Francia in crisi: per la nuova destra l'ora delle manovre

Francia in crisi: per la nuova destra l'ora  delle manovre
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L'immagine emblematica della situazione politica francese la si è avuta qualche giorno fa, quando durante un violento temporale, che sta segnando quest'estate tropicale, all'interno del Parlamento ha cominciato a piovere in testa al primo ministro François Bayrou che occupava lo scranno del capo del governo. Si potrebbe dire che le cose non accadono mai per caso, è forse il segno di Francia in bilico, e soprattutto insoddisfatta su varie questioni cruciali.

Nelle scorse settimane il presidente Macron si è fatto ospitare in una lunga diretta televisiva, in prima serata, dalle 21 fino ad oltre le 23, rispondendo a domande a tutto campo.

Il giorno dopo il quotidiano Le Figaro ha attivato un sondaggio online (che non ha il rigore statistico di un vero sondaggio) ma nel quale, rivelando una marcata tendenza, l'80% si dichiarava insoddisfatto delle risposte del presidente.

Appena due giorni fa, in un altro sondaggio, realizzato dall'istituto Ifop per il Journal du Dimanche, 77% dei francesi si dichiara "insoddisfatto" dall'operato dell'attuale presidente.

Lo stesso sondaggio certifica che la percentuale di scontento sale all'80% per il mai amato attuale premier, François Bayrou, il livello più alto di sfiducia dalla sua nomina alla guida del governo, nel dicembre 2024. Il governo Bayrou è oggetto di una mozione di sfiducia da parte del Partito Socialista sul tema delle pensioni, che, però, non dovrebbe passare visti i numeri in Parlamento.

Due sono gli ambiti che alimentano lo scontento dei francesi: la sicurezza e la situazione economica. Il tasso di inflazione annuale in Francia è salito allo 0,9% a giugno, ben oltre le previsioni che lo davano allo 0,7%. A incidere l'aumento dei fitti degli alloggi, delle spese per la sanità, dei trasporti e poi del settore alimentare, dove è giunta all'1,4 per cento.

Secondo ancora un'altra indagine Odoxa-Groupe Goron per Le Figaro, circa il 90% dei francesi si ritiene insoddisfatto dell'azione del governo a tutela della sicurezza collettiva.

Emmanuel Macron consapevole di questa crisi si è lanciato in un attivismo sulla politica internazionale nel tentativo di recuperare su questo terreno, non senza un pizzico di grandeur francese.

È stato in Asia, in quella che fu l'Indocina francese (rimediando il famoso schiaffo di Brigitte in Vietnam), ha assunto posizioni diverse dagli altri occidentali sull'Iran, definendo illegali i bombardamenti di Trump sul terreno del diritto internazionale, e su Gaza con una forte censura dei comportamenti di Netanyahu. Ha anche provato a rilanciare l'antico asse franco-tedesco con il neocancelliere di Berlino Friedrich Merz. Ma poi le rispettive posizioni si sono divaricate a proposito dell'intervento in Iran, perché il cancelliere ha sostanzialmente apprezzato. Quindi, la telefonata con Putin.

La Francia è probabilmente a un passaggio cruciale della sua politica, nel quale si rivelano angosce collettive, incertezze sul futuro e la ricerca di una nuova prospettiva. Quello Stato sociale largo che ha segnato la storia recente di questo importante paese non è più sostenibile, occorrerebbero riforme che il governo in carica non è in grado di fare. De Gaulle riuscì a chiudere con il passato coloniale grazie al suo immenso prestigio, nessun altro ci sarebbe riuscito senza alimentare risentimenti. D'altro canto, neanche la vocazione globalista che si affida alla finanza può tenere, grandi gruppi francesi hanno fatto shopping di marchi del lusso ma ora molti di questi sono in crisi.

Il premier Bayrou per evitare la sfiducia socialista sulla riforma delle pensioni vuole annacquarla ma tutti sanno che la pretesa di andare tutti in pensione a 62 anni nel mondo attuale non regge.

In queste ore si discute della possibilità di riunire le destre in un grande schieramento conservatore che sulla carta, oggi, avrebbe un'ampissima maggioranza. Lo storico francese René Remond, accademico di Francia, codificò la formula delle "tre destre" che non si riferiscono al momento attuale ma danno un'idea di diversi filoni culturali.

De Gaulle seppe riunire questa maggioranza in un progetto e un'idea. Nicolas Sarkozy ha incontrato il giovane esponente del Rassemblement National Jordan Bardella, una cosa impensabile anni fa. Ai francesi piacerebbe la nascita di questo nuovo schieramento.

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