Non solo missili terra-aria potenziati a medio raggio Type 03 sull'isola meridionale di Yonaguni, in linea d'aria a circa 110 chilometri di distanza da Taiwan. Il Giappone sta maturando l'idea di esportare lo stesso sistema anche nelle Filippine, nel cuore del conteso Mar Cinese Meridionale, in una mossa che contribuirebbe ad alimentare ulteriormente la tensione con Pechino. Pare che il governo di Takaichi Sanae abbia già intrattenuto i primi colloqui con Manila sul tema e che il trasferimento dell'arma non sia affatto utopica. Uno studio approfondito sul dossier avrà inizio non appena Tokyo deciderà formalmente di eliminare una norma che limita l'export di equipaggiamenti per la Difesa, in un cambiamento che potrebbe diventare effettivo nel corso del 2026.
I missili del Giappone
Il Type 03 è un sistema di difesa aerea mobile su camion dotato di una gittata di 50 chilometri. Grazie al suo radar attivo può abbattere aerei e missili da crociera nemici, ed è proprio questo che avrebbe convinto le Filippine a tentarne l'acquisto. Manila sta infatti rafforzando le proprie forze armate per resistere alla pressione della Cina. Pechino, in ogni caso, ha già criticato Tokyo per aver spostato queste armi nell'isola di Yonaguni, nei pressi di Taiwan.
"Il dispiegamento può contribuire a ridurre il rischio di un attacco armato contro il nostro Paese", aveva dichiarato qualche giorno fa il ministro nipponico Shinjiro Koizumi, durante la sua prima visita alla base militare in loco. Non la pensa ovviamente così il Dragone. "Le forze di destra in Giappone stanno conducendo il Paese e la regione verso il disastro", aveva invece replicato Mao Ning, la portavoce del ministero degli Esteri, assicurando che Pechino "è determinata e in grado di salvaguardare la propria sovranità territoriale nazionale".
Bisogna comunque sottolineare che, in base alle attuali linee guida giapponesi sulle esportazioni di equipaggiamenti per la Difesa, Tokyo può vendere ai propri partner solo cinque categorie di equipaggiamenti di questo tipo: per il salvataggio, il trasporto, l'allerta, la sorveglianza e lo sminamento. Lo scorso ottobre, Takaichi ha spiegato di voler aumentare la spesa per la Difesa del Giappone al 2 % del pil entro la fine di marzo del prossimo anno, ben due anni prima della scadenza fissata dai precedenti governi del Partito Liberal Democratico.
L'asse con le Filippine
A settembre, un nuovo patto di difesa tra Tokyo e Manila - entrambe alleate degli Stati Uniti - ha permesso all’esercito giapponese di schierarsi nelle Filippine per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale. Meno di un mese dopo l’entrata in vigore dell’accordo, i due Paesi hanno avviato una significativa esercitazione militare congiunta di cinque giorni, che ha incluso la consegna di aiuti di emergenza all’isola filippina di Cebu. In seguito, il Giappone ha partecipato a un’ulteriore esercitazione multilaterale guidata da Filippine e Stati Uniti, consolidando la propria presenza nelle dinamiche di sicurezza dell'Indo-Pacifico.
Parallelamente alle attività sul campo, Tokyo ha rafforzato il proprio profilo militare anche sul piano tecnologico. Il mese scorso, il Giappone ha esportato verso gli Stati Uniti missili intercettori terra-aria Patriot prodotti internamente, una decisione che, secondo osservatori e media cinesi, rappresenta un "segnale estremamente pericoloso" di potenziamento delle capacità belliche nazionali.
Pechino, da anni, accusa i settori politici conservatori giapponesi di voler superare i limiti imposti dalla costituzione pacifista del Paese, modificare la tradizionale politica non nucleare ed espandere in modo significativo l'apparato militare.