Questa giustizia è come la peste

In poche ore si scopre che i magistrati hanno fatto un danno economico enorme a Milano, che una procura ha rovinato più di una famiglia a Garlasco, che una ragazza è stata stuprata per una decisione di una giudice, che una ministra è finita nei guai

Questa giustizia è come la peste
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Ieri alla Camera è iniziata la discussione, in seconda lettura, della legge di riforma della giustizia. Dando per scontato il voto favorevole, mancherà poi solo un ultimo passaggio al Senato e l'inevitabile approdo al referendum popolare confermativo previsto per giugno. Ormai quindi ci siamo, l'Associazione Nazionale Magistrati ha annunciato l'inizio della campagna referendaria per bocciare la riforma, i suoi pezzi da novanta Gratteri in prima fila si preparano ad andare alla guerra contro il governo. Tutto legittimo, ma c'è un "ma" grosso come una casa che i magistrati continuano a non tenere in considerazione: tra incompetenze, narcisismi e approcci ideologici, la giustizia così com'è fa danni peggio della peste. Solo nelle ultime ore: il tribunale ha clamorosamente bocciato l'inchiesta dei pm sull'urbanistica di Milano definendola "svilente" della categoria "perché non basta dare o ricevere un incarico per parlare di corruzione"; i carabinieri del Ris hanno depositato la loro relazione che esclude, anche alla luce dei nuovi esami, la presenza di terze persone sul luogo dell'omicidio di Chiara Poggi, come dire: scusate, abbiamo scherzato; si scopre che una giudice, sconfessando la richiesta del questore di Milano, aveva lasciato libero l'immigrato clandestino violento che nei giorni scorsi ha stuprato una ragazza nella stazione di San Zenone al Lambro; dal processo per falso in bilancio al ministro Santanchè sono state stralciate le intercettazioni che la riguardano, in quanto illegali per via dello scudo che protegge da intromissioni i parlamentari. Insomma, in poche ore si scopre che i magistrati hanno fatto un danno economico enorme a Milano senza motivo, che una procura ha rovinato più di una famiglia a Garlasco per niente, che una ragazza è stata stuprata per una folle decisione di una giudice, che una ministra è finita nei guai in modo subdolo.

E questa sarebbe una giustizia da difendere nelle piazze? Su questo l'Associazione magistrati non ha nulla da dire? La verità è che non basta riformare il nostro sistema giudiziario, andrebbe rivoltato come un calzino e liberato una volta per tutte dalla varie scorie che lo inquinano, ammesso di essere ancora in tempo.

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