Galoupet, Mediterraneo in rosa

La tenuta provenzale da qualche anno appartenente al gruppo LVMH si propone di realizzare il migliore rosato possibile in un territorio ricco di biodiversità che va rispettato e protetto. Il G de Galoupet 2024 è un assemblaggio di Grenache, Cinsault, Rolle, Syrah e Tibouren esuberante ed espressivo, che si presta a moltissimi abbinamenti gastronomici

Galoupet, le vigne
Galoupet, le vigne
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La tenuta di Château Galoupet di trova in Provenza e figura sulle mappe fin dal diciottesimo secolo come “lieu-dit”, ovvero un vigneto con una identità territoriale propria. Vino rosato qui è sempre stato fatto e di una certa reputazione. Ma è solo con l’arrivo del gruppo del lusso LVMH, che ha acquistato la tenuta nel 2019, che ha raggiunto quel livello di eccellenza assoluta che può certamente far parlare di uno dei migliori rosati al mondo. La nuova proprietà ha infatti riannodato il presente di Galoupet con il suo passato. Che racconta di un prezioso ecosistema delle Côtes de Provence, dimora di rare specie ancestrali e di una fitta vegetazione (lecci, pini domestici, cisto, corbezzolo, rosmarino, lavanda e nepeta e muovendosi verso la costa gli ombreggianti pini marittimi), dove si trova una tenuta che da oltre due secoli mantiene la stessa pianta ma che ha conosciuto nella sua storia alterne fortune enologiche, anche a causa dei frequenti cambi di proprietà.

Galoupet, le vigne
Galoupet, le vigne


I vini rosati provenzali di Château Galoupet sono stati acclamati per tutto il XIX secolo e, nel 1955, la tenuta stessa ha ottenuto il riconoscimento diventando un Cru Classé Côtes de Provence, uno dei soli 18 della regione. Nel corso del XX secolo Château Galoupet è passato sotto la gestione di diversi proprietari, curato da alcuni e trascurato da altri. Quando è arrivato il gruppo che fa capo a Bernard Arnault la tenuta aveva bisogno di uno choc positivo, il terreno andava rivitalizzato, la biodiversità implementata. Sono seguiti tre anni dedicati alla cura della terra, alla misurazione della vita al suo interno e al ripristino dell’equilibrio di questi preziosi ecosistemi, e nella primavera del 2022 Château Galoupet ha presentato i suoi primi vini provenzali in conversione biologica che manifestano appieno la volontà di creare un rapporto sempre più stesso dell’uomo e dei suoi prodotti con la natura e con gli altri.

Galoupet, il G de Galoupet in un pic nic balneare
Galoupet, il G de Galoupet in un pic nic balneare


Perché Château Galoupet ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento per l’intero movimento dell’agricoltura biologica e di quella rigenerativa. Galoupet (che si estende su 77 ettari di bosco e 69 di vigneti) è però anche un’azienda profondamente mediterranea, parola che descrive perfettamente G de Galoupet 2024, che ho avuto modo di degustare qualche giorno fa e che è l’assemblaggio di cinque vitigni: Grenache, Cinsault, Rolle, Syrah e Tibouren. L’annata 2024 è stata caratterizzata da ottime piogge autunnali e primaverili, che hanno ricostituito bene i terreni dopo due anni particolarmente siccitosi nel 2022 e nel 2023. L’estate è invece stata una classica estate provenzale, calda e soleggiata, ciò che ha consentito una maturazione ottimale degli acini. Il colore è rosa tenue con riflessi pesca, il naso caldo, espressivo, con note di frutta matura, esotica, di agrumi, per un mix al contempo esuberante ma molto elegante.

Galoupet_ G de Galoupet
Galoupet_ G de Galoupet


Al palato tornano i richiami olfattivi, con un’esplosione di frutta gialla, agrumi e frutti rossi. Si nota chiaramente la generosità del vino che non si risparmia in termini di struttura, di spessore, di persistenza, con un tocco di salinità particolarmente dissetante.

Un vino che si abbina perfettamente a una grande quantità di piatti, dall’aperitivo al dessert, in tutte le stagioni, anche se sinceramente la tarda primavera può essere casa sua. L’altro vino aziendale è lo Château Galoupet Cru Classé 2023, un blend di Grenache Grenache, Syrah, Tibouren, Rolle, Cinsault e Sémillon, complesso e profondo.

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