Caso Palamara, intercettazioni, inchieste, sino ad arrivare al più scottante caso Amara ed alla presunta loggia "Ungheria": grande imbarazzo per la magistratura e l'Anm, oramai finite al centro di una vera e propria bufera che sembra non volersi in alcun modo placare.
Adesso ad impensiere le toghe è la proposta di referendum sulla giustizia avanzata dalla Lega e dal Partito Radicale, che hanno già depositato i sei quesiti in Cassazione. Il prossimo 2 luglio partirà la raccolta firme per portare i cittadini ad esprimersi sull'elezione del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l’equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere dei magistrati, i limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione della legge Severino.
Un fatto che preoccupa l'Associazione nazionale magistrati, che vede nei quesiti referendari una sorta di richiesta di valutazione sul mondo della giustizia da proporre ai cittadini.
Le parole del presidente Santalucia
"Il fatto stesso che si porti avanti il tema referendario sembra esprimere un giudizio di sostanziale inadeguatezza dell’impianto riformatore messo su dal Governo e fa intendere la volontà di chiamare il popolo ad una valutazione di gradimento della magistratura", ha dichiarato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia durante il suo discorso di apertura del direttivo del sindacato delle toghe, "quasi a voler formalizzare e cristallizzare i risultati dei vari sondaggi di opinione che danno in discesa l’apprezzamento della magistratura".
"Credo che spetti all’Anm una ferma reazione a questo tipo di metodo", ha poi aggiunto Santalucia, come riportato da Agi. "Prima ancora dei contenuti, c’è una questione di cornice entro cui collocare l’azione riformatrice, e, come recita il nostro Statuto, è compito dell’Anm 'dare opera affinché il carattere, le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato, siano definiti e garantiti secondo le norme costituzionali'".
Santalucia ha quindi ribadito la necessità di opporre una "ferma reazione". Il cambiamento, ha dichiarato il presidente dell'Anm, non deve dipendere soltanto dalla singole riforme, che a poco servirebbero per recuperare la fiducia degli italiani. Molto dipende dai singoli individui che fanno parte della magistratura.
"Non occorrono, su questo versante, grandi opere", ha detto in conclusione Giuseppe Santalucia. "Quel di cui si avverte il bisogno è la riaffermazione nel quotidiano del modello di magistrato che leggi e codice etico tratteggiano. Noi ne siamo i soli possibili interpreti".
"Non ci sfugge la forza deformante di un cattivo approccio con i mezzi di comunicazione, stampa e tv. La sobrietà ragionata ed informata, nei casi in cui è necessario parlare, serve a consolidare una percezione di affidabilità non solo dei singoli ma dell'intera magistratura", ha quindi affermato Santalucia, specificando come"recenti e meno recenti episodi di cronaca hanno segnato la direzione contraria: occorre dunque tenere alta l'attenzione sull'importanza della cautela e della compostezza comunicativa, specie in questi tempi in cui ogni errore rischia di essere amplificato e reso funzionale ad un canovaccio guidato dall'idea di fondo di una magistratura in irrimediabile crisi".
"Il programma referendario può divenire lo strumento formidabile per mettere in ombra una modalità di approccio, fatta di impegno nel distinguere, nel selezionare il tipo e la struttura degli interventi di riforma, per saggiarne il rapporto di compatibilità costituzionale e non cancellare, in nome dell'idea che il sistema non sia redimibile, un assetto di regole costruito intorno ad alcuni principi che non dovrebbero mutare", ha concluso.
Il commento di Salvini
Le affermazioni di Giuseppe Santalucia hanno naturalmente provocato la forte reazione del leader della Lega, uno dei principali promotori del referendum.
"Il presidente dell’Anm attacca i referendum sulla giustizia promossi da Lega e Partito Radicale e annuncia una ’ferma reazione'? Parole gravissime", ha dichiarato il segretario del Carroccio, come riportato da Agi. "Non si può aver paura dei referendum, massima espressione di democrazia e libertà, e di confrontarsi con il giudizio e la volontà popolare", ha aggiunto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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