Così Madrid ha invaso tutta la Ue

Gli spagnoli si sono aggiudicati, con una procedura piuttosto inusuale, la presidenza della Bei

Così Madrid ha invaso tutta la  Ue
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Gli spagnoli si sono aggiudicati, con una procedura piuttosto inusuale, la presidenza della Bei. Nadia Calvino passa da ministro dell'Economia spagnolo alla presidenza della Bei, proprio durante la presidenza di turno degli spagnoli. Il retropensiero è che il rappresentante iberico abbia avuto «un occhio di riguardo» verso l'asse franco-tedesco oggi impegnato a rivedere il patto di stabilità e in cambio abbia ottenuto la sospirata presidenza. Sconfiggendo il candidato italiano.

Le agenzie hanno (...)

(...) reso pubblica la frase del nostro ministro Giorgetti che citando l'allenatore Boskov ha commentato davanti ai commensali: «Rigore è, quando arbitro fischia». Come dire: è fatta, anche se ce ne rammarichiamo. Nessuno ha ripreso la frase successiva di Giorgetti e cioè: «In questo caso però sarebbe necessario il Var». E cioè: se si vedesse tutta l'azione si capirebbe che quel fischio è stato sbagliato. Il punto è che Madrid, oltre alla Calvino (in foto) oggi starebbe per incassare anche la presidenza dell'Eba. La potente Authority di sorveglianza del mercato bancario europeo. Oggi è in mano allo spagnolo Josè Manuel Campa. Il regolamento per la sua designazione, senza grandi comunicazioni pubbliche, è recentemente cambiato. Non sarà la commissione a decidere, ma la pattuglia dei governatori delle banche centrali. E in questo caso, anche Banca d'Italia, avrebbe acconsentito alla conferma del presidente uscente. Due spagnoli alla guida di due importanti enti europei sono un bottino di tutto rispetto per un semestre di presidenza, quella iberica, che termina tra due settimane. Chissà se fra cinque anni, nel 2028, l'Italia saprà fare qualcosa di simile.

IL FONDO DI CDP

Dario Scannapieco ha una freccia appuntita per poter vedere la sua riconferma alla guida della Cassa depositi e prestiti e si chiama Fondo Clima. Solo qualche malizioso può ritenere che il vantaggio rispetto al suo competitor, Turicchi oggi in Ita, derivi dai buoni uffici del suo co-head dello staff Fabio Barchiesi, bene introdotto nei palazzi romani. La verità è che l'attuale amministratore delegato si è messo pancia a terra per definire il funzionamento di questo benedetto Fondo Clima. Nato con i passati governi, ha iniziato ora, finalmente ad operare. Con una dotazione di 4,2 miliardi di euro può diventare il braccio armato e finanziario del cosiddetto Piano Mattei a cui la Meloni tiene moltissimo. La sua struttura è piuttosto complessa con due comitati, uno tecnico e uno politico, a livello governativo, e un gestore, che è appunto la Cassa. Grazie all'operatività di questo fondo e alle sue risorse, le attività diplomatiche italiane possono avere qualche carta in più da giocarsi in quei paesi del Nord Africa e del Medio oriente in cui siamo ritornati particolarmente attivi.

CALIFORNIA CINEMA E DEBITI

La California che è lo stato più popoloso degli Usa è anche quello più spendaccione. La sua economia, se fosse uno stato autonomo, sarebbe la quinta al mondo: superiore per intenderci anche all'Italia. Eppure il suo deficit è a livello del Belpaese. Quest'anno dovrebbe avvicinarsi ai 70 miliardi di dollari, raddoppiando le previsioni di rosso che solo a giugno erano preventivate a 30 miliardi. Sono guai dunque per il governatore democratico Gavin Newson (nella foto), al secondo mandato, e con aspirazioni presidenziali. Secondo gli uffici di bilancio sono mancati all'appello la bellezza di 26 miliardi di imposte preventivate. In parte per i danni degli uragani, ma in parte anche per le folli politiche democratiche. Basti pensare agli enormi sconti fiscali che i democratici hanno votato per l'amica industria cinematografica, liberal da sempre.

È stato approvato un sistema di tax credit per cinema e società di produzione che vale 330 milioni e che prevede la possibilità di detrarsi questi bonus fiscali anche se non si ha capienza nella propria dichiarazione dei redditi.

C'è polemica in California, le aziende scappano per l'elevata tassazione e le regole quasi europee soprattutto in materia ambientale, mentre le industrie liberal del cinema vengono continuamente aiutate.

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