Cronache

La Francia fa muro contro l'Italia: non ci ridanno il black block

I giudici francesi tentennano sull'estradizione del black bloc Vincenzo Vecchi, arrestato l'8 agosto scorso in Bretagna: deve scontare 11 anni di carcere in Italia per i fatti relativi al G8 di Genova

La Francia fa muro contro l'Italia: non ci ridanno il black block

Al G8 di Genova è stato uno dei principali protagonisti tra chi, in quelle calde giornate di luglio di oramai 18 anni fa, ha messo a ferro e fuoco un’intera città. Condannato per quei fatti ad 11 anni di carcere, Vincenzo Vecchi solo da pochi giorni è nelle mani della autorità anche se non italiane, bensì francesi.

Dopo la condanna infatti, arrivata nel 2012, uno dei black bloc più ricercati dagli inquirenti è andato a vivere in Francia dove lavorava come imbianchino e si faceva chiamare Vincent. Una latitanza terminata a seguito di un’azione della Polizia transalpina, la quale ha individuato Vecchi un paesino della Bretagna ad inizio di agosto grazie alle indicazioni arrivate dall'Italia.

Tutto risolto e condannato assicurato adesso alla giustizia? Non proprio. Pare infatti che le autorità francesi tentennino sull’estradizione in Italia.

Le indagini successive al G8 di Genova, hanno dimostrato che Vecchi è stato tra quelli che non solo ha colpito, ma ha incitato gli altri a colpire: tra i black bloc che hanno causato devastazione nel capoluogo ligure durante la riunione delle otto potenze nel 2011, è uno dei leader più carismatici e forse per questo maggiormente temibili.

Anche perché le sue “gesta” si sono ripetute pochi anni dopo nel 2006, quando in corso Buenos Aires a Milano è nuovamente tra i protagonisti dei disordini che sono scoppiati nel capoluogo lombardo durante una manifestazione antifascista. Ecco perchè la sua condanna ed il suo mandato di cattura internazionale, si basano sull’accusa di devastazione e saccheggio.

Dopo il suo arresto in Francia, l’Italia ha quindi chiesto l’estradizione per far scontare nel nostro paese la condanna inflitta a Vecchi. Ma al momento da Parigi non arrivano segnali in questa direzione.

Al contrario, la Corte francese ha ritenuto lacunosa la documentazione presentata da Roma per la richiesta di estradizione, chiedendo un supplemento di informazioni relative soprattutto ai processi subiti da Vecchi sia per il G8 di Genova che per i disordini di Milano del 2006.

Secondo i giudici francesi, occorre ancora chiarire il discorso relativo ai diritti della difesa nel corso del processo sulle devastazioni del G8, oltre che ai termini di prescrizione della pena. Secondo la difesa di Vecchi inoltre, nel mandato di cattura sarebbe stato erroneamente inserito il riferimento alla pena sui fatti di Milano, che il black bloc avrebbe invece già scontato.

Dunque i tempi per l’estradizione potrebbero non essere così brevi, anzi per l’Italia il percorso sembra adesso ad ostacoli, mentre per Vecchi si profila inoltre la possibilità di essere posto fuori dal carcere in libertà vigilata.

Tempistiche che riguardano la giustizia e le richieste dei giudici francesi, ma che inevitabilmente rischiano di avere anche conseguenze politiche visti gli attuali rapporti tra Roma e Parigi ed in considerazione della tradizione francese di ospitare molti degli attuali latitanti italiani, specie quelli legati agli anni di piombo.

Il caso riguardante Vecchi potrebbe essere la prima spina nel fianco nel rapporto tra il presidente francese Emmanuel Macron ed il futuro governo italiano.

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