Cosa c'entrano gli Emirati Arabi con lo sviluppo militare della Cina? Secondo una lunga inchiesta pubblicata dal Financial Times molto più di quanto non si possa pensare. Pare, infatti, che nel 2022 il colosso tecnologico di Shenzhen, Huawei, avrebbe ricevuto dalla nazione emiratina una particolare tecnologia impiegata poi dal governo cinese per estendere la gittata dei propri missili aria-aria. Le agenzie di spionaggio statunitensi sono convinte del passaggio e ritengono inoltre che il materiale trasferito avrebbe consentito a Pechino di avvantaggiare i suoi jet da combattimento. Ecco che cosa sappiamo di questa vicenda.
L'indiscrezione degli Usa e la mossa della Cina
Gli 007 statunitensi, durante l'amministrazione Biden, avrebbero raccolto informazioni che confermerebbero il trasferimento di una tecnologia sensibile alla Cina da G42, il gruppo di punta degli Emirati Arabi Uniti nel campo dell'intelligenza artificiale, per mezzo di Huawei. Questa sarebbe in seguito stata utilizzata da Pechino per potenziare i missili a lungo raggio lanciati dai suoi aerei da combattimento. Quali missili? Le varianti PL-15 e PL-17. G42, che tra i suoi azionisti include Microsoft, Silver Lake e il fondo di investimento sovrano degli Emirati Arabi Uniti Mubadala, ha definito le indiscrezioni come "false e diffamatorie accuse" provenienti da "fonti con motivazioni e intenti discutibili".
Alcune fonti dell'intelligence Usa dubitano in merito al fatto che il G42 fosse a conoscenza dell'utilizzo finale della tecnologia, ossia per aiutare l'Esercito Popolare di Liberazione (PLA). Altre ritengono invece che gli Emirati Arabi Uniti, un alleato fondamentale degli Stati Uniti in Medio Oriente, si siano ormai avvicinati alla Cina. Quest'ultima visione avrebbe scatenato un acceso dibattito all'interno dell'amministrazione Biden sulle relazioni da mantenere con gli Emirati, e sulla possibilità di una maggiore cooperazione con lo Stato del Golfo in materia di intelligenza artificiale, a condizione che quest'ultimo accettasse di interrompere la collaborazione con la Cina.
Ricordiamo che gli Emirati Arabi Uniti, sede di una base militare americana e grande investitore negli Usa, hanno mantenuto stretti legami con Washington per decenni, ma che i rapporti tra le parti si sono fatti tesi durante l'amministrazione Biden. Il motivo? Abu Dhabi non è stata affatto felice della risposta a dir poco tiepida data dagli Usa agli attacchi dei ribelli Houthi contro il proprio territorio.
Trasferimento di tecnologia sensibile?
Non sappiamo quale sia l'esatta natura della tecnologia condivisa dal G42 con la Cina. Sappiamo che il G42 è presieduto dal consigliere per la sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Tahnoon bin Zayed al-Nahyan, e che si è esteso alla tecnologia geospaziale, aeronautica e satellitare. C'è dunque chi ipotizza che il materiale coinvolgesse un software che avrebbe ottimizzato il volo dei missili. L'aspetto più importante è che non vi sono prove del fatto che l'eventuale trasferimento della tecnologia avrebbe violato alcuna legge.
I funzionari americani ritengono che la tecnologia condivisa con Huawei, che potrebbe essere stata a doppio uso, avrebbe dato ai caccia cinesi ancora più tempo per colpire i caccia americani in un'eventuale guerra su Taiwan, aumentando il vantaggio che l'Esercito Popolare di Liberazione si era assicurato sulle forze armate statunitensi. "L'industria della difesa cinese ha trascorso gli anni 2010 a costruire e consegnare missili aria-aria, tra cui il PL-15 e il PL-17, che hanno superato i loro equivalenti statunitensi in termini di gittata e tecnologie di ricerca avanzate", ha affermato un ex esperto senior della CIA in materia di esercito cinese.
"L'affermazione secondo cui G42 potrebbe aver fatto trapelare la tecnologia a Huawei mentre Huawei era un fornitore di G42 è di fatto infondata", ha spiegato G42 affermando che i suoi rapporti con Huawei sono terminati nell'ottobre 2023 e si sono limitati a un accordo standard di fornitura commerciale in cui il gruppo cinese ha
agito "esclusivamente come fornitore" per l'infrastruttura cloud e i servizi correlati utilizzati per creare applicazioni e soluzioni per i suoi clienti negli Emirati Arabi Uniti e nella regione.