Sergio Mattarella, in visita ufficiale di Stato in Argentina, parla davanti alle Camere riunite a Buenos Aires: affronta il tema dei migranti e tuona contro i nazionalismi e i protezionismi.
"Per governare il fenomeno delle migrazioni servono politiche lungimiranti, valutando le migrazioni come una opportunità, come ha fatto l'Argentina - ha spiegato il presidente della Repubblica - Valori di apertura e accoglienza ci accomunano su temi complessi quali quelli dei rifugiati e dei migranti, ai quali non singoli Paesi ma l'intera comunità internazionale è chiamata a dare risposte soddisfacenti e lungimiranti".
"L'apertura con la quale da questo Continente, e da questo Paese in particolare, si è guardato al fenomeno migratorio quale fonte di opportunità, di progresso, di crescita sociale, rappresenta un esempio che dovrebbe illuminarci anche oggi", ha aggiunto il capo dello Stato.
Contro i movimenti nazionalisti
Mattarella, in particolare, tuona contro i nazionalismi e i protezionismi che, ritiene, appaiono ormai antistorici e contro la logica. "L'Italia ha fatto dell'apertura al mondo, non soltanto in ambito economico-commerciale, ma scientifico e culturale, una delle direttrici della sua azione in ambito internazionale - ha commentato la più alta carica dello Stato - Crediamo infatti che in un contesto sempre più globalizzato occorra mettere a fattor comune le informazioni, le competenze, i successi, rifuggendo dalle tentazioni del protezionismo, dalle involuzioni nazionalistiche, da artificiose chiusure in se stessi, che appaiono oggi antistoriche oltre che contro la logica e contro l'interesse della comunità mondiale".
"Nessun Paese, per quanto ricco o potente, è in grado, da solo, di risolvere anche soltanto una delle grandi sfide con le quali l'umanità, oggi, si confronta - ha ribadito il presidente della Repubblica - Sulla base della ferma convinzione che vi sia necessità di unire invece che dividere, di aprire piuttosto che chiudere, che consideriamo, quindi, una priorità condurre a conclusione dei negoziati tra Mercosur e Unione Europea".
Brexit e populisti anti-europei
Nel corso di una conversazione informale con alcuni editorialisti argentini, Mattarella ha anche risposto a una domanda su Brexit e il populismo anti-europeo. "Non faccio riferimento ai movimenti italiani. Però come cittadino europeo posso dire che in Europa il fenomeno è andato incontro a diverse delusioni ed è in regressione", ha detto.
"Brexit è stato un momento di grande rammarico all'interno dell'Unione Europea, per tutti noi che ne facciamo parte, perché la Gran Bretagna è un grande paese, è un paese amico oltre che un paese alleato - ha aggiunto l'inquilino del Quirinale - Il fatto che abbia deciso, seppure con una maggioranza molto ristretta dei suoi elettori, di uscire dall'Unione è motivo di grande dispiacere, di rammarico. Adesso stanno per avviarsi trattative su come regolare questa uscita e su come successivamente regolare i rapporti con la Gran Bretagna. Non sarà un percorso facile, lo affronteremo con senso di responsabilità".
Secondo il capo dello Stato "quanto è avvenuto con Brexit probabilmente è stato un evento che ha scoraggiato e indebolito il populismo antieuropeista. Perché, toccando con mano l'uscita di un paese dell'Unione, il timore che avvenga qualcosa del genere anche nel proprio paese induce i cittadini dei vari paesi a essere molto più attenti all'importanza dell'integrazione europea".
"Da quando c'è stata Brexit infatti i movimenti populisti antieuropeisti si sono progressivamente indeboliti - ha spiegato Mattarella -Il risultato olandese è stato significativo. Molti erano convinti che sarebbe stato il movimento antieuropeista il primo partito ma non è andata affatto così. Vi era stato prima il segnale delle elezioni del presidente dell'Austria in cui a sorpresa, rispetto ai sondaggi, ha vinto con grande margine il presidente europeista. È avvenuto adesso in Francia con un risultato del Fronte nazionale sotto il 35%, risultato deludente rispetto alle aspettative che loro avevano. Le previsioni in Germania non sono positive per quel movimento che di più incarna le posizioni antieuropeiste".
Quindi, ha sottolineato ancora il presidente della Repubblica, "vi è un fenomeno di contenimento e retrocessione dei movimenti populisti antieuropeisti che nasce da una riflessione generale,
ma nasce anche dallo shock che Brexit ha provocato. È chiaro che superato questo lungo percorso elettorale in Europa, che ci sarà anche in Italia, l'Unione dovrà fare una riflessione su se stessa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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