Usa a caccia di sottomarini cinesi: cosa succede nei mari del Pacifico

Sempre più Paesi del Pacifico occidentale stanno acquistando aerei Usa P-8 per contrastare la minaccia dei sottomarini cinesi e rafforzare la sicurezza marittima regionale

Usa a caccia di sottomarini cinesi: cosa succede nei mari del Pacifico
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Cresce il gruppo di Paesi asiatici interessati a monitorare le mosse dei sottomarini nemici, a partire ovviamente da quelli cinesi, sempre più presenti nelle profondità della regione. Singapore si è recentemente aggiunta al club di nazioni del Pacifico occidentale che hanno acquisito aerei da pattugliamento marittimo degli Stati Uniti. Non aerei qualunque, bensì velivoli capaci di dare la caccia ai sottomarini del Dragone nel contesto della crescente presenza navale cinese in loco. Ecco quali sono i mezzi in campo e cosa sta succedendo.

Aerei Usa in azione

Gli Usa, dicevamo, hanno fornito – o meglio venduto - ai propri alleati e partner asiatici sia gli aerei P-3 Orion che i P-8 Poseidon, entrambi progettati per la guerra antisommergibile. Come ha spiegato Newsweek, di fronte al rapido rafforzamento e all'espansione della presenza della Marina cinese nei mari asiatici, gli Stati Uniti hanno condiviso equipaggiamenti militari, come missili antinave e aerei, per rafforzare la difesa lungo le cosiddette catene di isole, con il chiaro obiettivo di scoraggiare mosse azzardate da parte di Pechino. Allo stesso tempo la Marina Usa ha schierato i propri aerei da pattugliamento marittimo nel Pacifico occidentale a rotazione, garantendo che il Pentagono "sia nella posizione migliore per onorare i propri impegni in materia di sicurezza e contribuire alla sicurezza e alla stabilità regionale".

Durante l'incontro con il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth al Pentagono, il ministro della Difesa di Singapore, Chan Chun Sing, ha annunciato che il suo Paese acquisirà una flotta di quattro aerei P-8. L'introduzione degli aerei P-8, destinati a sostituire l'attuale flotta di Fokker 50, modernizzerà le capacità di sicurezza marittima della città-stato, migliorando la "consapevolezza della situazione marittima e la capacità di contrastare le minacce sottomarine" delle sue forze armate. Secondo il suo produttore, la Boeing, il velivolo P-8 può svolgere compiti di guerra antisommergibile e anti-superficie, oltre a funzioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

"Non si tratta solo di un rapporto tra acquirente e venditore", ha affermato Chan in merito agli acquisti di equipaggiamento militare statunitense da parte di Singapore durante il suo arrivo al Pentagono. "Penso che ci stiamo lavorando, lavorando insieme su capacità reali, sviluppando nuove capacità, non solo per gestire le sfide esistenti, ma anche per anticipare quelle future", ha aggiunto il ministro.

Cosa succede nel Pacifico

Singapore è ora diventato il quarto Paese del Pacifico occidentale a utilizzare aerei prodotti dalla Boeing, dopo Australia, Nuova Zelanda e Corea del Sud, che possiedono rispettivamente 12, 4 e 6 aerei. Giappone e Taiwan, parte della cosiddetta prima catena di isole, gestiscono rispettivamente 27 e 12 aerei P-13, mentre la Corea del Sud ne ha acquisiti 16, uno dei quali è precipitato a maggio.

Sia l'Australia che la Nuova Zelanda hanno invece ritirato i loro aerei P-3 nel 2023, dopo aver introdotto i P-8 nelle loro flotte di pattugliamento marittimo. La Thailandia ha utilizzato gli aerei P-3 fino al 2014.

L'azienda statunitense Lockheed Martin ha proposto un programma di "aggiornamento di mezza vita" per estendere la durata di servizio del velivolo P-3, in servizio in tutto il mondo da

oltre 50 anni. Nel frattempo resta da vedere e capire se gli Stati Uniti riceveranno ulteriori ordini di aerei P-8 dai Paesi del Pacifico occidentale per potenziare le capacità antisommergibile degli alleati e dei partner.

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