
Progettare un nuovo drone avanzato per competere con uno dei velivoli senza pilota da combattimento più diffusi al mondo: il Bayraktar TB2 turco. Questo è l’obiettivo dichiarato della Cina, che sta lavorando allo sviluppo del CH-3D, attualmente in fase di test di volo e valutazione tecnica da parte degli specialisti di AVIC, il gigante aerospaziale cinese. Il nuovo drone è stato pensato per inserirsi nella categoria dei MALE (Medium Altitude Long Endurance), la stessa in cui il TB2 ha conquistato una posizione dominante a livello globale. Il velivolo turco ha infatti dimostrato le sue capacità nei conflitti in Siria, Libia, Iraq, Nagorno-Karabakh e soprattutto nel teatro ucraino.
Il drone globale della Cina
Il TB2 ha conquistato il mercato internazionale degli armamenti grazie al suo equilibrio tra prestazioni elevate e costi contenuti. La Cina intende ora sfidarne la supremazia con il CH-3D, integrando una serie di innovazioni tecniche che potrebbero conferirgli un margine operativo in missioni a lungo raggio o in scenari dove la comunicazione a vista è limitata.
Una delle principali novità introdotte sul CH-3D, secondo quanto riportato da Defence Blog, è la presenza di un sistema di comunicazione satellitare (SATCOM). Questa tecnologia consente al drone di essere controllato anche a grandi distanze, superando i limiti delle comunicazioni tradizionali. Una caratteristica, questa, che potrebbe fare la differenza rispetto al Bayraktar TB2 in situazioni operative più complesse o in territori ostili.
Il drone cinese è inoltre dotato di un carrello di atterraggio retrattile, una soluzione progettuale che ne migliora l’aerodinamica. Questo accorgimento permette di estendere il tempo di volo e l’autonomia operativa, aumentando così la versatilità del velivolo.
La sfida di Pechino
Dai dati attualmente disponibili, il CH-3D è in grado di volare per circa 20 ore consecutive, raggiungendo un’altitudine operativa massima di 7.200 metri e mantenendo una velocità di crociera intorno ai 280 km/h. Con un peso massimo al decollo di 700 chilogrammi, è capace di trasportare diverse tipologie di armamento a guida di precisione, tra cui bombe e missili teleguidati. Questa flessibilità lo rende adatto a ruoli diversi: dalla ricognizione all’attacco mirato, passando per il supporto aereo ravvicinato.
Grazie a una maggiore autonomia, a un sistema di comunicazione avanzato e a una capacità di carico superiore, il CH-3D si propone come una piattaforma più sofisticata rispetto al suo rivale turco. L’intento di AVIC sembra dunque andare oltre la semplice imitazione, puntando invece a offrire un prodotto più competitivo e performante.
Il debutto del CH-3D arriva in un momento in cui la domanda internazionale di droni armati è in costante crescita. Sempre più Paesi cercano soluzioni efficaci ma meno costose rispetto ai sistemi statunitensi o israeliani.
Il successo ottenuto dal TB2 ha alzato l’asticella, e ora chi entra in questo mercato deve dimostrare di poter offrire capacità uguali o superiori. Per la Cina, il CH-3D rappresenta un’opportunità strategica: non solo come drone da combattimento, ma anche come veicolo per rafforzare la sua influenza nel mercato globale delle esportazioni militari.