Scena del crimine

Cosa cela il "principe azzurro": "Ecco chi può essere la prossima vittima"

Le organizzazioni criminali dietro le truffe sentimentali via web: ecco come funziona e come avviene l'adescamento da parte dei falsi principi azzurri. L'avvertimento degli esperti: "Potrebbe capitare a chiunque"

Cosa cela il "principe azzurro": "Ecco chi può essere la prossima vittima"

È uno dei raggiri più sottili e dolorosi a livello psicologico. La truffa sentimentale, chiamata anche Romance scam o truffa del principe azzurro provoca danni ingenti: si parla di centinaia di migliaia di euro sottratti alle vittime e di effetti psicologici devastanti. E non bisogna fare l'errore di credere che a cedere siano persone ingenue e sprovvedute: "Può cascarci chiunque", spiega a ilGiornale.it Jolanda Bonino, fondatrice del movimento Acta. I truffatori infatti mettono in atto un meccanismo di plagio, che fa leva sulle corde più istintive e ancestrali della personalità, portando ad abbassare le difese. Sono due le modalità in cui può essere messa in atto una truffa sentimentale: quelle in presenza, in cui il truffatore è "l'uomo o la donna della porta accanto", e quelle ordite dalle organizzazioni criminali, che agiscono attraverso il web. In entrambi i casi il falso principe azzurro fa finta di essersi innamorato, per spingere la vittima a elargirgli denaro.

I dati

Sono numeri epidemiologici quelli che riguardano le cosiddette "truffe sentimentali". In Italia negli ultimi sette anni il fenomeno è aumentato in maniera a dir poco esponenziale. Complice l'utilizzo crescente dei social network, i raggiri finanziari hanno raggiunto picchi drammatici coinvolgendo adulti in età compresa tra i 40 e i 60 anni. Secondo le ultime stime diffuse dal Servizio di polizia postale e delle comunicazioni, su 380 segnalazioni pervenute dal maggio del 2016 al luglio del 2019, 279 coinvolgono le donne mentre 101 gli uomini. E se l'età anagrafica media delle vittime si attesta attorno ai 50 anni, la casistica è piuttosto eterogenea, perché comprende persone di differente estrazione sociale, culturale ed economica: dal manager in carriera alla psicologa, dal divorziato all'insegnante di scuola. Al netto di piccole variazioni percentuali, il trend è rimasto piuttosto costante nel tempo nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e informazione sull'argomento. I dati presenti sul portale della Polizia Moderna riferiscono di 96 casi nel 2016, 88 nel 2017, 127 nel 2018 e 62 nei primi 5 mesi del 2019. Quanto all'entità economica del raggiro, le cifre variano da poche centinaia di euro fino ad arrivare a esborsi che rasentano circa mezzo milione di euro.

In Piemonte il movimento Acta (Azione Contro Truffe Affettive) ha registrato circa 10mila segnalazioni dal 2014 (anno in cui è nata l'associazione) al 31 dicembre 2020. "Purtroppo è solo il 5% delle vittime che denuncia il raggiro", spiega alla redazione de ilGiornale.it Jolanda Bonino, fondatrice e presidente del movimento. "Le stime dicono che sono circa 140 i milioni che sono andati via dall'Italia a causa delle truffe affettive - continua - L'importo medio della sottrazione finanziaria è di 20mila euro a persona. Ma le cifre variano da poche centinaia di euro fino a 500mila. Ci sono persone che hanno perso ingenti quantità di soldi, case e patrimoni familiari, per via di queste bande delinquenziali. Si tratta di truffe orchestrate da menti diaboliche, che spostano denaro da un continente all'altro mediante veri e propri meccanismi di riciclaggio. Da assegni bancari, investimenti, bitcoin, fino alle classiche ricariche su carta prepagata. È un business che frutta più del mercato della droga e forse miete anche più vittime".

Un fenomeno internazionale

Il falso principe azzurro può nascondersi dietro le vesti più svariate, dall'uomo d'affari al militare, al medico. Ma nelle truffe che avvengono via web la persona dietro lo schermo non è mai reale. "Si tratta di vere e proprie organizzazioni criminali, di strutture organizzate, nazionali e internazionali, con ramificazioni in diverse parti del mondo", spiega l'avvocato Maurizio Cardona, presidente dell'Associazione Divorzisti Italiani, a ilGiornale.it. Molte delle "basi operative" sulle quali si costruiscono le organizzazioni hanno sede in Nigeria, ma "in realtà sono ramificate e strutturate un po' in tutto il mondo", tanto che risulta difficile l'individuazione dei Paesi maggiormente colpiti da questo fenomeno. Queste organizzazioni sfruttano internet e in particolare i social network per mettere a segno le loro truffe: "Le distanze si sono ridotte. Per questo non c'è bisogno di avere contatti diretti, la realtà è diventata il virtuale". Non è necessario che gli affiliati alla rete criminale si trovino in un luogo preciso: alle organizzazioni basta reclutare persone che possano ordire i raggiri, da qualsiasi parte del mondo. Si tratta di vere e proprie "bande criminali" internazionali, che hanno maturato una "capacità di manipolazione, persuasione e conoscenza delle fragilità e debolezze umane" in grado di far cadere chiunque nella loro rete. E tra i falsi principi azzurri ci sono anche molti ragazzini, che vengono arruolati e formati per mettere a segno la truffa: "In questo ambiente non ci si improvvisa, si studiano tecniche manipolatorie e si perfezionano capacità sofisticate".

I cybercriminali "romantici" della Nigeria

Un'altra peculiarità di questo fenomeno riguarda l'aspetto organizzativo. Fatta eccezione per i rari casi in cui il manipolatore – altrimenti noto come "scammer" (dall'inglese to scam "truffare") – è un soggetto che opera in totale autonomia, le truffe vengono ordite da vere e proprie organizzazioni a delinquere. Il sito romantic-scam.eu ha stimato che ben l'83% dei "raggiri romantici" viene architettato da gang criminali operanti in Nigeria. Non si tratta del classico phishing (la truffa informatica effettuata in cui si riceve un'e-mail con il logo contraffatto di un istituto di credito o di una società di commercio elettronico, che invita il destinatario a fornire dati sensibili motivando la richiesta con ragioni di ordine tecnico) ma di un'estorsione macchinata in prospettiva di un fittizio "love affair". Il presunto principe azzurro dai lineamenti caucasici, dolce, amorevole e premuroso, altri non è che un ragazzino nigeriano che lavora su commissione. Quasi fosse un'attività comune di telemarketing, adolescenti in età compresa tra i 16 e i 17 vengono arruolati in veri e propri call center specializzati nel raggiro affettivo. E dietro il losco business c'è quasi sempre l'ombra della mafia locale.

"Dietro lo schermo c'è una organizzazione criminale vera e propria, non si tratta del manipolatore di tipo narcisistico, una persona reale", spiega a ilGiornale.it la psicoterapeuta ed esperta in truffe affettive Amalia Prunotto. "I paesi del Terzo Mondo sono il centro di queste attività. In Nigeria ci sono dei capannoni dove dei ragazzini tra i 16 e i 17 anni vengono istruiti a rispondere alle chat, come se fosse un lavoro - continua la dottoressa - La mafia nigeriana organizza le truffe affettive affidandosi poi a questi adolescenti a cui viene insegnato come agganciare le vittime sul web. Creano molteplici profili falsi, utilizzano foto pescate in rete o sui vecchi Postal Market, a seconda della donna verso la quale si indirizzano. E poi iniziano ad approcciare le vittime raccontando di sé. Lo fanno in modo molto semplice, improvvisando una conversazione apparentemente innocua. Così inizia uno scambio che, col tempo, diventa sempre più intimo e frequente, fino a quando non si stabilisce un legame affettivo (ovviamente fittizio) con la persona adescata. A quel punto, scatta la trappola finanziaria". L'emergenza Covid non ha inibito l'attività truffaldina delle ghenghe nigeriane. Anzi ha offerto loro spunti drammaticamente brillanti per una nuova recita. "Ci sono dei casi in cui questi ragazzini millantano di essere medici bloccati all'estero che hanno smarrito i documenti e devono muoversi dal paese in cui si trovano a causa dell'emergenza sanitaria - prosegue la dottoressa Prunotto - In epoca Covid, c'è addirittura chi si finge un militare, ad esempio, che ha bisogno di riparare l'elicottero con cui trasporta vaccini. In questo modo riescono a coinvolgere le persone anche sul piano emotivo e far sì che cedano alle truffe".

Parole d'amore che sanno di falso: come avviene l'adescamento

Per assicurarsi la fiducia piena della vittima, gli scammer agiscono attraverso il web e nella fattispecie mediante i social network. In questo modo non solo rendono difficoltose eventuali attività di rintraccio da parte delle autorità, ma si assicurano una comunicazione continuativa e di lunga durata con "la preda". "Abbiamo appurato ormai da tempo che il web dà dipendenza e normalizza le relazioni con gli sconosciuti - spiega la psicoterapeuta - L'adescamento attraverso i social, che è molto sottile, porta le vittime a una condizione di vero e proprio plagio. Queste persone vengono circuite al punto di destinare ai manipolatori somme ingenti di danaro. Entrano in un circuito simile a quello di una setta, attraverso una modalità comunicativa di aggancio ben precisa". Nello specifico, le vittime "vengono sottoposte a dei veri e propri test di personalità –continua la dottoressa Prunotto – I manipolatori cominciano a interagire con domande innocue, ad esempio, si formano sui gusti musicali, sugli hobby e via discorrendo. In questo modo riescono a profilare la personalità di chi sta dall'altra parte del monitor, a identificarne le specificità e, di conseguenza, a organizzare la comunicazione. Poi passano ai messaggini della buonanotte, ad esempio, e ai complimenti ('Che bella persona sei! oppure Mi fa star bene parlare con te!'). Quindi innescano un meccanismo di abituazione che dà piacere (un piacere tossico, ovviamente) e riempie dei vuoti che tutti noi abbiamo nella vita. Così ha luogo il plagio che porta lentamente la persona adescata a non distinguere più la realtà dalla fantasia. Una bolla delirante dove si perde di vista la realtà concreta e tutto viene concentrato su questa dimensione affettiva quasi di sogno".

"I nigeriani 'sono forti' in questo genere di aggancio - prosegue Jolanda Bonino - Probabilmente perché viaggiano molto, si spostano da un Paese all'altro e conoscono bene le nostre abitudini, la nostra cultura e lingua. Certo, non agiscono da soli ma con la complicità di altri criminali che lucrano su questa attività truffaldina. Per sapere dove abiti, ti inviano mazzi di fiori e peluche a casa. È un plagio molto sottile, lento e perfido". Una volta incassato il malloppo però i manipolatori spariscono nel nulla. "Resta solo il dolore devastante delle vittime che hanno subito il raggiro – conclude la fondatrice di Acta – È una sofferenza inspiegabile, viziata da un senso di profonda vergogna per non aver avuto l'intuizione di capire che fosse di una trappola. Ma la vittima non ha mai colpe, specie se ingannata con astuzia. Può cascarci chiunque, senza alcuna distinzione di sesso, età o estrazione sociale. Bisogna però denunciare provando a superare l'avvilimento personale. E soprattutto bisogna parlarne. Se restiamo in silenzio, se non facciamo informazione, le truffe affettive diventeranno un gigantesco sommerso sociale".

Il reato di truffa

Nel caso delle Romance scam ordite da organizzazioni criminali, con l'uso del web per adescare le proprie vittime ricorrendo a una falsa relazione sentimentale, siamo senza dubbio di fronte a vere e proprie truffe, nonostante nel Codice Penale italiano non venga contemplato il reato di "truffa sentimentale". "In questo caso il reato - spiega l'avvocato Cardona - è integrato di tutti gli elementi costitutivi del reato di truffa", necessari per dimostrare l'inganno, come raggiri e artifici. Dietro lo schermo del telefonino o del computer "c'è una persona reale, ma non agisce come singolo e in più ha una falsa identità", perché questi cybercriminali creano falsi profili, rubando dal web foto "rassicuranti" come quelle di militari, medici o professionisti. "Già qui si rivela la costruzione di una truffa - spiega l'avvocato - è il passaggio principale del raggiro, far credere qualcosa che non corrisponde al vero. Poi ci sono la costruzione e la narrazione di storie false. Non c'è nulla di vero in quello che viene raccontato, l'obiettivo è quello di indurre la vittima a fare una disposizione patrimoniale, a prestarsi per dare aiuti economici alla persona che crede il principe azzurro". Tutta questa costruzione integra il reato di truffa. "Non bastano quattro parole per ipotizzare il reato - spiega ancora Cardona - ma in questo caso è chiara la programmazione, il dolo iniziale, il lavoro messo in atto attraverso artifici e raggiri per trarre in inganno la vittima, al fine di ottenere un arricchimento indebito".

Per questo, quando dietro il falso principe azzurro c'è un'organizzazione che opera con tali modalità, dimostrare che si tratti di una truffa non è difficile, come invece potrebbe accadere quando la Romance scam avviene in presenza. Nel caso delle organizzazioni il problema è perseguire i colpevoli, perché la rete criminale è spesso internazionale e portare a termine le operazioni di polizia diventa molto difficile: per riuscirci la cooperazione tra varie forze dell'ordine internazionali è fondamentale. Inoltre le truffe sentimentali possono comprendere anche altri reati, come quelli finanziari: "Spesso viene contestato anche il riciclaggio".

Quali sono i campanelli d'allarme?

Oggi conoscersi via web è diventata la normalità, ma ci sono comunque dei lievi segnali a cui prestare attenzione, per capire che potrebbe trattarsi di una truffa sentimentale. "Se chi ci scrive ha un profilo con pochi amici, non è riconducibile alla nostra cerchia di amicizie web, ha una rete di contatti limitata e foto improbabili, allora è bene farsi venire qualche dubbio e sarebbe bene tenere un atteggiamento prudenziale", spiega l'avvocato Maurizio Cardona. "In molti casi si ricevono messaggi vaghi, scritti con errori grammaticali o di ortografia", ma il campanello d'allarme più evidente e a cui fare maggiore attenzione è la "richiesta di denaro con le scuse più improbabili: in quel caso bisogna interrompere subito ogni tipo di rapporto e diffidare, confrontandosi anche con forze dell'ordine, senza avere paura di bloccare il profilo e magari stampando la corrispondenza". Solitamente, però, quando il truffatore arriva alla richiesta di denaro, la vittima è già caduta nel meccanismo.

Risulta fondamentale un'opera di prevenzione, che dovrebbe interessare l'ambito dell'informazione, della formazione e della gestione dei social. "Almeno inizialmente c'è stata una sottovalutazione del fenomeno - ricorda l'avvocato Cardona - le truffe sentimentali ci sono da molto tempo, ma se ne parla da pochi anni, perché non erano percepite come un danno importante, ma come la conseguenza dell'ingenuità delle persone. Ma non è così. E fare informazione è molto importante". Ma non basta. Fondamentale sarebbe anche l'azione dei social network, che potrebbero "mettere in atto un'attività di filtro, per prevenire a monte la possibilità di una truffa sentimentale, evitando la costruzione di profili falsi". Da questo punto di vista, sostiene Cardona, "si può fare molto di più, sono convinto che con più attenzione da parte dei gestori del social potrebbe richiamare i cittadini a una maggior prudenza".

Infine, un ulteriore contributo riguarda il mondo bancario: "I soldi passano anche attraverso il canale bancario, come semplici bonifici e ci possono essere situazioni di anomalia (sia per quantità, che per ripetitività)".

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