
Il Pentagono è preoccupato che i missili nucleari orbitali della Cina possano colpire gli Stati Uniti dallo Spazio. La Defense Intelligence Agency (DIA) è stata chiarissima: nell'arco del prossimo decennio Pechino potrebbe accumulare decine di missili orbitanti con testate nucleari. Secondo la DIA, questi missili sarebbero particolarmente pericolosi perché in grado di raggiungere gli Usa in un tempo significativamente inferiore rispetto ai missili balistici intercontinentali (ICBM) convenzionali. Un grafico diffuso dalla stessa Agenzia illustra bene le varie minacce alle quali deve far fronte Washington, tanto nel presente quanto nell'immediato futuro. La più significativa? Coincide con l'espansione prospettica di missili spaziali nucleari orbitanti in un "Sistema di Bombardamento Orbitale Frazionato", o FOBS, in Cina e Russia.
I missili che preoccupano gli Usa
Cos'è e come funziona il FOBS? "Un ICBM che entra in un'orbita a bassa quota prima di rientrare per colpire il bersaglio, con tempi di volo molto più brevi se vola nella stessa direzione dei tradizionali ICBM, oppure può passare sopra il Polo Sud per evitare i sistemi di allerta precoce e le difese antimissile. Rilascia il suo carico utile prima di completare un'orbita completa", si legge a margine del grafico diffuso dalla Dia. Ebbene, una capacità del genere ha ampie implicazioni strategiche, sia che venga utilizzata con testate convenzionali che nucleari. Certo, al momento nessun Paese al mondo ha ancora pienamente sviluppato o schierato questo tipo di sistema, quindi la minaccia è ancora futuristica. Eppure, sempre a detta dell'Agenzia Usa, la Cina potrebbe possedere fino a 60 di questi missili entro il 2035 (mentre la Russia ne potrebbe avere circa 12).
Il FOBS, ha sottolineato il portale Eurasiantimes, rappresenta una minaccia maggiore rispetto agli ICBM tradizionali. A differenza di questi ultimi, che seguono traiettorie prevedibili, il FOBS consente infatti traiettorie di attacco imprevedibili, dal momento che la testata può rientrare in atmosfera in qualsiasi punto dell'orbita. Con queste manovre inusuali, può eludere facilmente i sistemi di difesa e di allerta precoce. Ricordiamo che la minaccia del FOBS è emersa per la prima volta durante la Guerra Fredda, quando l'ex Unione Sovietica e gli Stati Uniti erano coinvolti in una corsa agli armamenti e alla "conquista" (embrionale) dello Spazio.
Le preoccupazioni degli Usa
Il richiamato grafico mostra anche, tra le minacce, i potenziali miglioramenti negli ICBM convenzionali. Le previsioni dicono che, da qui al 2035, Pechino potrebbe disporre di fino a 700 ICBM nucleari, rispetto ai 400 attuali. Inoltre, la Cina avrà almeno 132 missili balistici lanciati da sottomarini rispetto ai 72 attuali; la Russia manterrà invece i suoi 192. E ancora: il Dragone potrebbe avere fino a 4.000 veicoli plananti ipersonici (HGV), sempre entro il 2035, rispetto ai 600 attuali. Questi veicoli planano verso i loro bersagli per almeno metà del volo, dopo essere stati lanciati da missili balistici.
È anche per neutralizzare spauracchi simili che Washington sta sviluppando il Golden Dome, progettato come uno scudo di difesa missilistica per proteggere il territorio continentale degli Stati Uniti da ogni tipo di minaccia, indipendentemente dall’origine – terra, aria, mare o spazio. Poco dopo essere entrato in carica, Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo il 27 gennaio per il suo sviluppo spiegando che un possibile attacco missilistico rappresenterebbe “la minaccia più catastrofica per gli Stati Uniti”.
L’ordine esecutivo di Trump dichiarava che desiderava un piano che proteggesse la patria americana da “missili balistici, ipersonici, da crociera avanzati e altri attacchi aerei di nuova generazione da parte di avversari pari, quasi pari o canaglia.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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