Cronaca nera

La "maledizione" di via Cogne a Milano: ieri sera un altro omicidio-suicidio

Una lunga scia di sangue dal 2017, con l'omicidio di Andrea La Rosa, a ieri sera. Un 51enne avrebbe ucciso un altro uomo in un appartamento al settimo piano di uno dei palazzi per poi lanciarsi dalla finestra

L'appartamento di via Cogne in cui è avvenuto l'omicidio-suicidio il 22 maggio 2023
L'appartamento di via Cogne in cui è avvenuto l'omicidio-suicidio il 22 maggio 2023

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La maledizione di via Cogne a Milano: ieri sera un altro omicidio-suicidio

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Via Cogne, via che sembra “maledetta”. Già di per sé, una via dedicata alla nota località turistica in Valle D’Aosta, farebbe ritornare alla mente un fatto che ha segnato fortemente l’immaginario collettivo: il delitto del piccolo Samuele Lorenzi, mai confessato dalla madre Annamaria Franzoni.

Da alcuni anni anche a Milano questo indirizzo alla periferia del capoluogo, zona Quarto Oggiaro, ricorre tragicamente nelle cronache cittadine: una lunga scia di sangue a partire dal novembre 2017, con l’omicidio del calciatore Andrea La Rosa da parte di una coppia di killer madre-figlio. Da cinque anni a questa parte, i carabinieri sono tornati qui altre tre volte: l’ultima 24 ore fa.

Domenica 21 maggio, sono le 23,30: nel cortile interno di un palazzone c’è il corpo senza vita di Claudio Giannuario, disoccupato con piccoli precedenti per reati contro il patrimonio, schiantatosi al suolo dopo un volo di sette piani. Dentro uno degli appartamenti, i militari, allertati dai vicini, scoprono un altro corpo esanime: è di un uomo, senza documenti, accoltellato a morte forse con un paio di forbici. É ancora presto per dirlo, ma per il momento tutti gli elementi confluiscono nell’ipotesi omicidio-suicidio. Forse all’origine vi è una lite, per motivi ancora da chiarire, finita nel sangue. Il killer sarebbe il 51enne: avrebbe accoltellato l’altro uomo per poi lanciarsi dalla finestra. Sulle braccia di Giannuario- riporta l'Agi - sono stati trovati segni compatibili con un gesto autolesionista. La vittima, non ancora identificata, è stata colpita al collo.

Il caso più eclatante risale a 5 anni fa, cioè al novembre 2017, l’omicidio brutale del calciatore Andrea La Rosa, 35 anni, ucciso da una coppia senza scrupoli: madre e figlio. Di recente la Cassazione li ha condannati all’ergastolo in via definitiva: Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, il primo coetaneo della vittima, l’altra oggi 62enne. Un delitto efferato, per motivi legati a un debito di alcune decine di migliaia di euro, che la vittima non voleva restituire. Lo hanno attirato nel loro appartamento con una scusa, e dopo averlo narcotizzato con un caffè con dentro delle benzodiazepine lo hanno trascinato in cantina e accoltellato. Privo di sensi, ma ancora vivo, hanno trascinato La Rosa dentro un grosso fusto di benzina, per poi versargli addosso dell’acido. Hanno anche tentato di farla franca, provando a nascondere il bidone con dentro il corpo dentro un magazzino, ma sono stati fermati dai carabinieri della squadra omicidi di Milano e arrestati.

Solo pochi mesi fa, il 3 gennaio 2023, nella stessa via al civico 7, c’è stato il tentato omicidio di una 53enne, Tiziana M., colpita più volte all'addome da un anziano 81enne, Francesco R., che la ospitava saltuariamente: il motivo forse legato a delle pretese economiche della vittima che era tossicodipendente. La donna è stata trasportata al Pronto Soccorso dell'ospedale Niguarda e si è salvata solo dopo un intervento chirurgico.

Nel febbraio 2018, un altro episodio, al numero 20 della via: questa volta legato a una tragica fatalità. Un incendio, causato da un cortocircuito, ha ucciso Haitam M., un ragazzino di 13 anni di origini marocchine. Le fiamme si erano propagate dal piano di sotto fino alla sua casa, dove era da solo perché la mamma con cui viveva era al lavoro e le due sorelle erano a scuola. Lui stava aspettando di entrare in un istituto protetto, aveva disturbi della personalità ed era seguito dai servizi sociali.

Fu ritrovato nella vasca da bagno piena d’acqua, dove si era immerso per resistere alle fiamme, ma morì intossicato.

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