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La revoca suicida che pagheremo noi

Caso autostrade, mentre scriviamo queste righe non sappiamo con certezza assoluta se il Consiglio dei ministri deciderà sul futuro della concessione ai Benetton

La revoca suicida che pagheremo noi

Caso autostrade, mentre scriviamo queste righe non sappiamo con certezza assoluta se il Consiglio dei ministri deciderà sul futuro della concessione ai Benetton. Questo perché Conte ha convocato i ministri a sera inoltrata, fuori dalla portata dell'informazione cartacea. Non che ci fossero particolari impedimenti, è banalmente il suo modo di sfuggire alla luce del sole che tutto illumina, a volte impietosamente. Ormai questo governo preferisce vivere e lavorare nelle tenebre, come ai miei tempi facevano prostitute, contrabbandieri, biscazzieri e perditempo.

Ci sono le notti folli, cantate da Ligabue, quelle piccole delle gemelle Kessler e quelle magiche intonate dalla Nannini per i mondiali di Italia '90. E poi ci sono quelle inutili di Giuseppe Conte, dette anche le «notti salvo intese», termine tecnico sinonimo di fallimento. Dicevo che ancora non sappiamo se e quando «salvo intese» le autostrade resteranno ai Benetton. Se così non fosse, cioè se una sera di queste scattasse ufficialmente la revoca, vorrà dire che nottetempo, come fanno i ladri, Conte avrà rubato minimo diciassette miliardi degli italiani per consegnarli alla tanto vituperata famiglia Benetton che, se pur offesa, immagino in cuor suo ringrazierà.

Diciassette miliardi sono infatti il risarcimento minimo («ma se proprio troviamo un super avvocato», mi confidava ieri un uomo del governo) che lo Stato prima o poi dovrà pagare per avere rotto un contratto iper-blindato che negli anni ha permesso ai Benetton di arricchirsi, diciamo così, un po' oltre misura e pure con una certa disinvoltura.

Forse questa mia domanda è eccessivamente banale, ma mi chiedo: per punire i Benetton non è forse meglio che il governo trovi il modo di far loro restituire (obbligandoli a più investimenti e minori tariffe) alla comunità legittimamente offesa un po' di quei miliardi facili accumulati in passato, invece che regalargliene altri diciassette per poi trovarsi pure nella palta perché alla fine qualcuno le autostrade dovrà pur gestirle?

Rimaniamo in attesa, speranzosi che se la notte non porta decisioni almeno porti buoni consigli.

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