave, il Papa è con noi, ci dice di andare avanti”

“Devi andare per questa strada, però bisogna risolvere perché questa è una cosa molto grave”

Intanto la famiglia Orlandi ha organizzato per questo pomeriggio un sit in in largo san Giovanni XXIII per chiedere ancora una volta verità. “Io ne ho parlato, da un anno circa ogni tanto ne parlo - ha raccontato Pietro Orlandi a Quarto Grado, riferendosi alle chat - però non ho mai fatto i nomi delle persone perché vorrei verbalizzarli”.

Nel dicembre 2021, Sgrò ha consegnato direttamente al pontefice una missiva che ha ricevuto risposta. “Ero stanca del muro di silenzio che avevo da parte dell’ufficio del promotore di giustizia, per cui, siccome volevo in qualche modo comunicare con il Papa, affidai una riservata personale a una persona a me molto cara, che sapevo che viaggiava con il Papa”, ha spiegato in studio.

Sgrò auspica che siano battute tutte le piste, anche quella sessuale di cui finora si è vociferato ma cui non è mai stato dato credito ufficiale. La presunta pista sessuale darebbe credito alla rivelazione di un’amica di Emanuela che disse che una persona vicina a Papa Giovanni Paolo II ci avrebbe provato con lei.

E si dice che in Vaticano qualcuno avesse perso la testa per Emanuela, ma non si sa se si tratti della stessa persona cui fa riferimento l’amica, che naturalmente ha un ricordo lontano della questione, essendo passati quasi 40 anni dalla scomparsa.

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