Railgun elettromagnetici vs missili ipersonici: si accende la sfida miliare Cina-Giappone

Il Giappone accelera su strumenti per la guerra elettromagnetica, puntando a contrastare le crescenti capacità missilistiche ipersoniche della Cina

Railgun elettromagnetici vs missili ipersonici: si accende la sfida miliare Cina-Giappone
00:00 00:00

Il Giappone sta accelerando in maniera decisa lo sviluppo del suo cannone elettromagnetico, un sistema progettato per colpire bersagli ad altissima velocità e con costi operativi ridotti. Come ha riportato Asia Times, i più recenti test condotti a bordo della nave JS Asuka hanno mostrato una precisione sorprendente: i proiettili stabilizzati con alette del railgib hanno centrato una nave bersaglio con un’accuratezza tale da evidenziare molteplici punti d’impatto concentrati nello stesso settore dello scafo. La velocità dei proiettili – circa 2.300 metri al secondo – consente al cannone di operare in uno spazio in cui i sistemi tradizionali a esplosivo non riescono più a mantenere un’efficacia adeguata contro minacce sempre più veloci e manovrabili. Questa capacità risulta particolarmente rilevante in un contesto strategico in cui la Cina ha investito massicciamente in missili ipersonici progettati per saturare o eludere le difese convenzionali.

Il vantaggio del railgun

L’obiettivo giapponese non consiste solo nell'introdurre un nuovo tipo di arma, ma anche nel ridefinire la difesa navale in un’area – l’Asia-Pacifico – dove la supremazia tecnologica influisce direttamente sull’equilibrio geopolitico. C’è comunque un fattore decisivo da considerare: il costo per colpo del railgun rappresenta un vantaggio strategico enorme. Un singolo proiettile cinetico costa soltanto una frazione di un missile intercettore, che può raggiungere cifre milionarie. In uno scenario di attacco saturante – come un’ondata di droni o una raffica di missili balistici – questa differenza diventa cruciale.

Il Giappone, consapevole della pressione militare esercitata dalla Cina, punta a sistemi che permettano di mantenere la difesa attiva senza esaurire rapidamente le scorte o sostenere costi proibitivi. Il railgun, basandosi principalmente su energia elettrica invece che su munizioni esplosive complesse, offre una “profondità di magazzino” teoricamente superiore: finché la nave genera energia, può continuare a sparare. Oltre al fattore economico, c’è poi l’aspetto tattico. Un colpo elettromagnetico non emette la stessa firma termica e radar di un missile lanciato, rendendo più difficile prevedere e contrastare l’ingaggio.

Questo dettaglio introduce un ulteriore elemento di deterrenza, proprio nel momento in cui Pechino sta cercando di consolidare un vantaggio missilistico capace di mettere sotto pressione le flotte e le basi regionali dei paesi vicini.

Il confronto con la Cina

Nonostante i progressi, Asia Times sottolinea che il railgun giapponese non è privo di ostacoli. L’enorme fabbisogno energetico richiede sistemi di accumulo e raffreddamento ingombranti, attualmente installati in container dedicati. L’integrazione su navi operative, più piccole e compatte, richiederà ulteriori sviluppi ingegneristici. Resta anche l’incognita della durata della canna: i test hanno superato i 200 colpi senza compromissioni evidenti, ma un impiego prolungato in condizioni reali potrebbe richiedere materiali ancora più resistenti.

Se Tokyo riuscirà a superare queste sfide, l’impatto strategico potrebbe essere notevole. Un railgun completamente operativo permetterebbe al Giappone di contrastare in modo più credibile le nuove generazioni di missili ipersonici cinesi e di inaugurare una fase in cui l’artiglieria navale riconquista un ruolo centrale dopo decenni di predominio dei missili guidati.

In questo contesto, l’arma

elettromagnetica si configurerebbe non solo come un sistema difensivo innovativo, ma come una risposta concreta alla crescente assertività della Cina, con conseguenze dirette sul futuro degli equilibri militari nel Pacifico occidentale.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica