I figli della 71enne uccisa: "Siamo in un incubo". E la madre di uno dei minori rom li difende: "Sono bambini"

I figli della donna non vogliono sentir parlare di disgrazia. La madre di uno degli undicenni che era sull'auto: "Piango per lui e per la signora che è morta"

I figli della 71enne uccisa: "Siamo in un incubo". E la madre di uno dei minori rom li difende: "Sono bambini"
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Cecilia De Astis è morta a 71 anni, investita da un'auto rubata guidata da un 13enne con a bordo altri minori, di cui un 11enne. Ma i figli della donna non ci stanno a sentir parlare di disgrazia perché, dicono al Corriere della Sera, "questa tragedia non è giustificabile con la sfortuna. Si è arrivati qui perché non siamo tutelati. È inquietante". A parlare è Filippo Di Terlizzi, figlio della donna, lui e suo fratello Gaetano sono sconvolti da quanto accaduto: "Siamo dentro un incubo".

Chi ucciso la madre non pagherà, perché hanno meno di 14 anni e non sono imputabili e Filippo oggi cerca di tenere accesi i fari sul problema sicurezza: "Il Gratosoglio non è una delle zone più belle della città. Ma non poter fare due passi sul marciapiedi con il rischio di essere travolti, con il rischio di perdere chi di più caro si ha al mondo, non va bene. Non è un discorso di nazionalità. Nessuna caccia alle streghe. Qui parliamo della sicurezza di tutti". I responsabili vivono nel campo nomadi abusivo di via Selvanesco e questo ha acceso anche la disputa politica, perché il centrodestra da anni chiede che i campi vengano chiusi e i loro abitanti allontanati, mentre a sinistra si ragiona di "superamento", che implica il trovare soluzioni alternative per i nomadi, che spesso sono alloggi popolari concessi senza graduatoria.

"Ho letto le dichiarazioni dei politici. Non servono slogan elettorali. Bisogna agire per la sicurezza dei cittadini. Vogliamo soluzioni", ha proseguito Filippo, sottolineando che quanto accaduto a sua madre "non è uno scippo o una rapina che sono sempre sconvolgenti. Ma si tratta di un omicidio che non doveva esistere. Non voglio calcare la mano, e nemmeno giudicare l’operato del sindaco, ma non posso pensare che si ripeta". Dal canto suo, la mamma dell'11enne che era su quella macchina è stata sentita dai vigili inseme a suo figlio: "Sono bambini, non sono adulti, che capiscono...". Ha gli occhi lucidi quando incontra i giornalisti: "È da stamattina all’alba che piango. Per mio figlio. E per la signora che è morta".

Al Corriere della Sera ha spiegato che il figlio glielo ha raccontato nella notte tra lunedì e martedì quello che hanno fatto: "Erano usciti al mattino insieme, a piedi. E sono tornati tardi. Eravamo preoccupati, vedevamo la polizia passare tante volte nella strada: non capivamo, non sapevamo cosa pensare. Ma all’inizio lui e gli altri non hanno detto niente. Poi stanotte si sono messi a piangere. Ci hanno raccontato di questa tragedia, dell’incidente, di quello che era successo. Non so cosa pensare". E sull'auto prova a minimizzare, dicendo che "l’hanno trovata abbandonata con le chiavi dentro, o l’avranno rubata". Tutti i minori sono tornati al campo con le madri, non possono essere indagati o imputati. Da quel campo erano stati allontanati già anni fa, perché vivevano in condizioni igienico-sanitarie decadenti: il Comune li aveva sgomberati e il Tar aveva dato ragione all'amministrazione a fronte del ricorso.

Ma sono tornati e rivendicano la proprietà del terreno. Alcuni ragazzini lanciano pietre a chi cerca di avvicinarsi e gli uomini non ci sono: "Sono tutti in galera, anche il mio, per vecchi reati".

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