C’è una bella energia da Ramen Shifu, l’insegna specializzata nel brodo con spaghetti tipico della cultura gastronomica giapponese e che a Milano vanta attualmente tre ristoranti: quello in corso Manusardi al numero 3 ai Navigli, quello in viale Monte Nero 48 in zona Porta Romana e quello in via Filzi 10, in zona Centrale. In autunno ne aprirà uno nuovo in zona Lambrate. Io ho provato qualche giorno fa quello in via Filzi e mi sono sorpreso a trovarlo decisamente pieno in una domenica torrida che induceva alla gita fuori porta (e infatti arrivando notavo una Milano decisamente vuota). Segno che il format funziona e questo è un buon segno.
Un format, sì. Ramen Shifu è nato a Madrid nel 2017, è approdato a Milano nel 2020 – anno complicato – e oggi è anche a Rimini e a Mogliano Veneto. In tutta Europa vanta 36 punti vendita e altri 10 in via di progettazione. Tutti vantano un ambiente elettrico e “street”, che riproduce l’estetica dei vicoli giapponesi. I tre punti vendita milanesi, gestiti da Emanuele Fargella – un giovane imprenditore che ha lasciato una avviata carriera nel campo farmaceutico per dedicarsi alla ristorazione, contento lui - e Jay Lin, sposano la filosofia di dare un’interpretazione contemporanea del ramen. Il brodo, vero protagonista di questo piatto, viene preparato quotidianamente seguendo la ricetta tradizionale della regione di Hakata, una di quelle maggiormente vocate in questa preparazione.
Gli ingredienti, come le ossa fresche e le verdure, vengono lasciati a cuocere per numerose ore (da sei a nove) in modo che il brodo acquisisca un sapore intenso e profondo. Numerosi i tipi di ramen disponibili: io ho provato il Tonkotsu Ramen, con noodles pakchoi, carna di maiale marinata, alga nori, naruto, uova alla coque, erba cipollina e germogli di soia, e quello all’Anatra, con bordo della casa con crema, noodles, pakchoi, anatra croccante, alga nori, bambu, naruto, uova alla coque, erba cipollina e germogli di soia. Ma molti altri sono in carta, quello Shichu con cubetti di carne di manzo, Shoyu con carne di maiale marinata, il vegetale Yasay, il Fried Chicken, l’Ebi Tempura e il Chashu Curry. Ramen Shifu punta forte sugli amanti del piccante e alcuni loro piatti sono davvero per stomaci forti, come il Tan Tan Ramen, l’Inferno Ramen e il Kimchi Ramen. Ci sono anche diversi ramen vegani, tra i quali lo Yasay Shoyu Ramen e il Miso Pinnatsu Ramen.
E per chi non ama il brodo caldo, soprattutto con queste temperature? Detto che vi perdete qualcosa, ci sono comunque molte altre proposte. Intanto ci sono dei piatti estivi come i Noodles asciutti con carne macinata e zenzero (forse il piatto migliore della serata). Poi ci sono dei ramen senza brodo, come il Mazesoba con carne di maiale speziata, uova, arachidi e cipolla fritta, e il Pad Tha, le tipiche tagliatelle tradizionali tailandesi con arachidi, uova e germogli di soia. Poi c’è un bell’assortimento di ravioli grigliati Gyoza (io ho provato quelli di maiale, eccellenti), dei Ravioli di carne bolliti, il Pollo Karage fritto, con salsa tonkatsu e mayo giapponese, degli Yakitori, i classici spiedini nipponici, le polpette Takoyaki, il Chashu Beef Fried, patate fritte con pancetta di maiale, manzo, cipolla fritta e coriandolo, e alcuni assortimenti di bao (di anatra, di maiale, di pollo). Infine alcuni dolcini che io non provato: un assortimento di Mochi e un bao alla nutella. Si ordina attraverso un tablet di facile utilizzo, che invia l’ordine direttamente in cucino. Si beve pescando da un piccolo assortimento di vini (assortimento migliorabile), e poi le birre Asahi e le classiche bevande. Mangiando un ramen, un antipasto e un dolce e bevendo una birra si spendono attorno ai 30 euro.
In
ognuno dei tre locali milanesi c’è uno spazio esterno: sui Navigli c’è un bel dehors da 25 posti, nella sede di Fabio Filzi c’è un dehors chiuso da 18 coperti e in Montenero ci sono 12 posti su strada suddivisi in 4 tavoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.