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Csm, il voto del plenum Fuori il leghista Brigandì "Incompatibile con noi"

Il plenum del Csm ha deciso per la decadenza del consigliere laico leghista. Motivo? Non si è dimesso per tempo dal cda di Fin Group

Csm, il voto del plenum 
Fuori il leghista Brigandì 
"Incompatibile con noi"

Con una decisione senza precedenti il Plenum del Csm ha dichiarato la decadenza del consigliere laico della Lega, Matteo Brigandì. 19 sì, tre no e due astenuti: questo il risultato della votazione a scrutinio segreto. Il motivo della decisione del Consiglio è relativo alfatto che Brigandì non si è dimesso per tempo da ruolo di amministratore della Fin Group, mentre la legge stabilisce l’incompatibilità tra l’essere componente di un consiglio di amministrazione di una società commerciale e l’incarico di consigliere del Csm. Una decisione che non ha colto impreprarato il consigliere che ieri, a chi gli chiedeva che prosepttive avesse, aveva risposto: "Niente, vado a casa".

Brigandì era stato eletto a Palazzo dei Marescialli nel luglio scorso. Ma come è emerso dai lavori compiuti dalla Commissione Verifica Titoli, ha mantenuto l’incarico di amministratore unico della Fin Group Spa fino al 12 febbraio scorso, fatto che lo pone in piena incompatibilità secondo la Commissione, con l’incarico al Consiglio, poiché dallo statuto della società può escludersi sia abilitata all’esercizio di attività di intermediazione finanziaria, ma non che sia destinata all’esercizio di attività commerciale. La causa di incompatibilità, è scritto nel documento della Commissione, preesistendo all’elezione, avrebbe dovuto essere rimossa entro 45 giorni dalla proclamazione dei risultati delle elezioni al Csm.

Brigandì era già finito nella bufera dopo la pubblicazione sul Giornale di atti del Csm relativi a un procedimento disciplinare a carico del pm di Milano, Ilda Boccassini; un caso per il quale lo ha messo sotto inchiesta la Procura di Roma, che indaga su di lui anche per la vicenda che oggi gli è costata il posto di consigliere del Csm. Con la sua uscita dal Csm e sino a quando il Parlamento in seduta comune non nominerà il suo successore, il gruppo dei laici che fanno riferimento alla maggioranza di Governo scende a 4 consiglieri.

Si tratta di una soglia che non consente di far mancare il numero legale alle sedute del Plenum del Csm; un’arma di cui i laici di Pdl e Lega non si sono mai avvalsi in questa consiliatura, a differenza di quanto accaduto in quella precedente.

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