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La ricetta per dimagrire? Cambiare orari

Una ricerca condotta presso un Università inglese ha scoperto che per dimagrire basterebbe cambiare gli orari in cui si consuma la colazione e la cena

La ricetta per dimagrire? Cambiare orari

Potrebbe cambiare la vita di molte persone l'ultima ricerca condotta presso l'università inglese del Surrey secondo la quale per dimagrire basterebbe mangiare a determinati orari. Apportare dunque lievi modifiche ai tempi della colazione o della cena, potrebbe aiutare a ridurre il grasso corporeo e ad evitare il suo accumulo. Lo studio ha fatto luce sui benefici della cosiddetta "alimentazione limitata nel tempo" ovvero una forma di digiuno intermittente. Si è confermato che la limitazione del numero di ore di disponibilità di cibo giornaliere è in grado di stimolare il metabolismo.

Per dieci settimane i ricercatori hanno studiato due gruppi di volontari. Agli individui del primo è stato chiesto di ritardare la colazione di 90 minuti e di cenare, invece, 90 minuti prima. Tali regole non sono state imposte ai soggetti del secondo gruppo. Tutti potevano mangiare liberamente, rispettando però una certa finestra di tempo. I risultati ottenuti sono stupefacenti. Dagli stessi è emerso che coloro che hanno modificato l'orario dei pasti sono riusciti a perdere più del doppio del grasso corporeo rispetto a chi ha conservato le proprie abitudini.

Secondo Susan Carnell, assistente professore di psichiatria e scienze comportamentali del John Hopkins Medicine, l'alimentazione a tempo limitato offrirebbe molti benefici anche se potrebbe risultare difficile da rispettare.

Controversa risulta però essere la posizione di Andrew Mente che ha presentato i risultati dello studio alla conferenza della Società europea di cardiologia (Esc) a Monaco. Secondo il suo pensiero, infatti, il grasso saturo della carne e degli alimenti lattiero-caseari potrebbe addirittura proteggere il cuore. Inoltre, a suo dire, chi mangia più grassi consumerebbe meno carboidrati che, essendo più zuccherini, apporterebbero maggiori danni alla salute.

"Sono necessari studi più ampi che testino l'efficacia e la fattibilità dei vari programmi" conclude il già

citato Carnell.

Si rischia di vanificare l'importanza della dieta mediterranea che prevede un consumo moderato di carne e latticini a vantaggio di cibi maggiormente salutari quali legumi, frutta, verdura e cereali integrali.

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