La sua amicizia col Cav si trasformò in "Fedismo"

Al comando del Tg4, difese Berlusconi a prescindere ma non era una macchietta. Anticipò i talk e i social

La sua amicizia col Cav si trasformò in "Fedismo"
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In fondo quel telegiornale di Rete4 alle 19 era diventato un appuntamento quotidiano per tutti. Quasi una messa cantata del berlusconismo. Emilio Fede appariva in video per scaldare gli animi dei fan del Cavaliere oppure per essere deriso dagli spettatori che si abbeveravano all'anti-berlusconismo di quegli anni. Un monologo teatrale più che un racconto della giornata, che a volte confondeva l'informazione con la propaganda rasentando anche i limiti di una comicità involontaria. Ma in fondo anche un atto di coraggio in un'Italia in cui la cultura dominante rappresentava il berlusconismo sempre come un disvalore, corredandolo con una serie di giudizi e pregiudizi che andavano dal pericoloso al macchiettistico. Per cui per farsi sentire, per farsi ascoltare, per bucare il video il direttore del Tg4 doveva utilizzare titoli urlati, toni enfatici ed esorcizzare ogni dubbio: all'insegna di una sorta di bipolarismo televisivo, dell' o di qua o di là, per usare un'espressione che ha avuto fortuna coniata proprio in quell'epoca. Anche perché sull'altro versante - onestà intellettuale obbligherebbe tutti a riconoscerlo - c'erano altri Fede che professavano con lo stesso ardore una diversa religione, magari con più scaltrezza e godendo dei favori e della complicità di chi interpreta il mainstream del momento.

Forse proprio perché sapeva di andare controvento, ogni sera dell'anno il direttore del Tg4 saliva sul palcoscenico del video spogliandosi di ogni limite e di ogni inibizione. Alzava alle 19 in punto il vessillo del berlusconismo e si trasformava a sua volta nella sua bandiera. Operazione complicata, per alcuni versi pericolosa, ma che colpiva l'immaginario collettivo perché bandiva ogni ipocrisia: il fedismo è stato un modello di fideismo verso un leader, un simbolo di fedeltà al Cavaliere senza limiti, si può dire devoto, quasi mistico, ma anche l'icona di un certo giornalismo televisivo italiano.

Un'icona che può piacere o non piacere ma che per alcuni versi ha fatto sicuramente scuola. Un giornalismo in cui i toni riflessivi e grigi sono vietati rigorosamente, in cui ogni dubbio è rinnegato: esiste solo il bianco e il nero. È la logica dei talk-show di oggi in cui gli ospiti rappresentano una parte, anzi vengono obbligati a rappresentarla. Teatri televisivi in cui ci sono sempre più giornalisti e meno politici a recitare il ruolo di bandiera. O, ancora, è la logica degli algoritmi che nei social privilegiano i toni accesi, urlati, schierati a scapito di quelli meditati.

Ecco perché Fede può essere considerato un pioniere. Un precursore. Di una realtà che forse non ci piace ma che è la realtà di ieri declinata al presente. Ragion per cui è ingiusta, sbagliata, ingenerosa l'idea intellettualistica di alcuni che hanno tentato, e probabilmente tenteranno anche da morto, di ridurlo ad una macchietta. Perché il fedismo non è stato solo un fenomeno televisivo, ma anche sociale, culturale. Non è solo la metafora di un'epoca ma anche la rappresentazione e l'interpretazione di un pezzo di Paese che sopravvive sotto altre forme e con altri leader ancora oggi. Ridurlo ad una parodia non fa comprendere la realtà italiana. Anzi, è un atto di arroganza, di miopia. È come tentare di ridurre il trentennio berlusconiano che ha pervaso e lasciato un segno nella storia del Paese ad una semplice parentesi: tre decadi nelle quali l'uso del mezzo televisivo è stato uno degli strumenti più efficaci per scavare un solco profondo nel costume e nella politica italiana. Di quel mezzo Fede è stato un protagonista. Per cui è difficile dividere il binomio Fede-Cavaliere com'è impossibile raccontare l'epoca berlusconiana senza Fede.

Com'è altrettanto complesso spiegare l'attuale panorama televisivo senza tenere conto di quell'esperienza. Siamo tutti figli di una memoria storica e la tv di oggi - al netto di ogni ipocrisia e di ogni peccato di superbia - è figlia anche di Emilio Fede.

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