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Truffe online, come non cadere nella "rete" di Internet

Fishing, truffe, contraffazione, sono tanti i metodi con cui possiamo rischiare di perdere i nostri soldi su Internet. Ne abbiamo parlato con la giurista Lara Zanicotti, autrice del libro Contraffazione e truffe online? No grazie - Tutto quello che bisogna sapere.

Truffe online, come non cadere nella "rete" di Internet

Se da un lato internet è stato, ed è, un enorme impulso per lo sviluppo e l'economia, dall’altro, ed è cosa ben nota, può nascondere molte insidie, soprattutto quando decidiamo di acquistare qualcosa attraverso lo schermo. Ormai però comprare online è un'abitudine che ha preso sempre più piede, aumentando esponenzialmente soprattutto nel periodo della pandemia quando, ad iniziare dalla spesa, a finire agli abiti, vista l’impossibilità di uscire di casa, venivavo acquistati online. Solo nei primi mesi del 2021 c'è stato un incremento del 78%. con un tasso di crescita quasi triplicato, rispetto agli anni precedenti.

I dati evidenziano come a livello mondiale il traffico sui siti di e-commerce sia aumentato su base annua del 27%, con ordini in crescita del 46%. Le transazioni su pc sarebbero cresciute del 34%, quelle su dispositivi mobili del 59%. In un' intervista realizzata dall’Ansa, Michele Urbano amministratore Unico di Itlab srl, società che si occupa della creazioni di siti e-commerce, racconta come qualsiasi azienda, prima ancora della presenza sul territorio, si assicura quella online. "Stiamo assistendo ad un notevole processo di crescita nell'utilizzo di sistemi informatici da parte di tutti e, al contempo, alla consapevolezza da parte dell'imprenditore di non poter più rinunciare ad una presenza online. Per un professionista o un'impresa non essere oggi presente online, vuol dire essere fuori dal mondo”.

Per non parlare poi di tutto il mercato del "second hand" con piattaforme di scambi di abiti e accessori, soprattutto di grandi marchi, tra utenti di tutto il mondo, che si sono triplicate in pochissimo tempo. Questa massiccia presenza di denaro che confluisce sul web a fiumi, attira però sempre di più truffatori e contraffattori, che grazie alla profonda conoscenza di Internet, a differenza di molti utenti alle prime armi, riescono a rubare denaro, dati sensibili o a spacciare per veri oggetti contraffatti. Come facciamo quindi ad essere tranquilli ogni volta che digitiamo il numero della nostra carta di credito o che acquistiamo un oggetto certi che sia originale?

Contraffazione e truffe online? No, Grazie!

Facciamo chiarezza: che differenza c’è tra contraffazione e truffa

Lo abbiamo chiesto a Lara Zanicotti, giurista e scrittrice di un libro molto interessate, e sopratutto utile, Contraffazione e truffe online? No grazie - Tutto quello che bisogna sapere.

“Vorrei spiegare bene -racconta Lara nella nostra intervista - la connessione tra contraffazione e truffa perché magari non è chiaro a tutti. Si tratta di due fattispecie giuridiche a sé stanti, ma che spesso intersecano il loro percorso. Poniamo delle ipotesi.

1. Acquisto di un accessorio di marca in un negozio fisico convenzionato della mia città: nessun problema. Magari lo compro in saldo e sono anche più contenta.

2. Acquisto in un negozio on line certificato. Anche qui nessun problema. Magari potranno emergere disguidi relativi alla spedizione (collo perso, pacco arrivato a destinazione non integro o cose simili, ma nulla di più). La situazione si risolve a nostro favore anche perché altrimenti il negozio online perderebbe la faccia e non conviene.

3. Acquisto da un privato, ma tramite intermediario garante. Problemi zero, risarcisce il garante - perché a lui spetta la commissione relativa alla compravendita, e quindi paga. Sia che si tratti di prodotto contraffatto sia che insorgano problemi riguardo al pacco non arrivato a destinazione oppure danneggiato.

4. Acquisto da un privato online. Cominciano potenzialmente i problemi. Facciamo finta che l'oggetto sia originale, ma non in buone condizioni come invece dichiarato dal venditore. Poniamo che l'oggetto sia falso, oppure che l'oggetto, non sappiamo se vero o falso e se spedito o meno, non arrivi al nostro recapito. Cosa si fa? Da parte nostra, c’era solo l'intenzione di comprare qualcosa a buon prezzo, non certo di impelagarsi in questioni da “legulei” (avvocato pedante e cavilloso ndr). Questo perché ci sono persone che sguazzano nel torbito approfittando della buona fede del compratore. Ecco perché persevero nel consigliare di stare attenti prima, non dopo quando il danno è fatto”.

Internet è un luogo pericoloso per le truffe?
"Internet di per sé non è pericoloso, dipende dall'uso che se ne fa, incauto oppure no. Di certo quando le compravendite avvenivano di persona, si poteva toccare con mano l'oggetto, quindi la possibilità che fosse come non lo avevamo scelto, non esisteva. Così come non esisteva la possibilità di non riceverlo perché magari il pacco andava perso. La situazione oggi è più complessa. Tante sono le opportunità e, specularmente, tanti sono i potenziali inghippi. Ecco perché a fronte di grandi vantaggi sussistono esigenze di competenze più approfondite".


Quali sono i campanelli di allarme? Come ci si può difendere?
“Il delitto perfetto non esiste, quindi il terreno è disseminato di indizi che possono far ragionevolmente supporre un tentativo di truffa in atto. È altresì importante non andare nel pallone per la felicità di ottenere ad un prezzo sbalorditivamente conveniente l'oggetto dei nostri desideri, ignorando in maniera naif tutto quello che in realtà ci fa dubitare. Il primo consiglio che mi sento di dare in merito all' autotutela, è quello di tenere gli occhi aperti e di non farsi abbindolare da affabulatori, nella maggior parte dei casi grandi oratori e persone fintamente empatiche. Ci si troverà di fronte a gente che "spinge" la conclusione della trattativa: occhio! L'affare, se del caso, sarà bilanciato ed a favore di entrambi i contraenti, non invece in squilibrio. Dico questo partendo dal presupposto che solitamente la vittima della truffa sia il compratore, ma non è detto: il campo risulta essere variegato e sorprendente. Ci sono truffatori che si spacciano per acquirenti. Quindi, venditori in buona fede, attenzione, potreste essere passibili di truffe anche voi. Ad ogni modo, nel quarto capitolo del mio libro, indico una serie di accorgimenti da mettere in pratica al fine di cautelarsi. Penso che la migliore tutela sia preventiva e non successiva".


In quali casi si può essere risarciti?
“In teoria sarebbe doveroso sempre. Ma non è così, soprattutto da parte di chi specula. Se qualcuno vende per originale un qualsiasi oggetto sapendo che non lo è, difficilmente risarcirà il danno. Io personalmente ho denunciato dei truffatori, ma poi l'avvocato mi ha suggerito di lasciar perdere la questione perché mi sarebbe costata di più l'assistenza legale rispetto a quanto avrei ottenuto. L'amaro in bocca, sì. Ecco perché insisto, come ho già detto più volte, nel fornire consigli preventivi e non postumi. Intanto, comunque, denunciare il fattaccio è lecito se non eticamente doveroso”.


Che differenza esiste tra compravendita tra privati e quella presso e-commerce?
"Riguardo alle compravendite a distanza tra privati e in e-commerce esiste una grande differenza di tutela del consumatore. La disciplina delle compravendite tra privati è contenuta nel codice civile tout court, mentre per quelle in cui il venditore è un negozio virtuale, viene in soccorso il codice dei consumatori, che offre maggiore protezione all'acquirente ad esempio in merito all'informativa ed al diritto di recesso”.


Da dove è partita la sua ricerca?
“Ascoltando i racconti delle persone che avevano subito delle truffe. Ho ristretto il campo di indagine all'ambito delle compravendite non andate a buon fine, di accessori di marca. Una borsa di Chanel, una cintura di Gucci, scarpe Dolce & Gabbana, giusto per semplificare. Soprattutto negoziazioni tra privati e senza intermediari. Ovviamente il reato di truffa può avere attinenza a diversi ambiti a me interessava quello della contraffazione, truffa, second hand e il rapporto negoziale. Come spiego già nel primo capitolo del libro, la truffa in generale si attua nell'indurre un soggetto in errore mediante l'utilizzo di artifizi o raggiri con il fine di ricavare un ingiusto profitto e procurando un danno alla vittima. La truffa da contraffazione, mostra invece la specificità di avere ad oggetto beni contraffatti, dunque fake. Dato il trend attuale di acquistare, sia tramite Internet che non, articoli di seconda mano griffati, una delle truffe più frequenti è quella di oggetti falsi. A volte questi accessori sono evidentemente contraffatti, ma in tantissimi altri casi intuirne la falsità è davvero difficile, se non si è più che esperti. Quando l'acquisto è di un bene di lusso importante è bene rivolgersi a siti a pagamento che forniscono pareri sull'autenticità, a cui io mi sono personalmente rivolta in più occasioni quando avevo dubbi su oggetti che avevo intenzione di acquistare”.


Spesso acquistare una borsa falsa, imitazione di un marchio famoso, può sembrare una cosa banale. In realtà ha un impatto importante.
"Oltre alle questioni legali inerenti alle compravendite con oggetto beni contraffatti, ne emergono anche altre di non poco conto. Il primo elemento che mi viene in mente è "l'inquinamento" del mercato ed i risvolti economici infausti per le aziende che producono i loro marchi investendo in ricerca, originalità e materie prime di qualità, che si vedono derubati di una grossa fetta di potenziali clienti. Inoltre molte industrie che producono beni contraffatti sfruttano ad esempio il lavoro minorile e la manodopera clandestina, utilizzano materie pericolose per la salute dei consumatori, e fortemente inquinanti per l'ambiente. Molto probabilmente la soglia di percezione dei rischi che si corrono comprando contraffatto è bassa e sarebbe necessario perseverare con campagne di sensibilizzazione e conoscenza dei consumatori al fine di disincentivarli dall'acquisto. Su questo argomento ho parlato a lungo con il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, e ho riportato questa chiacchierata sul libro”.

Non cadiamo nella rete del "Fishing"

Uno dei sistemi più comuni di truffe, soprattutto per quanto riguarda la clonazione delle nostre carte di credito, o prelievi di denaro, è il cosidetto "Fishing" dall’inglese "to fish", pescare, sinonimo in italiano di "abboccare". Questo tipo di truffa, consiste nell’invio di e-mail o sms, apparentemente provenienti da Istituti di credito o società di e-commerce, che invitano a collegarsi a pagine internet, del tutto simili a siti istituzionali o aziendali. In questo modo veniamo appunto intrappolati in questa rete dove nella maggior parte dei casi vengono prelevati i nostri dati riservati, l'accesso ai nostri conti online, i numeri delle nostre carte di credito, e i sistemi di pagamento tramite piattaforme e-commerce.

In queste mail o sms, c'è un link dove veniamo invitati a cliccare, che rimanda solo apparentemente al sito web dell’istituto di credito o del servizio a cui si è registrati. In realtà il sito a cui ci si collega, utilizzando il suddetto link, è stato costruito identico a quello originale, tramite un malware specifico. L’utente una volta introdotto in un’ambiente uguale in tutto e per tutto al sito istituzionale del proprio home banking, digiterà le proprie credenziali di accesso, consentendo così la sottrazione di denaro da parte dei criminali informatici.

Cosa fare quando veniamo "pescati"

Una volta che ci siamo resi conto di aver fornito le nostre credenziali a quella che si credeva essere la nostra banca o il sito dove solitamente acquistavamo, e aver quindi subito il furto di denaro dal nostro conto, ci sono due semplici passi da compiere immediatamente.

1. Recarsi presso la nostra banca, chiedendo nel contempo il rimborso della somma sottratta.

2. Denunciare l’accaduto. Sia ai carabinieri che alla polizia. Sarà poi la banca che provvederà a rimborsare la somma sul conto corrente, avviando nel fratempo un’istruttoria interna al fine di verificare se c'è stata colpa grave da parte del cliente. Nel caso in cui tale accertamento fosse a quest’ultimo sfavorevole, la banca provvederà ad addebitare nuovamente e definitivamente la somma precedentemente restituita.

Ma ricordiamo che dovrà essere la banca a dimostrare la colpa del cliente.

Contraffazione e truffe online

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