Cronache

Moschea a Pisa, tutto pronto ma i residenti non ci stanno

Dopo Firenze, la Toscana si appresta ad ospitare una nuova moschea. Nella città della Torre, alcuni residenti di Porta a Lucca e gli esponenti cittadini e regionali di Fdi esprimono ferma contrarietà

Moschea a Pisa, tutto pronto ma i residenti non ci stanno

Moschea di Pisa, sembra si sia arrivati al punto di svolta. Più di duemila cittadini pisani, e in particolare i residenti di Porta a Lucca, il quartiere all'edificazione della moschea, avevano firmato , nell’estate 2016, un referendum consultivo volto a far sì che la destinazione d'uso della zona tornasse ad essere quella di “misto residenziale/verde privato”, invece che "luogo di culto", come invece è stato modificato ad oggi. Un'opposizione forte, dunque, quella proveniente dai residenti della città della Torre. Il referendum in questione, però, fu all'epoca bocciato per inammisibilità. Sarebbero state irregolari, nello specifico, le procedure per le firme raccolte. Niente di fatto, dunque, ma i numeri del referendum restano lì e gli allora sostenitori non intendono mollare la presa.

La prossima settimana, infatti, un odg in Consiglio comunale sulla variante urbanistica di monitoraggio offrirà l’occasione per tornare a parlare della moschea a Pisa. Anzi, sarà probabilmente l'ultima volta in cui se ne parlerà prima che la questione finisca definitivamente nelle mani dei costruttori del luogo di culto. Sui finanziatori di quest'opera, poi, l'ex consigliere comunale Diego Petrucci aveva già espresso la necessità di fare chiarezza.

Filippo Bedini, consigliere comunale del gruppo “Noi adesso Pis@ Fratelli d’Italia –AN”, e coordinatore provinciale del partito della Meloni, contrario alla moschea fin dai tempi della variante urbanistica che ha consentito di far diventare l’area dell’ex sfasciacarrozze di via del Brennero un "luogo di culto" per la comunità islamica pisana, rivolge un appello "affinchè, quando nel prossimo Consiglio comunale saremo chiamati per l’ultima, definitiva volta a votare nel merito della questione, tutte le forze di quel "centrodestra" che si vorrebbe tanto vedere unito in prospettiva delle elezioni amministrative del 2018 si dimostrino compattamente contro la moschea a Porta a Lucca! Noi lo siamo stati dall’inizio e lo saremo fino alla fine. Ci sono temi sui quali i cittadini chiedono chiarezza e questo è uno di quelli!". Bedini, insomma, si erge a difensore dei cittadini pisani apertamente contrari al progetto dell'amministrazione targata Partito Democratico.

Una nota riguardante la questione è arrivata anche dal consigliere regionale della Toscana, sempre espressione di Fdi, Giovanni Donzelli: " La sinistra continua a raccontare la bufala che la nascita delle moschee porterebbe ad una maggiore integrazione: indossare il velo non è una scelta personale da consentire, ma in molti casi un'umiliante costrizione per le donne, come dimostra il recente episodio di violenza accaduto nei giorni scorsi a Colle Val d'Elsa, dove sorge la moschea più grande della Toscana e dove una minorenne è stata picchiata dal padre perché si rifiutava di portare il velo. Il Pd racconta solo favole per mascherare un modello di accoglienza che fa acqua da tutte le parti. Nessuno è in grado di garantire l'estraneità di finanziatori radicali, controlli sulle frequentazioni e sermoni in italiano. In questo quadro non possiamo accettare di legittimare valori che offendono la nostra civiltà". Dopo la battaglia per la moschea di Firenze, insomma, il partito di Giorgia Meloni apre un nuovo fronte riguardante l'edificazione della nuova moschea pisana in una zona della città, secondo quanto raccolto in queste ore, non esattamente favorevole, almeno per una parte dei residenti, al progetto.

Maurizio Nerini, poi, dello stesso gruppo consiliare di Bedini, riferendosi alla zona di Porta a Lucca: " A me e a molti di noi, non sembra che davvero sia quello il luogo ideale, in quanto molto compresso urbanisticamente. Ci sarebbe un altro posto nei pressi della zona di Ospedaletto, un luogo indicato urbanisticamente come luogo di culto, perché non sfruttare quello? Personalmente, poi, quando mi chiesero di fare una sala di preghiera per i musulmani nei pressi dell 'aeroporto, dissi che così facendo si precludevano i buddisti, gli iscintoisti, gli animisti...vedevo meglio "una stanza del Silenzio" dove ognuno potesse pregare il proprio Dio o sentire il proprio io se non crede. Il silenzio è un luogo sacro e spesso delle cose se ne parla troppo". Un'apertura, in definitiva, arriva anche da una parte dell'opposizione, ma si chiede di individuare un luogo differente.

Due, dunque, i piani della discussione: la bontà o meno di edificare un luogo di culto a disposizione della comunità musulmana, ma soprattutto la scelta del quartiere dove costruirla. Anche a Pisa, insomma, c'è un dibattito serrato riguardo una delle questioni che animano quotidianamente le coscienze dei cittadini italiani. C'è chi resta convinto che ci sia, tra le priorità impellenti, quella di porre un argine alla diffusione delle moschee.

Il fenomeno dell'aumento esponenziale nel numero dei luoghi di culto islamici, insomma, sarebbe evidente e taluni sono convinti che l'obiettivo della sicurezza dei cittadini debba superare, in termini valoriali, la tematica dell'integrazione a tutti i costi.

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