Cronaca nera

"Potrebbe uccidere anche l'amante". Ma il gip esclude la premeditazione nell'omicidio di Giulia

"Ho ucciso perché stressato dalla situazione", ha detto Alessandro Impagnatiello, in carcere per l'omicidio della 29enne incinta al 7 mese a Senago. Secondo il gip potrebbe uccidere anche l'amante

Alessandro Impagnatiello ripreso dalle telecamere alle 07:08 di domenica mattina
Alessandro Impagnatiello ripreso dalle telecamere alle 07:08 di domenica mattina

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"Potrebbe uccidere anche l'amante". Ma il gip esclude la premeditazione nell'omicidio di Giulia

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L'omicidio di Giulia Tramontano non era premeditato. Lo scrive la gip Anna Minerva, nell'ordinanza con cui ha convalidato il fermo per Alessandro Impagnatiello, il killer 30enne in carcere da mercoledì notte per il delitto della 29enne, incinta al settimo mese di gravidanza. Il giovane resta quindi in carcere ma è stata esclusa l'aggravante della premeditazione. Tra le esigenze cautelari indicate dalla giudice, oltre al pericolo di fuga e all'eventuale inquinamento delle prove, ce n'è una inquietante, quella legata alla reiterazione del reato. Scrive nel provvedimento che Impagnatiello potrebbe uccidere ancora l'amante "con la quale l'indagato sperava, avendo "eliminato" il pericolo costituito da Giulia Tramontano, di proseguire la relazione e che invece, avendo scoperto la doppia relazione intrattenuta da Impagnatiello, lo aveva alfontanato vanificando e quindi frustrando (nuovamente) le sue aspettative".

Perché è stata esclusa l'aggravante della premeditazione

Nel provvedimento si legge che l'aggravante "si compone di due elementi costitutivi: un apprezzabile intervallo temporale tra l'insorgenza del proposito delittuoso e la sua attuazione, tale da consentire una ponderata riflessione sulla decisione presa e sull'opportunità del recesso (c.d. elemento cronologico), e la natura ferma e irrevocabile della risoluzione criminosa, che deve perdurare senza soluzione di continuità nell'animo dell'agente fino alla commissione del reato". Spiega quindi la gip che in questo caso "il principale indicatore dell' insorgenza di un proposito omicidiario maturato dall'indagato prima del delitto -risulta essere la ricerca sul web "ceramica bruciata vasca da bagno" effettuata alle ore 19.00.25 del 27.5.23, poco prima che la vittima tornasse a casa a seguito dell'incontro" con l'altra donna. Si ritiene quindi che l'omicidio "sia stato preordinato quantomeno a partire dalle 19.00 del 27 maggio. Senonchè, sulla scorta di quanto sopra detto, tale rilievo non consente di affermare, anche solo in termini indiziari, la sussistenza dell' aggravante della premeditazione".

Esclusa l'aggravante della crudeltà

La gip ha escluso anche l'aggravante della crudeltà. Scrive ancora nel provvedimento: "L'azione omicidiaria non risulta, allo stato, caratterizzata da particolare pervicacia, tenuto conto del tipo di arma utilizzata e del numero e dell'entità di colpi inferti. Sotto altro profilo, si rileva che la condotta successiva all'omicidio non assume rilevanza rispetto all'aggravante in questione, in quanto inidonea ad infliggere le "sofferenze aggiuntive" richieste dalla giurisprudenza, bensi, al più, tale da esprimere riprovevolezza rispetto alla comune morale".

"L'ho uccisa perché ero stressato dalla situazione"

Nel motivare l'aggravante dei futili motivi la gip sottolinea quanto riferito stamane da Alessandro Impagnatiello tra le motivazioni dell'uccisione della compagna. Il 30enne ha detto di averla ammazzata perché "stressato dalla situazione che si era venuta a creare". Lo "stress" sarebbe stato determinato dalla "gestione delle due ragazze", con cui intratteneva relazioni parallele.

Un elemento, questo, che "addirittura aggrava la sproporzione tra i motivi e la condotta omicidiaria" per la gip.

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