Il santuario, il suicidio, la ragazza picchiata. A che punto sono le indagini sulle impronte su Garlasco

Continua a prendere corpo la pista per cui Chiara Poggi potrebbe essere stata uccisa da un sicario dopo aver scoperto uno scenario illegale

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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Una brava ragazza onesta. Proprio ieri i genitori di Chiara Poggi hanno chiesto a gran voce che non sia gettato fango sulla figlia, che non si può difendere perché è stata brutalmente uccisa nella loro villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. A fronte di alcune certezze però resta un interrogativo importante mai emerso: qual è il movente di chi l'ha trucidata? Una delle piste al momento al vaglio degli inquirenti esce dalla sfera di affetti e conoscenti.

Il sicario e lo scandalo sessuale

Va ricordato che Alberto Stasi, il fidanzato, fu condannato per l’omicidio nel 2015. E ora che gli investigatori hanno iscritto nel registro degli indagati un’altra persona in passato archiviata, Andrea Sempio, sembra che comunque si vogliano battere anche altre piste, pure queste già vagliate nel 2007, ma che ora prendono maggiormente corpo. D’altra parte era stato proprio uno dei legali di Sempio, Massimo Lovati, a lanciare l’ipotesi di un “sicario” che “probabilmente” avrebbe ucciso Chiara Poggi perché aveva scoperto qualcosa.

E perché, forse, era pronta “a parlare”, a denunciare. Quest’ultima eventualità era stata sottolineata a “Chi l’ha visto?” da un rumeno condannato per estorsione nel 2014. Secondo il pregiudicato, oggi latitante, Chiara Poggi avrebbe scoperto uno scandalo sessuale intorno al santuario della Madonna della Bozzola, scandalo che avrebbe rappresentato le circostanze per cui il rumeno, con un altro connazionale anche lui condannato, avrebbero ricattato il rettore del santuario don Gregorio Vitali.

Ho parlato con una ragazza”, ha aggiunto il rumeno a “Chi l’ha visto?”, spiegando che una giovane, picchiata da un non precisato qualcuno, gli avrebbe parlato del presunto legame tra lo scandalo e il delitto di Garlasco, tuttavia le parole di questa donna non sono state verificate dalla trasmissione di Rai 3. Pare però che all’epoca diverse persone sarebbero state a conoscenza dello scandalo, emerso solo grazie alla soffiata di un informatore ai carabinieri di Vigevano, come ha raccontato l’avvocato Roberto Grittini.

Ma il processo è terminato nel 2014, mentre l’omicidio Poggi è avvenuto nel 2007. C’è davvero un trait d’union? In effetti nel 2006 un sacerdote, don Cervio che però è venuto a mancare nel 2016, ha raccontato ai carabinieri di Vigevano dello scandalo: “Mi riferirono di particolari sconcertanti in merito alle condotte ‘immorali’ tenute da Padre Gregorio, che persino pagava alcuni uomini al fine di ottenere da loro prestazioni sessuali”. Pare che don Cervio avesse informato la curia, ma pare anche che non ci siano stati accertamenti in merito.

L'amico di Sempio

Chiara Poggi nelle ultime settimane di vita aveva salvato alcuni articoli legati alla pedofilia nella Chiesa Usa, oltre che visualizzato sul proprio computer delle foto del santuario della Madonna della Bozzola. Una foto del santuario è anche sul profilo Facebook di un amico d'adolescenza di Sempio, Michele Bertani. Questi si è suicidato a marzo 2016, ma sul suo profilo social due mesi prima aveva scritto la citazione di una canzone dei Club Dogo, citazione che ora suona inquietante e sinistra: “La VeriTa Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!! la Verità nessuno mai te la racconterà…”.

L'incidente probatorio

Intanto c’è attesa a Garlasco per l’incidente probatorio previsto per il 17 giugno. In questo contesto verrà confrontato con quello di Sempio il Dna sui margini delle unghie di Chiara Poggi - cosa che fu valutata anche in passato, ma la posizione dell’indagato fu archiviata.

Saranno analizzati anche 60 paradesivi che erano stati, nelle vecchie indagini, appiccicate ai muri della villetta di Garlasco per conservare le impronte, tra cui la 33 attribuita a Sempio: all’apertura dei paradesivi ci saranno confronti e foto per capire se c’è materiale genetico dell’indagato o di altre persone, in particolare coloro che frequentavano abitualmente la villetta.

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