Politica

Difende la fidanzata, italiano ucciso in Spagna

Eleonora Barbieri

Stava camminando verso mezzanotte con la sua fidanzata nel centro storico di Valencia. Una passeggiata nel quartiere dei locali notturni, in mezzo a decine di altri turisti. È qui, nella Spagna delle vacanze e del divertimento, che un italiano di 25 anni ha trovato la morte, per mano di un maghrebino ubriaco: il nordafricano ha prima cercato di molestare la sua ragazza, quindi, di fronte alla reazione del giovane, ha afferrato un coltello e l’ha ucciso.
Succede tutto nella notte prima di Ferragosto: il venticinquenne e Lilian, la sua compagna di diciannove anni di origine statunitense, hanno appena deciso di fare un giro nel «barrio del Carmen», una delle zone della vita notturna valenciana, nel cuore della città vecchia. È da poco passata la mezzanotte mentre camminano lungo la calle Alta; qui, davanti all’ingresso di un pub, si trovano di fronte un uomo ubriaco.
Mohamed, scoprirà poi la polizia, ha 38 anni, abita a Ceuta ed è di origine marocchina. Non è nuovo a scenate ed episodi di disturbo nei confronti dei passanti: era già stato protagonista di alcuni incidenti anche nella plaza del Tossal, uno dei luoghi più famosi di Valencia. L’uomo, diranno gli investigatori dopo averlo arrestato per l’omicidio del turista italiano, aveva una lista senza fine di precedenti: furti, scippi, rapine, fino ad arrivare a un totale di ventidue segnalazioni sulla sua fedina penale. Fino alla sera del 14 agosto, quando nella calle Alta incontra i due turisti. Vede Lilian, ma il corpo e la mente pieni d’alcol non si accorgono del ragazzo che le è accanto: o non credono sia un problema. Il marocchino inizia a rivolgere alla diciannovenne apprezzamenti pesanti. Poi non ci pensa due volte e cerca di palpeggiarla, le mette le mani addosso. Il giovane italiano s’infuria, lo allontana, lo insulta.
Mohamed però non si accontenta delle parole. Si gira, corre verso uno dei tavolini all’aperto che affollano la via. Quelli che se non sono occupati sono comunque apparecchiati, già pronti per chi abbia voglia di fermarsi a mangiare qualcosa. Piatti, bicchieri, posate: è così che il maghrebino si procura un coltello. La questione per lui non è ancora conclusa. Armato, si avvicina al giovane e a Lilian e, senza che nemmeno facciano in tempo ad accorgersene, sferra tre coltellate al ragazzo. Tre colpi nella parte sinistra del torace; uno, quello fatale, finisce dritto al cuore, perforando anche il polmone. Per il venticinquenne non c’è nulla da fare: l’ambulanza arriva in fretta, ma i medici non possono che constatare la morte del giovane.

Mohamed finisce in cella, nel penitenziario valenciano di Picassent: un luogo che già conosce ma, questa volta, per lui l’accusa è di omicidio.

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