Le delizie del Monumentale tra "fine dining" e sushi veg

Un'area che si è rigenerata diventando mèta gourmet Da Ceresio 7 a Morelli, da LOM Dopolavoro ad Anyma

Le delizie del Monumentale tra "fine dining" e sushi veg
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Il Père Lachaise milanese è un cimitero che racconta molto della storia di Milano ed è circondato da un quartiere vivace che dopo molti decenni di poca gloria gastronomica da qualche tempo, seguendo il flusso della rigenerazione urbana che ha coinvolto altre zone della città, è diventato anche una destinazione gourmet. Con alcuni indirizzi decisamente sopra la media.

Ceresio 7 Un locale simbolo del new deal gastronomico milanese, nato una decina di anni fa in cima allo storico palazzo dell'Enel in via Ceresio 7, nel frattempo diventato l'headquarter del gruppo Dsquared2. Un luogo che non ha ancora perso quel flow modaiolo che ne fa una delle destinazioni più amate dalla Milano che conta. Anche grazie alla terrazza con piscina con vista sullo skyline cittadino, ai buoni cocktail del rinomato bar e ai piatti dello chef Elio Sironi. Da provare i Plìn di bufala con crusco e pan pepato e l'Agnello in graticola con fagiolini, feta e pomodoro.

Da Martino In via Carlo Farini al numero 8 una semplice trattoria gestita da 75 dalla stessa famiglia (all'inizio era uno spaccio di cibi cotti) con impostazione toscana e tanta sostanza. Tra i piatti da provare quelli realizzati con la carne toscana (Fiorentina e Cinta senese) e la celebre Cotoletta orecchia di elefante "vestita" (ovvero con pomodirini e rucola). Servizio semplice e cordiale.

EssenzaSushi Quasi all'opposto dell'insegna precedente questo piccolo locale in via Maurizio Quadrio 23, che propone sushi vegano, colorato e saporitissimo, in alcune box (Protein, Tasty e Rainbow) ciascuna in tre misure: small da 10 pezzi, medium da 16 e large da 24, con prezzi in proporzione. Da provare in particolare gli Uramaki peanuts e il Maki friggitello. Ci sono anche dei pezzi dolci. Il posto è piccolo e destinato all'asporto ma ci sono alcune sedute per chi voglia consumare in loco. Si bevono bibite e kombucha in lattina.

Shoo Loong Kan Il regno dell'hot pot, primo ristorante della gigantesca catena di locali che in tutto il mondo portano la cultura della "fonduta" cinese, trionfo di socialità. Si ordina con un tablet e poi si cuoce personalmente gli ingredienti di qualità (le carni per esempio arrivano dalla macelleria Sirtori) nel pentolone dove sobbolle il brodo prescelto, piccante, ai funghi, al pomodoro, al brodo di ossa. Ci si diverte e si mangia bene. Si trova in via Farini, al 21.

LOM Dopolavoro Un luogo accogliente e multifunzionale con spazi aperti e chiusi. Si beve, si mangia, si socializza, si partecipa a eventi. La cucina è studiata per la condivisione: Polpettine di miglio e patate, Fregole con taccole, piselli e pomodirini, Tofu Sando e Carpaccio di anguria e salsa ponzu al sesamo. Buoni cocktail classici o della casa a prezzi competitivi e vini "funky". In via Galileo Ferraris, 1.

Giancarlo Morelli dell'hotel Viu Milan Un grande uomo della ristorazione milanese che in questo albergo contemporaneo tra Chinatown e Monumentale ha portato la sua cucina colta e solida: Wafer di melanzane tataki, sesamo tostato e prezzemoloCacio e pepe o quasiAgnello, visciole, finferli e senape. Un tavolo in cucina permette di interagire con lo chef e godere di un punto di vista unico. Ne bar Bulk ottimi cocktail e qualche "morso".

Anyma Bistrot In via Pietro Maroncelli 15 un ristorante piuttosto insolito, che coniuga l'anima italiana con quella spagnola di rito ibizenco.

Si mangiano piatti completi (Gazpacho di melone, jamón ibérico croccante e crostini di pane, Arrosticini di capesante con lardo di pata negra e crema di patata americana, Paccheri aglio, olio e peperoncino con scampi saltati, cozze e pane croccante) ma ci sono anche tapas e cocktail per l'aperitivo.

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