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Missili Jericho: la super arma nucleare di Israele per il "giorno del giudizio"

Entrati in servizio per la prima volta negli anni '70, la terza generazione di questi vettori può colpire fino a 6300 chilometri di distanza ed è in gradi di trasportare testate termonucleari

Missili Jericho: la super arma nucleare di Israele per il "giorno del giudizio"
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Mentre i bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza proseguono e entrambe le parti fanno la conta dei loro morti, l’escalation di violenza retorica e pratica inizia a tirare in ballo il sistema di deterrenza nucleare di Tel Aviv: i missili Jericho. È il deputato del partito Likud Tally Gotliv ad aver invocato l’utilizzo di questa super arma, scrivendo più volte su X “l’idea di avviare una guerra nucleare invece di introdurre forze di terra di massa” e chiedendo all’esercito di schierare l’arsenale missilistico come rappresaglia agli attacchi di Hamas.

Chiamati così in onore della città che il racconto biblico vuole distrutta dagli ebrei di Giosuè, ciascuno di questi vettori è alto 14 metri e pesa 21mila chilogrammi. Può trasportare una carica termonucleare e colpire obiettivi tra i 1500 e i 2500 chilometri. Nascono negli anni ’60, durante le prime fasi di sviluppo del programma missilistico israeliano. Al tempo, le autorità di Tel Aviv collaboravano con la società aerospaziale francese Dassault, che nel ’69 ha abbandonato il progetto.

Il primo Jericho-1 a combustibile solido vede la luce nel 1973, durante la guerra dello Yom Kippur. Considerando che molti dei nemici di Israele si trovano ad una distanza minima dal territorio dello Stato ebraico, in molti si chiedono perché Tel Aviv abbia creato un arsenale di missili balistici. “La risposta potrebbe essere che Israele, in quanto stato intriso di sicurezza, considera sempre gli scenari peggiori e i piani per le emergenze”, scrive nel 2021 Mark Fitzpatrick dell’Iiss (International Institute for Strategic Studies).

Tra gli anni ’70 e ’80, Israele sviluppa il Jericho-2, più lungo e largo rispetto al predecessore, ma con un carico utile identico e una gittata compresa tra i 1500 e i 3500 chilometri. Il suo successore, il Jericho-3, viene introdotto in servizio nel 2011 e costituisce un balzo in avanti notevole rispetto ai due modelli precedenti. Il missile è lungo 16 metri, con un diametro di 1,56 metri. La gittata aumenta esponenzialmente, tra i 4800 e i 6500 chilometri. Il carico utile è di circa 1300 chilogrammi. Secondo i rapporti di molti analisti, il primo test del Jericho-3 risale al 2008, tra gennaio e febbraio. “Tutti possono fare i conti, possiamo raggiungere ogni zona del mondo” è il commento fatto al tempo da Isaac Ben-Israel, responsabile dell’Agenzia spaziale israeliana.

Fonti non confermate riferiscono di altre prove di lancio nel 2011, 2013 e 2019, a seguito dei quali alti funzionari dell’esercito hanno parlato di “un drammatico salto nelle capacità missilistiche di Israele”.

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