Dieta e alimentazione

Patologie della tiroide: cosa non mangiare

Una dieta adeguata abbinata alla terapia farmacologica può davvero fare la differenza

Patologie della tiroide: cosa non mangiare
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Di dimensioni piccole e di peso variabile a seconda di alcuni parametri come l'alimentazione, la costituzione corporea e l'età, la tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, davanti alla trachea. Essa secerne ormoni indispensabili per il corretto funzionamento dell'organismo: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3). Essi infatti:

  • Regolano il metabolismo basale, glucidico, lipidico e proteico;
  • Aumentano la frequenza cardiaca;
  • Contribuiscono al corretto sviluppo del sistema nervoso centrale nel feto;
  • Favoriscono l'assorbimento del ferro e della vitamina B12;
  • Incrementano la motilità intestinale.

La tiroide può essere colpita da alcune patologie che vanno ad alterare la sua attività. Scopriamo insieme quali sono e qual è la dieta più indicata in presenza delle stesse.

L'ipotiroidismo

Con il termine ipotiroidismo si indica l'incapacità della tiroide di produrre una quantità sufficiente di ormoni. Colpisce mediamente lo 0,5-1% della popolazione, con una netta prevalenza nel sesso femminile e negli individui di età avanzata. Le cause del disturbo sono numerose e si è soliti suddividerle in quattro categorie:

  • Ipotiroidismo primario: è l'esito di una specifica disfunzione tiroidea. A provocarlo sono le malattie autoimmuni della tiroide, la carenza di iodio successiva ad una dieta, l'asportazione parziale o totale della ghiandola;
  • Ipotiroidismo secondario: è la conseguenza di un malfunzionamento dell'ipofisi o del sistema ormonale determinato da neoplasie, lesioni post-traumatiche, post-radioterapia, post-aneurisma;
  • Ipotiroidismo terziario: deriva da un cattivo funzionamento dell'ipotalamo e del sistema ipotalamico a causa di lesioni o di forme cancerose;
  • Ipotiroidismo iatrogeno: a provocarlo è una somministrazione errata ed eccessiva di farmaci antitiroidei.

I sintomi dell'ipotiroidismo includono: sonnolenza, depressione, debolezza muscolare, mestruazioni abbondanti, aumento del peso corporeo, facies mixedematosa, cute secca e capelli radi e sottili. Ancora rigidità, gonfiore articolare, cute fredda e intollerante alle basse temperature.

L'ipertiroidismo

L'ipertiroidismo, a differenza dell'ipotiroidismo, è caratterizzato da un'eccessiva produzione di ormoni. Benché possa insorgere a qualsiasi età, è più frequente nella fascia 20-40 anni, in particolare tra le donne. Purtroppo nei pazienti sono frequenti conseguenze come lesioni a carico del metabolismo, del cuore e del sistema nervoso. Diverse le cause:

  • Gozzo multinodulare tossico: si sviluppa in seguito ad una protratta stimolazione della tiroide per insufficiente sintesi ormonale. La ghiandola appare di dimensioni aumentate e costellata di noduli;
  • Gozzo nodulare tossico: è l'esito di una produzione eccessiva di ormoni localizzata;
  • Morbo di Graves-Basedow: l'organismo produce immunoglobuline, ovvero anticorpi che stimolano la tiroide e che facilitano così la comparsa del gozzo;
  • Adenoma tossico;
  • Massiccia secrezione di TSH;
  • Iperassunzione di iodio.

Tra i sintomi dell'ipertiroidismo figurano: estrema magrezza, tremori, sudorazione profusa, intolleranza al calore, alopecia, astenia. Ancora mestruazioni irregolari, nervosismo, insonnia, agitazione, psicosi.

La tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto è un processo infiammatorio cronico ed autoimmune a carico della tiroide che viene aggredita e danneggiata da anticorpi anomali. Il disturbo nella seconda decade della vita interessa circa l'1-2% della popolazione. Tra i 50 e i 60 anni si riscontra nel 3-4% degli individui. In risposta all'aggressione del sistema immunitario, le cellule della ghiandola sviluppano un processo infiammatorio che spesso si traduce in una riduzione della funzionalità della stessa. Le cause non sono ancora note, ma si ritiene che la genesi della patologia sia multifattoriale:

  • Fattori ereditari;
  • Fattori dietetici;
  • Fattori sessuali;
  • Malattie concomitanti: celiachia, diabete di tipo 1, vitiligine, morbo di Addison, artrite reumatoide.

La sintomatologia è caratteristica: debolezza, affaticamento, aumento di peso, alterazioni del ciclo mestruale, bradicardia, depressione, crampi muscolari, capelli e unghie fragili e secchi. Ancora pallore, raucedine, ritenzione idrica e sensazione di freddo.

Dieta ideale per le patologie della tiroide

L'ipotiroidismo, l'ipertiroidismo e la tiroidite di Hashimoto devono essere trattate farmacologicamente, tuttavia l'adozione di una dieta corretta è di grande aiuto. Quali sono i cibi più indicati e quelli da evitare in caso di patologia tiroidea? Scopriamolo insieme.

Alimentazione per ipotiroidismo

Per favorire il benessere della tiroide è bene prediligere cibi ricchi di iodio, selenio e zinco ed evitare quelli che interferiscono con il suo funzionamento.

  • Alimenti consigliati: uova, spinaci, pomodori, zucchine, patate, nocciole, fragole, banane, pesce azzurro, frutta secca, legumi, carni bianche, cereali, semi oleosi, cacao amaro.
  • Alimenti sconsigliati: latte intero e derivati, soia, verdure come broccoli, cavoli, rape, rucola, cavolini di Bruxelles, alcol, tè, caffè, cibi confezionati.

Alimentazione per ipertiroidismo

Si devono evitare tutti quei cibi contenenti quantità elevate di iodio.

  • Alimenti consigliati: sale non iodato, verdure crucifere (cavoli, broccoli, cime di rapa, rucola, ravanelli, verza), uova, carne rossa e bianca, legumi, pesce, noci brasiliane, tofu, oli vegetali, curcuma.
  • Alimenti sconsigliati: sale iodato, insaccati, formaggi grassi, alghe, crostacei, molluschi, snack, patatine in busta, tè, caffè, alcolici.

Alimentazione per tiroidite di Hashimoto

La dieta per la tiroidite di Hashimoto è simile a quella per l'ipotiroidismo. Bisogna però tenere conto che generalmente i pazienti sono spesso carenti di ferro e di vitamina D e quindi devono sopperire a tali mancanze introducendo alimenti adeguati. Attenzione anche alla possibilità di soffrire contemporaneamente di celiachia per la cui diagnosi si ricorre all'esecuzione di test specifici.

Va evitato il consumo eccessivo di zuccheri semplici, cereali raffinati, cibi industriali, burro, margarina e alcolici.

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