Difesa

La quarta portaerei e il giallo della propulsione atomica: a cosa punta davvero la Cina

La Cina annuncia ufficialmente la costruzione della sua quarta portaerei, e sebbene non si sappia ancora nulla della sua propulsione, la sfida al potere navale Usa è lanciata

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La Cina è in procinto di sviluppare la sua quarta portaerei per continuare la sua sfida alla flotta statunitense nel Pacifico. Ad annunciarlo è stato l'ammiraglio della Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione (Plan) e commissario politico Yuan Huazhi a margine della seconda sessione del 14esimo congresso nazionale del popolo.

L'ammiraglio Huazhi ha affermato che i progressi sono sulla buona strada e che il pubblico scoprirà presto se la nuova portaerei sarà dotata di propulsione nucleare. A oggi, solo la marina statunitense e quella francese dispongono di portaerei con questo tipo di propulsione, che consente loro di svolgere missioni per periodi prolungati senza rifornimento di carburante.

“Stiamo costruendo portaerei per proteggere la nostra sovranità nazionale e la nostra integrità territoriale”, ha sottolineato l'ammiraglio come riportato dal South China Morning Post. La Cina sta dando notevole impulso alla sua cantieristica navale per la costruzione di unità navali da guerra, in modo da poter rivaleggiare con la U.S. Navy sui mari del globo. Attualmente la Plan è la marina più numerosa al mondo, sebbene per qualità delle navi e per livello di esperienza sui mari, sia ancora indietro rispetto a quella statunitense – e da questi punti di vista anche rispetto anche ad altre.

Ciononostante lo sviluppo cantieristico cinese è impressionante, con una quantità di navi da guerra varate negli ultimi tre lustri che surclassa di molto quello dei cantieri navali statunitensi, a dimostrazione sia della volontà di Pechino di dotarsi di una marina d'altura – o Blue Water Navy – sia dei progressi tecnologici raggiunti.

In particolare la Plan sta puntando sulle unità di medio tonnellaggio (corvette, fregate e cacciatorpediniere) e portaerei: attualmente, infatti, può annoverare in servizio due unità di questo tipo, la “Liaoning” e la “Shandong” con una terza, la “Fujian” che si appresta a effettuare le sue prime prove in mare.

Se la “Liaoning” (Type 001) è stata costruita partendo dallo scafo della portaerei “Varyag” (già “Riga”) della classe Kuznetsov appartenuta alla Russia ai tempi dell'Unione Sovietica e la “Shandong” (Type 002) ne ricalca le linee, la “Fujian” (Type 003) è totalmente diversa e ricorda più le unità statunitensi.

Sebbene non abbia la propulsione nucleare, l'unità è molto più grande delle precedenti (dislocamento di 80mila tonnellate per 316 metri di lunghezza) e soprattutto è dotata di sistema Catobar (Catapult Assisted Take-Off Barrier Arrested Recovery) ovvero di catapulte che lanceranno in volo gli aerei. Altra novità presente su questa unità è che proprio le catapulte sono di tipo elettromagnetico (Emals - Electromagnetic Aircraft Launch System) esattamente come per le ultime portaerei statunitensi della classe Ford.

Anche se non sappiamo ancora molto della prossima unità Type 004 cinese, possiamo supporre che il suo disegno sia simile alla “Fujian”, probabilmente con un tonnellaggio maggiore, e altrettanto probabilmente con la propulsione nucleare per dare alla Plan la possibilità di poter operare su lunghissime distanze senza bisogno di effettuare scali per il rifornimento di carburante e senza sfruttare la possibilità di farlo in alto mare, qualcosa che è comunque necessario per poter rifornire le scorte di viveri, munizioni e carburante per aerei qualora le operazioni siano particolarmente prolungate.

Quanto stiamo osservando è quindi lo sforzo cinese di lanciare il guanto della sfida alla marina statunitense, ovvero, come accennato, diventare una potenza navale d'alto mare. Per farlo, oltre ad avere portaerei in grado di operare a lunga distanza con un adeguato ed efficace dispositivo di scorta (cacciatorpediniere, sottomarini, navi da rifornimento), la Plan dovrà avere unità sufficienti per garantire un'adeguata rotazione di navi ed equipaggi in modo da avere sempre almeno un Csg (Carrier Strike Group) in mare.

Una sfida non da poco per il Dragone.

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