Il nome è emblematico: ship killer, e cioè assassino di navi. È il sistema missilistico ipersonico che il Giappone intende schierare l'anno prossimo, non appena il dispositivo entrerà in funzione, con il chiaro obiettivo di scoraggiare le sortite di Pechino nel Mar Cinese Meridionale. La mossa nipponica, messa nero su bianco nel Libro Bianco pubblicato dal ministero della Difesa del Paese asiatico, dovrebbe contribuire a rafforzare la sicurezza di vari partner Usa finiti nel mirino della Cina, Filippine in primis dato il recente accordo firmato da Manila e Tokyo. Ma cosa sappiamo di questo jolly militare?
La mossa del Giappone
Il missile terra-nave Type-12 dovrebbe essere in grado di colpire bersagli distanti fino a 900 chilometri, anche se il Giappone intende presto estendere questa portata fino a 1.500 chilometri. Si tratta di una capacità che avrà notevoli implicazioni per le Filippine, in particolare nelle aree che si affacciano sul Mar Cinese Meridionale. Come ha sintetizzato il South China Morning Post, a livello operativo Tokyo sta cercando di mettere in mostra le sue capacità di combattere contro la Cina, o almeno di proiettare questo messaggio, non solo nello scenario di guerra costiera ma anche in altri ambiti come la capacità di utilizzare capacità missilistiche antinave nella Prima catena di isole.
Ricordiamo che poche settimane fa Giappone e Filippine hanno firmato l'accordo di accesso reciproco (RAA), che consente alle due nazioni di addestrare congiuntamente le truppe e di prestarsi assistenza reciproca durante i disastri naturali. Grazie all'RAA, le forze giapponesi potrebbero essere dispiegate nelle Filippine per esercitazioni militari congiunte su vasta scala, tra cui esercitazioni con armi da fuoco vere nella nazione del Sud-Est asiatico.
Tokyo, che è anche coinvolta in una disputa territoriale con Pechino nel Mar Cinese Orientale, ritiene che il Mar Cinese Meridionale sia di fondamentale importanza strategica, dal momento che il 90% dei suoi flussi energetici e commerciali attraversa questa rotta marittima. Con l'entrata in vigore dell'RAA, dunque, il potenziale coinvolgimento del Giappone nelle controversie nell'area marittima potrebbe rappresentare una sfida agli interessi cinesi nella regione.
Difesa missilistica
Lo scorso aprile, gli Stati Uniti hanno schierato nelle Filippine il loro sistema missilistico Typhon durante esercitazioni militari congiunte nel nord di Luzon. Il sistema terrestre può lanciare lo Standard Missile 6 (SM-6) e il Tomahawk Land Attack Missile, con gittata operativa rispettiva di oltre 240 e 2.500 chilometri. Non solo: all'inizio di quest'anno, l'India ha consegnato il suo primo lotto di missili da crociera supersonici BrahMos al governo filippino. Con una gittata fino a 400 chilometri, i BrahMos sono missili supersonici a medio raggio che viaggiano a Mach 2,8, ovvero circa tre volte più veloci della velocità del suono.
Entra poi in gioco il Giappone. L'attuale capacità missilistica stand-off di Tokyo è principalmente focalizzata sul Type 12 potenziato, che è il cuore della capacità di contrattacco del Paese. I missili stand-off consentono a un esercito di attaccare siti come le basi missilistiche nemiche da fuori dal raggio d'azione del nemico.
Considerata la continua espansione militare della Cina, il governo giapponese si sta affrettando a rafforzarne le capacità. Il ministero della Difesa nipponico ha inoltre anticipato l'impiego dei missili da crociera Tomahawk, un anno prima di quanto inizialmente previsto.
Japan has revealed its latest advancement in missile technology with the release of new images of the improved Type 12 Surface-to-Ship Missile (SSM) prototype. pic.twitter.com/CsE4YjFgit
— International Defence Analysis (@Defence_IDA) July 14, 2024
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