«La Via degli Ostelli, storia, etica, poetica dell'Associazione italiana Alberghi per la Gioventù" a cura di Roberto Messina e con la prefazione del ministro Giorgia Meloni raccoglie gli editoriali di Aldo Franco Pessina (Milano 1907 - Roma 1984): insegnante, giornalista, scrittore, commediografo, sportivo e viaggiatore, che fu ispiratore, fondatore, nume tutelare dell'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (in sigla, appunto, A.I.G.), l'organizzazione nazionale degli Ostelli fondata nel nostro Paese nel 1945 sull'esempio di quanto realizzato in Germania sin dal 1908.
Alla nascita, alla crescita, al radicamento territoriale e allo sviluppo di A.I.G. (che oggi, con le sue oltre 110 strutture, è praticamente la più grande catena alberghiera italiana) Pessina lavorò come alla sua nuova casa. Vi riversò tutta la propria passione, l'intelligenza, la sensibilità, la determinazione. Non pensò comunque mai di costituire un semplice sodalizio a scopo di lucro. Ma sempre e solo una grande associazione culturale, ideale, esemplare, in cui dare corpo ad uno dei suoi sogni: "un'iniziativa a vantaggio degli altri, che fosse quasi una leggenda...".
Le sue intuizioni, i desideri, le ambizioni, ma anche i dubbi, le incertezze, gli umani scoramenti, costituiscono l'ispirazione di questi scritti, delle opere letterarie (suggestivi racconti di viaggio, reportages, commedie, radiodrammi) e soprattutto degli articoli di fondo di Pessina, dai quali emerge chiara e nitida la sua tempra umana, oltre l'effettiva forza innovativa, pedagogica e culturale del suo ambizioso progetto di costruire la rete italiana degli Ostelli della Gioventù.
Nel volume sono raccolti gli editoriali apparsi tra il 1948 e il 1970 su "Nomadi": storica rivista (o "house organ" come si direbbe oggi) di A.I.G., prezioso strumento di informazione e dibattito la cui pubblicazione è stata mantenuta costante nel tempo. Interventi illuminanti, fecondi di informazioni e riflessioni sulla storia di A.I.G. e le tante "battaglie" sostenute per la sua organizzazione, e perché comunque gli Ostelli divenissero col tempo ciò che effettivamente egli desiderava: non solo "semplici" centri di ospitalità, ma veri luoghi d'incontro. Non solo strutture con la caratteristica passiva del 'rifugio', ma con quella attiva di 'servizio'. E, generalmente, una meta per ristabilire i rapporti tra uomo e uomo.
Ostelli, dunque, come opera etica. Essenziale iniziativa di beneficenza. Risorsa che una comunità civile deve assicurare ai propri giovani, ed anche ai giovani delle altre comunità nazionali: "perché da essa ricavino quegli orientamenti che li rendano capaci di comportarsi da individui civili, cioè di creare una comunità civile".
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