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“Produrrà 6 portaerei entro il 2035”: la profezia Usa sulla Cina

La Cina punta a costruire sei nuove portaerei entro dieci anni, rafforzando la propria proiezione militare nel Pacifico. Ecco che cosa sappiamo

La portaerei cinese Liaoning
La portaerei cinese Liaoning
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La Cina intende rafforzare chiaramente la propria potenza navale. Secondo l'ultimo rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Pechino avrebbe l'obiettivo di costruire sei nuove portaerei nei prossimi dieci anni, arrivando a disporre di nove unità complessive entro il 2035. Si tratta di un piano ambizioso che si inserisce nella più ampia strategia cinese di modernizzazione militare e di rafforzamento del proprio ruolo globale. Ricordiamo che, nel momento in cui scriviamo, la Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione conta oltre 370 navi, il numero più alto al mondo in termini di scafi, e tre portaerei operative: la Liaoning, la Shandong e la più recente Fujian, entrata ufficialmente in servizio nel novembre scorso. Nonostante questi numeri, la Cina resta ancora distante dagli Stati Uniti sul piano qualitativo: Washington dispone infatti di 11 portaerei operative, tutte a propulsione nucleare, che rappresentano il fulcro della sua capacità di proiezione militare globale.

Lo sprint della Cina per le nuove portaerei

Le portaerei sono considerate uno degli indicatori principali della forza militare di una nazione. Queste piattaforme consentono di operare lontano dalle coste nazionali, fungendo da basi aeree mobili e permettendo un controllo esteso degli spazi marittimi. Negli ultimi anni, Pechino ha intensificato le missioni delle proprie portaerei nel Pacifico occidentale, in una chiara sfida alla strategia statunitense della “prima catena di isole”, concepita per contenere l’espansione militare cinese nella regione. Secondo quanto riportato da Newsweek, il Pentagono ritiene che questo nuovo obiettivo rappresenti un cambio di passo rispetto alle valutazioni precedenti, che parlavano genericamente di “ulteriori unità” dopo la Fujian.

Vari analisti militari sottolineano però come la tempistica indicata appaia estremamente ambiziosa. Alex Luck, esperto navale australiano, ha espresso dubbi sulla reale capacità industriale della Cina di costruire così tante portaerei in un arco di tempo relativamente breve, anche ipotizzando lavori paralleli nei principali cantieri navali di Dalian e Jiangnan. Un punto chiave del programma sarebbe la cosiddetta Type 004, considerata la possibile prima portaerei cinese a propulsione nucleare. Se confermata, segnerebbe un salto tecnologico rilevante, avvicinando ulteriormente Pechino agli standard statunitensi. Tuttavia, al momento le autorità cinesi non hanno confermato ufficialmente l’avvio della costruzione di una nuova unità di questo tipo.

La prospettiva di Pechino

Dal canto suo, Pechino respinge le accuse di voler minacciare altri Paesi. Il portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, ha ribadito che lo sviluppo delle forze armate è finalizzato esclusivamente alla difesa della sovranità nazionale e non è diretto contro alcun avversario specifico. Una posizione che contrasta con l’interpretazione del Pentagono, secondo cui l’Esercito Popolare di Liberazione rappresenta uno strumento centrale dell’ambizione cinese di scalzare gli Stati Uniti come principale potenza mondiale, come evidenziato anche nell richiamato rapporto Usa sul rafforzamento militare del Dragone.

Resta ora da capire se e quando la Cina renderà pubblici ulteriori dettagli sul proprio programma di portaerei.

Qualora dovessero essere realizzati, questi piani rafforzerebbero in modo significativo la capacità di Pechino di proiettare potenza nel Pacifico occidentale e di dissuadere un eventuale intervento militare statunitense in caso di crisi regionale.

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